AMBRÌ – All’età di 27 anni – e dopo 224 punti in 147 partite con l’Ajoie – il canadese Jonathan Hazen ha avuto il primo assaggio di NLA della sua carriera, grazie ad una Licenza B che potrebbe riportarlo alla Valascia anche nel finale di stagione.
Per il québécois la serata di venerdì è stata di quelle intense. Coach Luca Cereda lo ha infatti mandato in pista nella prima linea di Emmerton e Lhotak, ed affrontare la miglior squadra della lega è stata una prova importante per il nuovo arrivato in casa biancoblù.
“Inizialmente non è stato facile, ma con il passare dei minuti tutta la squadra ha giocato sempre meglio, ed anch’io mi sono trovato a mio agio”, ci spiega Hazen. “Naturalmente contro di noi c’era davvero una buona squadra, ed infatti alla minima possibilità che abbiamo concesso loro hanno sempre trovato la rete… Dovremo riuscire a fare meglio già domenica a Bienne”.
Jonathan Hazen, probabilmente meritavate un esito migliore dal secondo tempo, ma un paio di penalità vi hanno rotto il ritmo…
“Esatto, soprattutto considerando il powerplay micidiale del Berna… Quando si deve giocare spesso in boxplay è difficile vincere le partite, ma credo che abbiamo risposto molto bene nei momenti più intricati della sfida. Nella massima lega la disciplina è una componente ancora maggiore rispetto alla NLB, e ne ho avuto la prova nella mia prima partita”.
Questa è stata la tua prima apparizione in NLA… È stato difficile passare dalla lega cadetta ad una partita combattuta come questa?
“Sicuramente. Il ritmo e la velocità sono di gran lunga maggiori, ma quello che mi ha colpito è l’intensità del gioco… Nonostante questo posso però dire di essermi trovato bene, considerando anche la settimana di pausa dalla mia ultima uscita”.
Hai dovuto integrarti velocemente in un sistema di gioco semplice, ma che richiede tanto a livello mentale e fisico… Pensi di essere un giocatore adatto all’hockey di Cereda?
“Sì, credo di sì. Sono un giocatore veloce, dunque posso portare sul ghiaccio quell’intensità di pattinaggio che chiede l’allenatore… Questo per le ali ad Ambrì è fondamentale, visto che applichiamo uno schema 2-1-2 e le ali devono essere in costante movimento, mentre al centro va il compito di essere particolarmente attento sul lato difensivo. Questo è un assetto che per un giocatore come me è l’ideale”.
Hai sempre avuto grandi numeri in NLB, ma non ti si è mai presentata l’occasione di giocare nel massimo campionato… Come mai?
“Credo che dal momento in cui inizia a giocare come straniero nella lega cadetta, diventi quasi automaticamente un elemento che viene considerato come una scommessa, e a quel punto è difficile togliersi quell’etichetta. Se in precedenza non ti sei distinto per aver giocato nella NHL oppure con costanza almeno in AHL, hai bisogno di qualche aggancio giusto per aiutarti a fare il passaggio in NLA”.
Ad Ajoie hai firmato un lungo contratto, come ti approcci alla possibilità di giocare ad Ambrì ora e magari anche a fine stagione? È un’opportunità per metterti in mostra?
“La prendo con felicità e in maniera piuttosto semplice. Il mio unico obiettivo era venire alla Valascia e giocare il mio gioco senza riflettere troppo, perché da queste opportunità non si sa mai cosa può nascere per il futuro… Sto cercando di fare del mio meglio, poi vedrò quali sono le intenzioni dei biancoblù nei miei confronti. Ad ogni modo sono molto felice ad Ajoie, dunque so di trovarmi in un’ottima situazione in entrambi i casi”.
Ad Ajoie giochi inoltre con Giacomo Casserini, che ha passato i primi anni della sua carriera proprio ad Ambrì…
“Esatto! Ho parlato un po’ con lui quando ho saputo della mia chiamata da parte dell’Ambrì, ed è davvero un bravissimo ragazzo. Naturalmente lui conosce molte persone qui alla Valascia, anche se non mi ha raccontato nulla di preciso sul club… È però una persona che sono molto felice di avere come compagno di squadra ad Ajoie”.
Domenica si riparte invece da un’importante trasferta a Bienne…
“Precisamente, e da parte mia vorrei riuscire ad avere un impatto maggiore sul fronte offensivo. Contro il Berna abbiamo avuto dei buoni momenti in zona d’attacco, ma devo riuscire ad essere più paziente quando ho il disco, cercando di far arrivare qualche puck in più sulla porta avversaria”.