
ZUGO – Il difensore Samuel Guerra, a Zugo tramite un prestito dal Lugano, si presenta all’intervista dopo la vittoria contro l’Ajoie con una borsa di ghiaccio sul ginocchio. “È solo una botta, succede nell’hockey a volte, nulla di grave”.
Il ticinese è soddisfatto della prestazione, anche se la gestione del netto vantaggio non è stata ottimale, nonostante il rotondo 8-3 finale maturato negli ultimi minuti.
“Bisogna vedere i vari punti di vista. Rispetto alle ultime settimane stavolta abbiamo giocato una partita piuttosto solida, abbiamo controllato le operazioni e fatto le nostre giocate per quasi tutto il match. Purtroppo ci sono stati quei 5-6 minuti nel secondo periodo dove abbiamo forse tolto un po’ il piede dal gas e ci siamo sconcentrati. In questa lega, poco importa chi sia l’avversario, vieni subito castigato”.
Hai fornito l’assist per il settimo gol, ininfluente, ma sul grande schermo sei apparso con un grandissimo sorriso. Si vede che ti trovi bene qui a Zugo e sei felice, è pure la prova che malgrado la tua età e i tre titoli in tasca l’hockey è ancora la tua passione…
“Assolutamente, non mi devo nascondere. Quando all’inizio del campionato non trovi ghiaccio non dico sia frustrante – non ero frustrato – ma non è sicuramente bello. Semplicemente sto sfruttando la chance che mi è stata data. Come ho già detto, il prestito del Lugano è una situazione win-win per tutti. Dopo tutti questi anni mi conosci, cerco di godermi ogni momento, ogni cambio, ogni partita. È vero, ho la mia carriera alle spalle, ma ritrovarsi in un’organizzazione come quella dello Zugo, dove si sente la pressione positiva di voler puntare in alto, è qualcosa di molto bello. Cerco di dare il mio apporto, sento la fiducia dello staff tecnico e della squadra, mi sono integrato molto bene in poco tempo. Il sorriso? Quando ci si diverte e si gioca senza pensare troppo è di riflesso la conseguenza. Il duro lavoro degli scorsi mesi è stato ripagato”.
È passato un mese dal tuo arrivo a Zugo, il bilancio dalle tue parole sembra essere positivo.
“Mi sono trovato bene sin dalla prima partita, i compagni mi hanno aiutato tantissimo, idem lo staff tecnico che mi ha aiutato a capire subito il sistema, comunque abbastanza semplice. Ero consapevole che il duro lavoro svolto a Lugano mi sarebbe servito per farmi trovare pronto per sfruttare qualsiasi opportunità. Chiaramente speravo che la chance sarebbe giunta in bianconero. Tutto ciò mi ha aiutato ad affrontare questo primo mese qui a Zugo. Ora sono al mio tipico livello, ma non mi accontento, cerco di migliorarmi in ogni dettaglio e mettere ancora maggiormente la mia impronta. Insomma, il bilancio di queste quattro settimane è molto positivo”.
I tuoi compagni ti hanno aiutato, tu hai fatto altrettanto con il nuovo difensore Senteler?
“(Guerra ride ndr). Sven ha sulle spalle tanti anni da centro, quindi qualcosina sa. Non so se si sia notato durante la partita, non credo che pensi troppo a giocare da difensore, mi pare più un centro difensivo, ma chapeau per come sta disputando queste partite da terzino. Siamo in una situazione un po’ precaria dietro e abbiamo trovato questa soluzione. Non è facile adattarsi per lui, ma lo sta facendo in modo esemplare e noto che ha trovato appunto il suo stile di gioco in qualità di difensore”.
Il Lugano attualmente lo segui come le altre 12 squadre avversarie, oppure getti un occhio particolare e riguardi le sue partite?
“Non riguardo tutti i suoi incontri, ma sono molto in contatto con la mia squadra, cerco di seguirla il più possibile e cerco di mantenere i rapporti e i contatti con lo spogliatoio fin dove è possibile. Non è sempre facile perché siamo super impegnati. È semplicemente un prestito sino a fine novembre, una soluzione che andava bene a tutti, a me in primis. So che prima o poi tornerò, non vedo l’ora di farlo e di avere anche lì la mia chance di dimostrare quello che sto dimostrando a Zugo”.
Dalle tue parole sembra chiaro dunque che tornerai a Lugano. È utopia pensare che potresti fare come Nodari qualche anno fa, rompere il contratto con il Lugano e continuare la tua carriera lontano dal Ticino?
“Sì. È un semplice prestito di due mesi. Mentalmente sono anche pronto a tornare a Lugano prima, prendere la mia borsa ed essere alla Cornèr Arena due ore dopo la chiamata se dovesse succedere qualcosa a qualche difensore, cosa che ovviamente non spero. È una situazione particolare, ma l’ho accettata insieme ai due club. È positiva per tutti, quindi non sto nemmeno qui a riflettere troppo su cosa sarà il dopo. Io so che a partire dal primo dicembre sarò a Lugano”.


