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Interviste

Guerra: “Due anni complicati a Zurigo, ad Ambrì dovrò guadagnarmi un ruolo maggiore”

Il ticinese arriverà in Leventina da campione: “Anche nei momenti difficili ho continuato a lavorare, sono stato ripagato con un ruolo maggiore nel corso dei playoff. È stata una vittoria straordinaria”

LUGANO – Alla fine è stato lo Zurigo dei ticinesi Guerra e Pestoni ad alzare per la nona volta la coppa al cielo all’interno di una Resega gremitissima e che mai ha cessato di sostenere i propri beniamini, nemmeno allo scoccare della terza sirena.

Una vittoria meritata, quella dei Lions, che in Gara 7 sono riusciti ad imporre il proprio gioco a discapito di un Lugano che, pur dando tutto quello che poteva dare, semplicemente non ne aveva più.

Neppure il rientro bianconero nella serie dal 3-1 al 3-3 – che poteva rappresentare un colpo durissimo e forse letale al morale dei leoni – ha fatto vacillare la truppa di Kossmann, capace di mantenere calma e lucidità.

“È una vittoria straordinaria e sono fiero di dire che l’abbiamo ottenuta come una vera squadra”, ha esordito un raggiante Samuel Guerra. “Non ci siamo mai disuniti e questa è stata la nostra forza più grande. Abbiamo faticato per tutta la regular season ma, come si suol dire, i playoff sono una storia a sé. Abbiamo proposto un hockey semplice, duro e veloce, e credo di poter dire che tutto sommato questo titolo è meritato”.

Dopo tanti momenti difficili sei riuscito a riemergere potendo contare sulla fiducia di Kossmann. A livello personale questa vittoria rappresenta anche una sorta di rivincita…
“Assolutamente, e questo fa moltissimo piacere. È stata una finale dalle mille emozioni e aver disputato Gara 7 alla Resega al cospetto di questo pubblico incredibile da ticinese non può che fare piacere. Inutile nasconderlo, a Zurigo sono state per me due stagioni particolarmente complicate. Vi sono state decisioni difficili da digerire, ma ho sempre accettato tutto ciò che arrivava continuando a lavorare duramente con il sorriso in volto. Tutto ciò ha ripagato, visto che al cambio di allenatore Kossmann ha deciso di porre la sua fiducia su di me attribuendomi un ruolo importante nei playoff… Queste sono cose che fanno davvero un gran bene al morale di un giocatore”.

Fa bene anche vincere in questo modo, dopo che gran parte della pressione alla vigilia di Gara 7 era su di voi…
“In questa serie di finale mi sono state fatte diverse interviste e io ho sempre sostenuto che la squadra avesse tutte le carte in regola per vincere il titolo. Poi, però, bisogna scendere sul ghiaccio e le cose non sono più tanto semplici. Il Lugano ha dimostrato di essere una grande squadra, hanno giocato con una grinta invidiabile per tutta la serie. Non hanno mai mollato, nemmeno venerdì quando sembravano spacciati. Per quanto ci riguarda, siamo riusciti a sfruttare la pressione che c’era su di noi tramutandola in emozioni positive. Non chiedermi come, ma lo abbiamo fatto e questo ci ha aiutato a vincere la partita”.

C’è stato un momento in cui hai temuto che non ce l’avreste fatta?
“No, non ci ho mai pensato, nemmeno per un istante. Ero molto fiducioso perché ho sempre creduto nella nostra squadra. Chiaramente ero consapevole di quanto sarebbe stata dura questa serie: sapevo bene quanto il Lugano fosse maturato a livello collettivo e quanta grinta fossero in grado di mettere in pista. La nostra compattezza, però, ci ha permesso di mettere le mani sulla coppa”.

La prossima stagione arriverai ad Ambrì come campione svizzero…
“Chiaramente in questo momento la testa è rivolta ai festeggiamenti. Sono però molto contento del futuro che mi attende in Leventina e sono convinto che scelta migliore per me non potesse esserci. Rispetto a Zurigo mi ritroverò ad assumere un ruolo di maggior responsabilità, ma dovrò meritarmelo. Ci sarà tutta la preparazione del mese di agosto quando dovrò dimostrare quello che valgo e credo di poter dire di aver ormai acquisito l’esperienza necessaria per poterlo fare. Mi reputo un leader piuttosto silenzioso, un giocatore a cui piace lavorare duramente e far parlare le prestazioni sul ghiaccio. Questo è quello che porterò ad Ambrì”.



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