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Ambrì Piotta

Grassi: “È mancata la scintilla per reagire agli eventi, il Lugano ha sfruttato questi momenti”

Il capitano dopo la sconfitta nel derby: “Non siamo ancora al punto in cui riusciamo ad avere la giusta disperazione e la necessaria intelligenza sull’arco di più partite, ma nemmeno all’interno di una singola partita”

LUGANO – C’è poco da salvare in casa Ambrì Piotta dopo la disastrosa prestazione messa in pista nel terzo derby stagionale. Un 5-1 che non lascia spazio ad alibi e che racconta di una squadra incapace di sfruttare l’avvio favorevole ma, soprattutto, di un gruppo naufragato nell’arco di pochi minuti nel periodo centrale. Con Daniele Grassi abbiamo cercato di capire da dove nasce questo nuovo passo indietro biancoblù.

Daniele Grassi, una brutta sconfitta certificata da un risultato che rispecchia quanto visto sul ghiaccio. Cos’è successo?
“Siamo partiti bene, con quella rete nei primissimi minuti di gioco. Poi, nel secondo tempo, ci siamo complicati la vita. Sapevamo che contro di loro avremmo dovuto giocar semplice ma così non abbiamo fatto. Nel periodo centrale hanno dato quella sferzata che gli ha permesso di girare la sfida mentre noi, pur provandoci, non siamo riusciti a far scattare la scintilla necessaria per reagire agli eventi”.

La penalità di partita a Sekac e Zaccheo Dotti avrebbe potuto rappresentare un momento chiave a vostro favore. Perché, invece, è stato il Lugano ad approfittarne?
“Come ho detto prima, credo che sia più demerito nostro che bravura loro. Non siamo stati bravi a restare concentrati e a continuare a fare il nostro gioco. Loro sono stati abili a sfruttare il nostro momento di debolezza per indirizzare la sfida sui loro binari. Insomma, ci è mancata quella scintilla, quell’episodio, quella situazione che avrebbe potuto girare il momentum a nostro favore”.

Avete giostrato per 12 minuti in powerplay sprecando una miriade di occasioni per riaprire la sfida. Sta forse qui il vostro rammarico più grande?
“Vero, abbiamo sprecato tanto ma credo che non siamo stati all’altezza nemmeno in cinque contro cinque. Non siamo stati bravi abbastanza ad andare sulla porta e, troppo spesso, abbiamo cercato quel passaggio di troppo che ha finito per rovinare l’ultima giocata”.

Nelle ultime partite anche i portieri hanno mostrato qualche insicurezza in più. Credi sia la naturale conseguenza di una difesa che sta concedendo troppo agli avversari?
“Il gioco difensivo è fatto da tutti e cinque gli uomini di movimento, più il portiere. Tocca tutte le zone della pista, da quella offensiva dove bisogna essere bravi a non concedere rush, alla zona neutra nella quale bisogna applicare i filtri giusti, a quella strettamente difensiva dove bisogna essere solidi. Insomma, quando parliamo di fase difensiva bisogna pensarla a tutto tondo. In quei minuti, nei quali loro hanno segnato, abbiamo commesso troppi errori e ci siamo allontanati dai nostri principi di gioco. Questo ci è stato fatale”.

La squadra continua ad alternare buone prestazioni a serate molto difficili: bene a Davos, male con il Rapperswil, ottima risposta a Zurigo e poi questa pesante sconfitta nel derby. Ti sei dato una spiegazione sul perché continui a mancare continuità nelle vostre prestazioni?
“Ne abbiamo parlato tanto in squadra. Non siamo ancora al punto in cui riusciamo ad avere la giusta disperazione e la necessaria intelligenza sull’arco di più partite, ma nemmeno all’interno di una singola partita. Contro il Lugano lo si è visto e, ancora una volta, ne abbiamo pagato le conseguenze”.

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