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National League

Gli ZSC Lions vogliono continuare il proprio regno nel segno della continuità

Campione svizzero e d’Europa, il gruppo di Marco Bayer ha cambiato pochissimo. Gli unici crucci sono legati alla partenza di Lammikko e al futuro di Rohrer, ma a Zurigo c’è tutto per un club di altissimo livello per gli anni a venire

L’inizio della stagione 2025/26 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.

Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.


ZSC LIONS

La rosa 2025/26

PORTIERI
Simon Hrubec (🇨🇿), Robin Zumbühl

DIFENSORI
Timo Bünzli, Patrick Geering, Dean Kukan, Mikko Lehtonen (🇫🇮), Christian Marti, Jan Schwendeler, Dario Trutmann, Daniil Ustinkov, Yannick Weber

ATTACCANTI
Pontus Aberg (🇸🇪), Andy Andreoff (🇨🇦), Sven Andrighetto, Thierry Bader, Nicolas Baechler, Rudolfs Balcers (🇱🇻), Chris Baltisberger, Jesper Fröden (🇸🇪), Derek Grant (🇨🇦), Joel Henry, Denis Hollenstein, Denis Malgin, Daniel Olsson, Willy Riedi, Alessandro Segafredo, Justin Sigris


(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Vincendo praticamente tutto quanto c’era da vincere sia a livello professionistico che giovanile, l’organizzazione degli ZSC Lions nella scorsa stagione è arrivata a picchi che ne hanno fatto definitivamente non solo la società faro in Svizzera, ma anche tra le più prestigiose e competitive anche fuori dai confini elvetici, con il timbro sulla Champions Hockey League vinta contro il Färjestad allenato allora dal coach bianconero Tomas Mitell.

Il titolo nazionale della scorsa primavera ha invece scoperto anche un lato più “nostrano” degli zurighesi, capaci di laurearsi campioni svizzeri guidati da un Marco Bayer che sembrava inizialmente il classico Caronte tra Marc Crawford e un nuovo nome di rilevanza internazionale, ma la pazienza e la visione di Sven Leuenberger sono state in grado far compattare un gruppo di qualità eccezionale attorno a un coach inesperto a quei livelli di panchina ma che si è proposto subito come guida umile e razionale, capace di farsi ascoltare dai grandi campioni in rosa.

Al cancelletto di partenza per la stagione 2025/26 si presenta una squadra che ha perso un paio di pedine molto importanti, sostituite con forse non difficoltà ma sicuramente meno facilmente di come i Lions erano abituati in passato, tanto per far capire che anche a Zurigo si è subita un po’ delle difficoltà di un mercato fattosi più difficile per tutti in Svizzera a causa di varie ragioni.

Aldilà di queste difficoltà i Lions rimangono tra i favoritissimi per il titolo, forse hanno perso un passo e mezzo rispetto alla concorrenza diretta soprattutto in attacco, ma nel complesso la rosa a disposizione di Bayer rimane di altissimo livello e con picchi di qualità estrema per la National League.


ARRIVI
Thierry Bader (F, Berna)
Andy Andreoff (F, Sibir Novosibirsk)
Pontus Aberg (F, Rapperswil)

PARTENZE
Yannick Zehnder (F, Losanna)
Santtu Kinnunen (D, Langnau)
Marlon Graf (F, Rapperswil)
Vinzenz Rohrer (F, Montreal Canadiens)
Juho Lammikko (F, New Jersey Devils)

STRANIERI
Simon Hrubec (G, 🇨🇿)
Mikko Lehtonen (D, 🇫🇮)
Rudolfs Balcers (F, 🇱🇻)
Jesper Fröden (F, 🇸🇪)
Derek Grant (F, 🇨🇦)
Andy Andreoff (F, 🇨🇦)
Pontus Aberg (F, 🇸🇪)


(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Gli eventi principali, e quei pochi movimenti di mercato hanno riguardato sostanzialmente quattro giocatori, dalla partenza di Santtu Kinnunen, discreto difensore ma che non è mai riuscito ad imporsi in una rosa così competitiva, quella di Yannick Zehnder, che verrà sostituito da Thierry Bader, ma soprattutto quella di Juho Lammikko.

La trasvolata oceanica del finnico era probabilmente inaspettata – vista anche l’età del giocatore – e Leuenberger ha optato per sostituirlo con Andy Andreoff, nome sicuramente importante in KHL ma che stranamente non rientra tra quei canoni che la dirigenza sportiva zurighese ci aveva abituato. E oltre al danno la beffa, Andreoff sarà fuori fino a fine 2025 per infortunio, costringendo il general manager dei Lions a riparare di nuovo la pezza con l’ex Rapperswil Pontus Aberg, sicuramente un buon giocatore ma anche questo e ancora di più rispetto ad Andreoff, fuori dalle consuete caratteristiche per cui i Lions si muoverebbero.

E poi c’è l’incertezza legata a Vinzenz Rohrer, con il talento austriaco invitato al camp dei Montreal Canadiens dopo la firma su un contratto di tre anni, con l’accordo di tornare a Zurigo in prestito nel caso non dovesse superare i tagli.

Certo è che se Rohrer dovesse convincere invece la franchigia canadese, Bayer si troverebbe senza una pedina “svizzera” che stava arrivando alla definitiva consacrazione, reduce da una stagione di alto livello e che non può essere sostituita sul mercato dei giocatori rossocrociati.

(PostFinance/KEYSTONE/Til Buergy)

Nel reparto offensivo però i Lions stanno lavorando da anni anche con il settore giovanile, ecco perché ci si aspetta che i giovani Joel Henry, Daniel Olsson e soprattutto Alessandro Segafredo – senza dimenticare Nicolas Baechler – possano compensare un’eventuale assenza di Rohrer, o nel migliore dei casi aggiungersi se l’austriaco dovesse fare ritorno alla Swiss Life Arena.

Ovviamente il peso principale del settore offensivo sarà sempre sulle spalle dei senatori Denis Malgin, Sven Andrighetto, Jesper Frödén e Derek Grant, e tra questi giocatori e i giovani citati resta un cuscinetto formato dai vari Willy Riedi, Chris Baltisberger, Justin Sigrist e il già citato Baechler che garantiscono duttilità, esperienza e la costruzione di un bottom six (o bottom three, nel caso di una rosa così profonda) di alto livello e garanzia di continuità.

L’unico obiettivo per una rosa offensiva del genere può essere solo quella di paradossalmente migliorare alcuni numeri della passata stagione, basti pensare che nonostante l’attacco fosse il terzo della lega, il power play zurighese era solo al 12esimo posto, poco sopra a quello del Lugano penultimo, un dato stranissimo ma che fa pensare al margine di miglioramento che può ancora esserci tra i campioni in carica.

Il discorso sul reparto difensivo cambia di poco, detto della partenza per Langnau di Kinnunen, per la quale in riva alla Limmat non si strapperanno i capelli, solo pochissime squadre possono vantare tanta classe e solidità nelle coppie arretrate.

Dean Kukan sarà sempre il faro del reparto, con la consueta “alleanza” di Christian Marti, Yannick Weber e Mikko Lehtonen, e in attesa della crescita definitiva di Daniil Ustinkov il passaggio di consegne verso compagni più giovani verrà garantito dall’affidabilità e dall’esperienza dei vari gregari di lusso quali Dario Trutman e Patrick Geering.

Continuità garantita quindi a una sezione che ha rappresentato la miglior difesa della scorsa regular season e che giostra davanti al miglior portiere del campionato, quel Simon Hrubec che difficilmente concede una serata “no” o che mostra cedimenti per periodi che non siano cortissimi, e che alle sue spalle può contare su una riserva come Robin Zumbühl, un back-up dalle statistiche impressionanti come testimoniato dai soli 1,86 gol subiti a partita, seppure in sole quindici partite di regular season.

(KEYSTONE/Jean-Christophe Bott)

Un regno nel segno della continuità quello degli ZSC Lions, i quali forse potrebbero di nuovo perdere quel punticino o più rispetto alle dirette concorrenti in regular season, ma che poi dispongono del miglior materiale per fare fronte alle battaglie dei playoff.

Marco Bayer avrà il difficile compito di ripetere una stagione di alto livello partendo stavolta da zero e con l’incombenza di quelle piccole ma decisive incertezze che hanno caratterizzato questa estate alla Swiss Life Arena, e in più dovrà garantire di guidare un gruppo ancora affamato – non evidente dopo due titoli svizzeri consecutivi e una Champions Hockey League – evitando quello che nel passato recente è capitato a squadre come Zugo o Ginevra.

L’impressione è però quella di una società talmente profonda e competitiva che sta costruendo già delle basi e dei ricambi per il futuro, un club che può sfruttare risorse finanziarie e umane – vedasi bacini giovanili e competenze aziendali – che ne fanno un unicum per il campionato svizzero e che possono garantire una dinastia vincente o perlomeno competitiva ai massimi livelli ancora per molti anni.


MIGLIOR INNESTO

Thierry Bader: In un mercato in entrata poverissimo (tre innesti, di cui Andreoff infortunato e Aberg), non va sottovalutata l’importanza di Thierry Bader. L’ex Berna si è ritagliato un ruolo importante negli orsi crescendo di personalità e duttilità nel suo gioco dopo anni acerbi in quel di Davos. Il suo compito sarà quello di dare continuità al bottom six dei Lions dopo la partenza di Yannick Zehnder, imponendosi in un ruolo importante come centro forechecker.

ADDIO DOLOROSO

Juho Lammikko: Il finlandese negli anni ha portato affidabilità, intelligenza, gioco fisico e mentalità vincente nei playoff, rivelandosi come uno degli uomini più decisivi nelle cavalcate ai titoli nazionali. La sua partenza, forse pure inaspettata, ha lasciato scoperti i Lions in un ruolo importantissimo che solo Lammikko sapeva interpretare in quella maniera, e verrà resa ancora più problematica dall’infortunio di Andy Andreoff, primo sostituto, e dall’incertezza legata alla resa di Pontus Aberg.

FATTORE X

Fame e riconferme: Un ciclo vincente prima o poi arriva alla fine anche per cause fisiologiche e naturali. Marco Bayer dovrà essere bravo a mantenere alta la fame e la voglia di vincere di un gruppo capace di dominare in Svizzera e in Europa, e nello stesso tempo avrà il compito di far valere la ragione di Sven Leuenberger che lo ha confermato al timone della sua corazzata.


La classifica di HSHS

1. _________
2. ZSC LIONS
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6. _________
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8. _________
9. BIENNE
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