SAN JOSE – Giocare ad hockey in California nel mese di giugno può risultare problematico, ed è propria questa l’esperienza vissuta da San Jose Sharks e Pittsburgh Penguins nella terza sfida di finale giocata sabato notte.
Le condizioni del ghiaccio erano infatti pessime, ed il disco in diverse occasioni si è mosso con rimbalzi molto strani ed imprevedibili, influenzando il modo di giocare di entrambe le squadre.
“È difficile effettuare giocate laterali con un ghiaccio così – ha spiegato l’head coach dei Penguins, Mike Sullivan – di conseguenza con il passare del tempo abbiamo cercato di giocare il più semplice possibile, mandando il disco verso la porta senza fare quel passaggio che in queste condizioni sarebbe stato di troppo. In questo periodo dell’anno i problemi con il ghiaccio sono da mettere in conto, bisogna stare attenti a non fare errori che possano alimentare il gioco di transizione avversario”.
La temperatura all’esterno, d’altronde, era di oltre 32 gradi centigradi, ed il ghiaccio ne ha risentito. “Sembrava di giocare con un pallone da football”, ha commentato il difensore dei Pens, Ian Cole. “Il ghiaccio non era sicuramente in buone condizioni. Ho visto alcuni macchinari mentre arrivavo alla pista, credo che gli addetti cercassero di abbassare la temperatura e il grado di umidità, ma non è servito a molto”.
“Entrambe le squadre hanno giocato sullo stesso ghiaccio”, ha infine commentato Sidney Crosby. “Penso che siano imprevisti che bisogna attendersi nel mese di giugno. Siamo a San Jose”.