CADEMARIO – Ai Mondiali di Parigi, Paolo Duca lo aveva detto: “Michael Fora potrebbe avere tutte le carte in regola per essere il nuovo capitano dell’Ambrì”. E così è stato.
In occasione della consueta conferenza stampa di inizio stagione – tenutasi al prestigioso Hotel Kurhaus di Cadermario – lo staff tecnico ha nominato il giovane Michael Fora quale capitano di questo “nuovo” Ambrì.
Una scelta che non tutti si aspettavano, ma che combacia perfettamente con la strategia del club di ritornare ad essere una realtà giovane ed identitaria. “Non me l’aspettavo”, ci spiega un emozionato Fora. “Il tutto si è sviluppato rapidamente negli ultimi giorni, ed ora eccomi qua. In questo momento sto vivendo delle sensazioni fantastiche, ed ereditare la C da Paolo – sapendo che è stato un grande capitano – fa ancora più piacere”.
Nel frattempo, con questa nomina, è giunta l’ennesima conferma di come questo “nuovo” Ambrì stia davvero lavorando per tornare alle origini. “Penso che la scelta fatta sia coerente con il progetto della società di voler tornare a puntare sulla formazione delle giovani leve dell’hockey ticinese, e anche questo non può che farmi piacere”.
Per forza di cose, il 21enne di Giubiasco si ritroverà a dare direttive e consigli a giocatori più vecchi e di maggiore esperienza, ma la cosa non sembra preoccuparlo eccessivamente. “Naturalmente la cosa un pochino spaventa, ma posso contare su molti giocatori di grande esperienza che potranno consigliarmi sul da farsi. Non sarò solo io a portar consiglio, dato che nella nostra squadra vi sono diversi leader a cui spetta in egual misura questo compito… Non sarò solo. Inoltre potrò fare affidamento sullo stesso Paolo Duca; credo che persona migliore a cui affidarmi in questo momento non ci sia”.
Anche in termini di obiettivi personali, Fora ha le idee chiare: “Voglio portare energia, gioco fisico e buon esempio sul ghiaccio. Si tratta degli stessi obiettivi che mi ero posto all’inizio dello scorso campionato, dunque non sarà la C sulla maglia a cambiare quello che è il mio modo di vedere l’hockey”.