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Interviste

Fischer: “Ho apprezzato tanto il sostegno dei tifosi a Duca e Cereda, lo meritavano davvero”

L’ex difensore ricorda il suo periodo in Leventina: “La notizia ha fatto scalpore. Con Paolo e Luca abbiamo lavorato tanto assieme, li ho sempre apprezzati. Mi dispiace che il loro capitolo sia arrivato ad una conclusione”

AMBRÌ – Nella surreale serata della Gottardo Arena, l’Ambrì Piotta ha colto il primo successo stagionale senza la guida di Luca Cereda e Paolo Duca. Nel silenzio stampa imposto dal club, che ci ha impedito il confronto con i protagonisti di casa, abbiamo chiesto all’ex biancoblù Jannik Fischer di aiutarci ad analizzare il match e la situazione in casa Ambrì.

Jannik Fischer, anzitutto che partita è stata?
“Molto tirata. Avremmo anche potuto farla nostra ed è frustrante perché, nonostante gli sforzi, ancora una volta torniamo a Porrentruy con zero punti. Dobbiamo però prendere ciò che di positivo si è visto sul ghiaccio: non abbiamo fatto tutto perfetto, ma nemmeno tutto sbagliato. Ci è mancata un po’ di costanza sui sessanta minuti, specialmente nei primi due tempi nei quali abbiamo lasciato il pallino del gioco in mano all’Ambrì. È lì che l’abbiamo persa. Dobbiamo trovare il modo di essere più costanti nel nostro gioco”.

Aspettavate da tanto il rientro di Turkulainen. Che impatto potrà avere sul vostro gioco dopo questo lungo infortunio?
“Vediamo di non mettergli subito troppa pressione (ride, ndr.). È un giocatore dominante, che può avere un impatto incredibile sul tabellino e nelle dinamiche di squadra. È stato lontano dal ghiaccio per nove mesi e di conseguenza gli ci vorrà del tempo per riprendere il ritmo. Ma arriverà, perché è un grandissimo giocatore e noi siamo felici di poter contare nuovamente su di lui”.

È la tua terza stagione in seno all’Ajoie e l’hai iniziata con la “C” di capitano cucita sul petto. Com’è evoluto il tuo ruolo?
“Ormai sono un veterano. Con il tempo sono riuscito ad acquisire la fiducia dello staff tecnico e ora mi sono ritagliato un ruolo ben preciso all’interno del lineup. Il mio obiettivo è portare sempre la giusta dose di energia e di continuare a progredire. Ho 35 anni ma non si smette mai di imparare. Voglio riuscire ad essere determinante e aiutare la squadra a crescere”.

Hai trascorso cinque stagioni in Leventina. Cos’hai pensato venerdì non vedendo Luca Cereda e Paolo Duca alla guida dell’Ambrì?
“Mi ha fatto uno strano effetto e devo dire di aver apprezzato tanto il sostegno mostrato dalla curva con gli striscioni a loro dedicati (uno di questi recitava “due persone in cui orgogliosamente ci siamo identificati… un sogno da cui tristemente ci siamo svegliati… Luca e Paolo verrete per sempre ricordati”, ndr). È stata una serata molto particolare e si percepiva grande emozione tra i giocatori e sugli spalti. Sono felice che i tifosi abbiano mostrato loro questa riconoscenza. Se la meritano”.

Tra voi giocatori avete parlato di quanto successo in questi giorni, magari con Benji, con il quale hai condiviso tante stagioni ad Ambrì?
“Chiaramente ne abbiamo parlato un po’ tra di noi. D’altronde è una notizia che ha fatto scalpore e tutti ne sono rimasti colpiti. Paolo Duca è stato il mio “capo”, colui che mi ha portato in Leventina dandomi la possibilità di rilanciare la mia carriera. Ho apprezzato tanto entrambi, sia come persone che come professionisti dell’hockey. Abbiamo lavorato per molti anni insieme e mi dispiace che per loro questo capitolo sia giunto alla conclusione”.

Nel 2018 sei stato uno dei primi difensori svizzeri ingaggiati da Duca. Cosa ti aveva convinto della sua visione?
“Diciamo che ciò che aveva in mente si sposava perfettamente, in quel momento, con il mio processo di crescita. Il suo obiettivo era di darmi una chance e di valorizzarmi. Lui e Luca mi hanno dato tanta fiducia e spazio, e anche grazie a loro ho potuto compiere tanti passi in avanti. Con tutta onestà di loro due serbo solo bei ricordi e tanta gratitudine”.

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