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Ambrì Piotta

Fischer: “Ad Ambrì ho vissuto cinque anni magnifici, ma è tempo di tornare in Romandia”

Il difensore dopo la sconfitta di venerdì: “Non abbiamo fatto abbastanza per meritarci il successo, abbiamo iniziato troppo timorosi. Sabato dovremo subito applicare alcune correzioni per essere pronti sin dal primo minuto”

AMBRÌ – Dovrà aspettare la rivincita di sabato l’Ambrì Piotta che, contro un Kloten ottimamente organizzato, non ha trovato il guizzo giusto per indirizzare la sfida a proprio favore. Jannik Fischer, fresco di firma con l’Ajoie, ha analizzato per noi la partita.

“Non abbiamo iniziato come avremmo voluto. Il primo tempo non è stato sufficiente, poi dal secondo siamo cresciuti e nel terzo ci è mancato poco per agguantarla. Trovo però che non abbiamo fatto abbastanza per meritarci il successo”.

Sta emergendo una certa difficoltà nell’approccio alle sfide. Spesso nel primo tempo faticate a fare il vostro gioco e a entrare in partita. Come te lo spieghi?
“Le ultime partite le abbiamo giocate bene e i risultati ci hanno sorriso. Del perché fatichiamo all’inizio, però, non saprei rispondere. Prendendo la partita contro il Kloten, abbiamo iniziato sulle ginocchia e siamo stati troppo timorosi. La cosa positiva è essere riusciti a portare una reazione a partire dal secondo periodo”.

Le prime due uscite stagionali contro gli aviatori vi avevano sorriso con vittorie piuttosto ampie nel risultato. Trovi che il Kloten, dopo un periodo d’adattamento, abbia cambiato qualcosa nel suo gioco?
“È vero, avevamo vinto con un certo margine entrambe le sfide ma il risultato era forse stato un po’ troppo severo. Contro di loro sono sempre partite difficili e quella di venerdì lo ha dimostrato. Stanno vivendo un buon momento di forma e ne hanno approfittato. Ora si tratta di riordinare le idee e di sfruttare la rivincita di sabato per cancellare subito questa sconfitta”.

Nel corso della partita l’Ajoie ha annunciato il tuo ingaggio per le prossime due stagioni. Come è nata questa scelta?
“Naturalmente io lo sapevo già (ride, ndr.) e non è stata una sorpresa nemmeno per Duca e Cereda perché avevo già comunicato loro le mie intenzioni di voler tornare in Svizzera romanda. Si tratta di una scelta che ha a che fare con la mia vita privata e ci tengo a sottolineare che non è in alcun modo una decisione contro l’Ambrì. Ho vissuto cinque anni magnifici tra le fila biancoblù e sono grato al club di aver contribuito alla mia crescita professionale. Ora però è arrivato il momento di assecondare alcune mie esigenze di vita privata. Inutile dire che l’accordo l’Ajoie non influirà in alcun modo sulle mie prestazioni da qui alla fine del campionato”.

L’Ambrì non ti ha quindi offerto alcun rinnovo contrattuale?
“Come detto ho esposto a Paolo Duca le mie intenzioni con largo anticipo, dunque non ci son mai state discussione o offerte, ed ho concluso con l’Ajoie”.

Sabato avrete subito modo di rifarvi. Cambia qualcosa nella preparazione un back-to-back rispetto a un normale turno del weekend?
“Sì, nel senso che è una sfida che ricorda molto quanto avviene nei playoff. Il vantaggio, quando affronti lo stesso avversario a distanza ravvicinata, è che hai in testa ciò che hai sbagliato e quindi potrebbe risultare più semplice non ricadere negli stessi errori. Si tratta ora di analizzare a fondo ciò che è andato storto, apportare un paio di correzioni e presentarci alla Stimo Arena carichi e determinati dal primo minuto di gioco”.

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