LUGANO – ZUGO
6-1
(3-0, 1-0, 2-1)
Reti: 4’22 Connolly (Thürkauf, Morini) 1-0, 5’42 Stoffel (Zanetti, Mirco Müller) 2-0, 13’48 Connolly (Bennett, Gerber) 3-0, 34’02 Alatalo (Marco Müller, Arcobello) 4-0, 46’01 Klingberg (Kovar, Djoos) 4-1, 52’30 Connolly (Bennett) 5-1, 55’46 Granlund (Arcobello, Mirco Müller) 6-1
Note: Cornèr Arena, 4’495 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Mollard; Burgy, Meusy
Penalità: Lugano 4×2′, Zugo 7×2′
Assenti: Calle Andersson, Daniel Carr, Julian Walker, Stephane Patry, Troy Josephs (infortunati), Thibault Fatton, Jari Näser, Alessandro Villa, Davide Fadani (Rockets), Gianluca Cortiana (sovrannumero), Riccardo Werder (squalificato)
LUGANO – Chissà cosa sarà successo tra il sessantesimo di Langnau-Lugano e l’ingaggio d’inizio di Lugano-Zugo. Forse, semplicemente, quella figuraccia in casa dei tigrotti ha finalmente acceso l’alimentazione dell’orgoglio in casa bianconera, perché poco altro potrebbe spiegare la metamorfosi della squadra di Luca Gianinazzi avvenuta contro i campioni svizzeri in carica.
Certo, lo Zugo non sembra ancora quella squadra che girava a meraviglia la scorsa stagione, ma è pur sempre lo Zugo, e alzi la mano chi non ha pensato che Arcobello e compagni potessero rischiare un altro sonoro tracollo se non avessero alzato l’asticella della competizione.
E ancora meno probabilmente avevano osato sperare in una rinascita tale da andare ad annullare il passivo di 1-6 in una sola partita, per di più contro Kovar e compagnia cantante. E allora il Lugano questa vittoria deve prendersela tutta, per lo spirito di squadra, per l’orgoglio che seppur a piccole dosi hanno cominciato a mostrare anche Arcobello e Kaski, due tra i peggiori in questo inizio di stagione, ma soprattutto per la reazione rabbiosa che tutto il gruppo è riuscito a mettere in pista.
Gianinazzi lo aveva detto, per ora, aldilà del risultato gli importava soprattutto dei progressi come squadra e come entità sul ghiaccio, le reti e i punti sarebbero arrivati di conseguenza. Ed è stato lampante vedere come la semplicità di un gioco corto, compatto e con i giocatori pronti ad aiutarsi l’uno con l’altro quando erano in possesso del disco, abbia facilitato le cose.
Certo, forse martedì sera sono entrate anche quelle reti che non sono volute entrare nelle scorse giornate, ma a far ben sperare è il fatto che il Lugano queste sei reti le abbia cercate con tutta la sua forza, e anche uno Zugo ha dovuto cedere contro una squadra che ha voluto prendersi una rivincita dopo le ultime settimane.
Per Luca Gianinazzi è la prima vittoria da coach in National League, proprio nel giorno dell’arrivo in panchina di Matti Alatalo come assistente, e siamo sicuri che anche solo questa prima presenza del nuovo membro dello staff abbia tolto un bel po’ di pressione dalle spalle del coach, e la vittoria ha di conseguenza tolto un peso enorme dalle spalle di tutti.
Nella prestazione di grinta e orgoglio del Lugano c’è stato però anche molto dei nuovi dettami di gioco impartiti dallo staff tecnico, con uscite dal terzo difensivo più corte e sicure, una copertura dello slot basso che abbiamo visto spesso operata con tre uomini in linea, e poi una fase offensiva che va dritta nelle vie centrali, utilizzando il fisico dei giocatori ideali per quel ruolo.
Thürkauf ha dato un gran fastidio a Genoni e Hollenstein, Morini gli ha dato pure un gran da fare, ma finalmente Connolly ha trovato – si spera – la sua collocazione ideale davanti allo slot basso avversario, da dove è nato il suo hat-trick, frutto però anche di una partita finalmente convincente anche sul piano dell’attitudine.
Qualcosa è cambiato anche grazie al rientrante Marco Müller (tornato in formazione con Koskinen) di cui spesso si sottovaluta l’importanza in tutte le situazioni di gioco, ma la sua presenza è stata importantissima per dare profondità e centralità al gioco offensivo e per dare ad Arcobello una spalla con cui si capisce ad occhi chiusi. Come detto per il capitano bianconero si sono visti dei segnali di crescita, ma sia lui che Kaski (anche il finnico è stato comunque più attivo) sono attesi a prossimi passi avanti, anche se l’incisività sul gioco è comunque migliorata.
Una vittoria che fa bene a tutti, squadra, coach, tifosi e ambiente, ma anche una vittoria a cui va data continuità non solo in fatto di punti ma soprattutto sul piano della compattezza, dello spirito di squadra e dei miglioramenti negli schemi di gioco.
La vittoria contro lo Zugo è stata sicuramente corroborante ed esaltante, ed ha fatto tornare il sorriso a molti addetti ai lavori, ma nulla è stato ancora fatto sul lavoro stagionale, la miglior medicina sarà solamente quella che fa mantenere alta l’asticella. Il compito di Gianinazzi è appena iniziato e attraverserà ancora momenti difficili – anche perché il Lugano rimane invischiato sui fondi della classifica – ma forse questa è la vera base su cui cominciare a costruire sul serio e con umiltà.
IL PROTAGONISTA
Brett Connolly: Finora era un po’ un oggetto misterioso, vagava lontano dalla porta alla ricerca del tiro giusto, tra qualche finta e qualche tentativo poco convinto. Contro lo Zugo l’ex NHL ha spostato il suo raggio d’azione molto più nelle vicinanze della porta e il suo senso offensivo lo ha fatto arrivare sui dischi giusti, vivacizzando pure una prestazione finalmente dignitosa.