ZUGO – AMBRÌ
3-4
(0-1, 2-0, 1-2; 0-1)
Reti: 15’42 Maillet (Kubalik, De Luca) 0-1, 21’15 Herzog (Hofmann) 1-1, 27’07 Carlsson (Künzle) 2-1, 42’13 Bürgler (Müller) 2-2, 53’05 Simion (Senteler) 3-2, 55’59 Kubalik (Maillet, DiDomenico) 3-3, 60’19 Kubalik (Maillet, Virtanen) 3-4
Note: Bossard Arena, 7’700 spettatori
Arbitri: Stolc, Öhlund; Fuchs, Schlegel
Penalità: Zugo 3×2, Ambrì 2×2
Assenti: Gilles Senn, Daniele Grassi (infortunati), Kodie Curran, William Hedlund (sovrannumero), Rocco Pezzullo (Visp)
ZUGO – È un Ambrì Piotta che ha mostrato tanta fame e soprattutto pochi timori quello uscito vittorioso dalla Bossard Arena, dove i biancoblù hanno giocato una partita intensa e determinata, venendo infine premiati con due punti meritati e che danno ulteriore slancio in una corsa ai play-in che si farà sempre più serrata.
Ed è proprio l’atteggiamento mostrato dalla squadra di Cereda l’aspetto più significativo, con tante individualità che stanno mostrando carattere e un linguaggio del corpo complessivo che trasmette buona convinzione nei propri mezzi.
L’esempio è ovviamente dato dalla prima linea, con i loro tre attori – Maillet, DiDomenico e Kubalik – che sempre di più stanno mettendo l’accento sulle proprie singolari caratteristiche, trovando una costanza di rendimento eccezionale che sta trascinando l’intera squadra.
Ma non si fraintenda, tutti i blocchi hanno saputo creare e farsi valere soprattutto nel mantenere il disco in profondità, esercizio ben eseguito dai leventinesi e che ha contribuito a tenere il match sempre equilibrato. Nessuna delle due squadre ha infatti mai avuto il momentum in maniera netta, con un generale equilibrio che ha reso la partita un bello spettacolo da seguire.
Nel complesso è stata anche una prova senza particolari errori grossolani, anche se sui primi due gol dello Zugo i leventinesi avrebbero potuto uscirne indenni con una gestione più precisa del disco in uscita dal terzo. In quelle due circostanze poco ha potuto Juvonen, che per il resto ha giocato nuovamente una buona partita – poche colpe ha avuto anche sulla terza rete locale, nata da una deviazione con il corpo di Simion – e sfoderato anche vari interventi importanti che hanno impedito allo Zugo di esaltarsi.
La squadra di Cereda in questo senso è stata anche brava nel non perdere la propria struttura sul risultato di 2-1, quando incassare una terza rete locale avrebbe reso oltremodo difficile la serata. Sul fronte offensivo l’Ambrì non ha poi mai mollato, sfruttando con Maillet l’occasione più limpida del primo tempo, e poi lavorando a due passi da Genoni per costruirsi il 2-2 di Bürgler e infine la rete di Kubalik che ha mandato tutti all’overtime.
L’unico rammarico rimane invece quel disco arrivato proprio sul bastone di Bürgler a un paio di minuti dal 60esimo, quando al veterano si era presentata la chance di chiudere la sfida e intascare i tre punti. Il 20esimo overtime stagionale – oramai ne manca solo uno per superare il record del Davos – ha comunque avuto subito il sapore di un punto meritato e guadagnato, a cui se n’è poi aggiunto un secondo quando Kubalik ha fatto secco Genoni dopo appena 19’’ di supplementare. Questi sono insomma due punti di sostanza.
I biancoblù hanno così fermato la corsa dello Zugo, che aveva vinto sei partite consecutive, ma soprattutto alimentato una classifica che vede l’Ambrì tallonare da vicino Bienne, Langnau e Rapperswil. La lotta sarà serrata sino alla fine, ma i biancoblù stanno trovando un buon momento di forma proprio in questo inizio di rush finale, supportati anche da uno Juvonen che – dopo aver giocato la sua ultima partita completa a inizio dicembre – è stato bravo a farsi trovare pronto negli ultimi due match.
IL PROTAGONISTA
Dominik Kubalik: Ci sono stati vari giocatori leventinesi che hanno saputo distinguersi – tra questi anche il giovane Miles Müller – ma lo sniper ceco ha saputo nuovamente mettere il suo sigillo nei momenti in cui vanno decise le partite. Il lavoro che svolge la sua linea è fondamentale, porta tanto ritmo e tempo in zona offensiva, e pure lui è capace di segnare sia da pochi passi che da media distanza, sfruttando un tiro al laser che ha risolto velocemente l’overtime.