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Ambrì Piotta

Eric Landry: “Il Rapperswil ha voluto la vittoria più di noi, questo non può succedere”

Il coach dopo la sconfitta: “Sono stati bravi a metterci sotto pressione, mentre noi abbiamo commesso degli errori individuali. La costante in questa lega è dover sempre lavorare più degli avversari, non si scappa”

AMBRÌ – Ha vissuto una serata negativa l’Ambrì Piotta, che contro il Rapperswil non è riuscito a dare continuità alla bella prova di Davos, dimostrandosi una squadra ancora in un pieno processo di crescita.

“Il Rapperswil ha giocato bene, sono stati bravi a metterci sotto pressione, mentre noi abbiamo commesso degli errori individuali”, ci ha spiegato l’head coach Eric Landry. “Il loro portiere è inoltre stato bravo nel mantenerli in vantaggio una volta trovati alcuni gol… Da parte nostra ci sono infatti state delle buone occasioni da rete, specialmente nel secondo tempo, ma le cose non sono andate dalla nostra parte stavolta”.

Il powerplay inoltre non vi ha aiutato, anzi ha azzerato più volte un momentum in crescita…
“Esatto, quella fase non ha funzionato. In questo caso do anche del credito ai Lakers, hanno operato un’ottima pressione. Venerdì avevano perso e volevano rifarsi, mentre noi eravamo più rilassati dopo la vittoria ottenuta a Davos. Avremmo dovuto affrontare i contrasti più duramente e giocare maggiormente fisico, ma il Rappi ha voluto i dischi vaganti più di noi. Come detto però, le chance sono arrivate anche per noi, ma i rimbalzi fortunati stavolta sono andati dalla parte opposta”.

C’è insomma stata l’attitudine sbagliata…
“Come detto, il Rapperswil voleva di più la vittoria, e questo non può succedere. Su questo dovremo riflettere e prendere provvedimenti, sicuramente. Se è stato difficile motivare la squadra dopo Davos? In questo siamo ancora in una fase di apprendimento – staff e giocatori – e al termine di una vittoria come quella nei Grigioni avevamo speso tante emozioni. C’era il sentimento di aver raggiunto qualcosa. In questi termini possiamo dire di aver imparato qualcosa della nostra squadra”.

Cosa puoi dirci invece di Cajkovsky? Per lui non è stato facile…
“Non giocava da un po’, dunque per noi era importante dargli dei minuti di ghiaccio. Dovrà assimilare il nostro sistema di gioco, e cambiare lega richiede comunque un processo di adattamento. Lui è abituato a piste più piccole, quelle che per la maggior parte vengono usate in KHL”.

Hai degli aggiornamenti in merito alle condizioni di André Heim?
“Non ancora, restiamo sempre in attesa del responso da parte dei medici”.

Ora arriva la trasferta di Zurigo. È una di quelle partite che vi piace, in cui siete gli underdog?
“Beh, ogni tanto è bello anche non esserlo (ride, ndr). Scherzi a parte, non approcciamo le sfide in questa maniera, andremo lì per vincere la partita. Nessuna partita in questa lega è scontata, come dimostrano le nostre ultime due. La costante è che per vincere bisogna lavorare più degli avversari, questo è sicuro”.

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