
LUGANO – Reduce sin qui da una stagione difficile ed arrivato a Lugano all’ultimo momento, l’attaccante svedese Einar Emanuelsson non poteva vivere un debutto più positivo in bianconero, firmando il gol decisivo al termine di una serata entusiasmante per il club.
“È stata un’esperienza difficile da descrivere. Tutto è andato molto velocemente, ci sono state subito tante cose da imparare e non sapevo bene cosa aspettarmi, anche se i miei compagni mi avevano anticipato che sarebbe stata una partita selvaggia”, ci ha raccontato sorridente Emanuelsson. “Non immaginavo però che l’ambiente fosse così rumoroso, con i tifosi letteralmente impazziti. È stato divertente. Inoltre, visto che era la mia prima partita, volevo davvero vincerla, dunque sono felice e sollevato. Però, come detto, sono successe molte cose in pochissimo tempo. Ora voglio solo andare a casa e assimilare il tutto (ride, ndr)”.
Hai giocato una carriera intera in una sola squadra. Com’è stato per te vestire per la prima volta una maglia diversa da quella del Lulea?
“È vero, ho giocato con la stessa squadra per un gran numero di anni – non mi ricordo nemmeno io quanti – ed è casa mia. Dunque ovviamente non è stato come lasciare una squadra qualunque, l’ho vissuto quasi come se fosse un vero trasloco molto lontano. È una sfida, indubbiamente, ma le cose stanno andando bene. Sono felice della mia decisione, anche perché in molti sognano di poter giocare in Svizzera. Qui inoltre ho trovato una bella città… Quando ho lasciato Lulea la temperatura era di -19, con tanto buio e tanta neve, mentre a Lugano c’è sicuramente una meteo di cui per me sarà bello approfittare”.
Come hai reagito quando hai realizzato che avresti dovuto lasciare la tua squadra? Eri deluso dalla situazione?
“Ovviamente quando si arriva al punto di dover partire c’è sempre della delusione. In una situazione ideale si vuole fare bene ed essere performanti. Ma in squadra c’erano tanti attaccanti, e l’hockey a questo livello funziona così. Queste cose capitano. Devi semplicemente guardare avanti, anche se devo ancora realizzare bene quanto è successo. Tra qualche settimana avrò sicuramente una risposta migliore”.
Dai tuoi numeri sappiamo che non sei uno scorer, però sei arrivato ed hai subito messo a segno la rete decisiva…
“Eh sì, stavo vivendo delle difficoltà nel trovare il gol. Quando ero più giovane avevo un maggiore impatto offensivo, dunque per me è stato bello arrivare a Lugano e poter iniziare il mio percorso qui in questa maniera. È un sollievo”.
Il Lugano, presentandoti, ha parlato anche di un uomo da spogliatoio, utile a non alterare la chimica di squadra. Tu che giocatore sei in questo senso?
“In realtà non ho mai pensato a me stesso in questi termini. Però nella mia mentalità c’è il fatto che nell’hockey il concetto di squadra è fondamentale, dunque anche a livello individuale devi essere al servizio del gruppo per avere successo”.
Una differenza rispetto a quanto sei abituato in Svezia è il fatto che qui sei un giocatore straniero. Questo cambia qualcosa per te?
“Beh, tutti sanno che stavo vivendo un momento difficile, dunque non credo ci sia qualcuno che si aspetti di vedermi arrivare a Lugano e mettere a segno tanti punti. Ovviamente però voglio mostrare di essere un buon giocatore, questo sì. Arrivo da una situazione che era dura per me, ho dovuto prendere velocemente una decisione, che però sono convinto sia quella giusta. Darò tutto per fare bene, insomma”.



