AMBRÌ – BERNA
4-3
(0-1, 1-2, 2-0; 1-0)
Reti: 4’33 Untersander (Pestoni, Scherwey) 0-1, 25’12 J. Gerber (Jeffrey, Blum) 0-2, 25’50 Haas (Blum, Burren) 0-3, 33’06 Trisconi (Fohrler, Neuenschwander) 1-3, 40’36 Nättinen (Novotny) 2-3, 42’43 Nättinen (Novotny, Zwerger) 3-3
Rigori: Novotny, Untersander, Flynn, Zwerger
Note: Valascia, 30 spettatori. Arbitri Hebeisen, Piechczek; Altmann, Dreyfus
Penalità: Ambrì 3×2′, Berna 5×2′
Assenti: Patrick Incir, Isacco Dotti, Elias Bianchi, Marco Müller, Matt D’Agostini (infortunati), Benjamin Conz, Dario Rohrbach, Christian Pinana (quarantena)
AMBRÌ – È esattamente di queste vittorie che ha bisogno l’Ambrì Piotta. Di quelle che non solo vanno ad aggiungere punti alla classifica, ma che arrivano al termine di prestazioni vissute in crescendo e che contribuiscono così a plasmare e cementare l’identità della squadra. Se si pensa poi alla sbiadita partita di martedì ecco che il successo contro il Berna – squadra che si è confermata fragile – assume una certa importanza, a ribadire che il gruppo ha le potenzialità di trovare quella costanza per poi essere più regolare nelle sue prestazioni.
Significativo dunque che a segnare il rigore decisivo sia stato Zwerger, lui che la costanza la sta ancora cercando ed intercala nelle sue prestazioni fasi confuse ad altre più brillanti, ma che dai sorrisi di fine partita potrebbe proprio trovare la base giusta per tornare ai suoi livelli.
Questo è però un discorso che riguarda l’intera squadra, che da metà incontro ha mostrato il lato migliore di sé ed è riuscita a raddrizzare una serata che sembrava oramai segnata in negativo. Nella prima mezz’ora l’Ambrì si è infatti presentato in pista senza troppo mordente, ritrovandosi spesso ad inseguire puck ed avversari, senza mai riuscire ad inanellare una serie di cambi consecutivi a buon ritmo.
La squadra di Nachbaur ne ha così approfittato per far leva sul tasso tecnico superiore di alcuni suoi elementi, mantenendo un possesso quasi costante del disco ed uscendo in maniera pulita dal terzo difensivo quando l’Ambrì provava a giocare in profondità per applicare il proprio forecheck. Certo, i leventinesi hanno mostrato qualche fase promettente tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, me le due reti segnate nel giro di 38 secondi da Jeremi Gerber e Haas parevano poter mandare agli archivi la partita.
Cereda ha chiamato immediatamente il timeout, ma il suo Ambrì non ha reagito immediatamente, ed anzi si sono anche viste alcune azioni poco ispirate in cui sono stati i singoli e non il collettivo a tentare di raddrizzare la barca. La giusta direzione l’ha però mostrata il bottom six, con i vari Goi, Trisconi oppure Grassi bravissimi nell’insistere nel loro gioco energico e fisico, sino ad arrivare al gol che ha ridato ossigeno alla partita.
La tendenza si è definitivamente invertita quando Nättinen ha battuto Wüthrich dopo soli 36 secondi nel terzo tempo, ed il finlandese ha poi completato l’opera qualche minuto più tardi impattando la contesa e segnando quello che per lui è addirittura già il decimo gol stagionale. L’attaccante ha così ribadito il primato di lega in termini di reti, e nel finale è andato anche vicinissimo all’hat trick, ma il portiere ospite in quella circostanza ha saputo superarsi.
L’Ambrì Piotta non è infatti riuscito a fare suo l’incontro nonostante tre powerplay giocati nella terza frazione, ed oltre al tiro al volo di Nättinen e qualche conclusione nel traffico di Fora i biancoblù dovranno ancora lavorare per costruirsi delle “armi alternative” per rendere pericolosi entrambi gli special teams. L’attuale contesto reclama però un po’ di pazienza, viste che le numerose assenze ed il calendario “a singhiozzo” non hanno sinora permesso di dare continuità alle combinazioni sul ghiaccio.
Tema che potrebbe confermarsi d’attualità visto l’infortunio rimediato da Horansky nel periodo centrale – lo slovacco non è sceso in pista nel terzo tempo – anche se un’eventuale sua assenza potrà essere compensata dall’imminente rientro di Rohrbach.
I biancoblù hanno poi raccolto ai rigori ciò che hanno seminato grazie alla loro tenacia, con Ciaccio che ha messo un punto esclamativo sull’ennesima buona prestazione, mentre le reti decisive sono arrivate dai bastoni di Novotny, Flynn e Zwerger.
L’Ambrì è così potuto tornare a sorridere, regalando ai pochi intimi della Valascia una prestazione sulle prime incerta ma poi caratterizzata da carattere ed emozioni. Ed ora arriva il derby, dove per prevalere serviranno proprio questi ingredienti.
IL PROTAGONISTA
Noele Trisconi: In una miriade di variabili, lui rappresenta sempre una costante. Il piccolo numero 18 non si arrende mai, ed anche venerdì è stato tra i giocatori fondamentali che ha indicato la giusta via.
Il titolo di “protagonista” andrebbe però assegnato all’intero bottom six, con i vari Goi, Kostner oppure Grassi che hanno portato sul ghiaccio un gioco corale e determinato che è stato da ispirazione per tutti.
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