LUGANO – ZSC LIONS
1-4
(1-1, 0-2, 0-1)
Reti: 0’51 Quenneville (Malgin) 0-1, 12’53 Fazzini (Alatalo, Arcobello) 1-1, 30’34 Andrighetto (Roe, Phil Baltisberger) 1-2, 36’14 Andrighetto (Krüger, Geering) 1-3, 55’30 Malgin 1-4
Note: Corner Arena, 4’729 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Fluri; Fuchs, Duarte
Penalità: Lugano 5×2′ + 1 x rigore, ZSC Lions 5×2′
Assenti: Romain Loeffel, Daniel Carr, Niklas Schlegel, Samuel Guerra (infortunati), Evan Tschumi, Yves Stoffel, Leland Irving (sovrannumero), Nicolò Ugazzi, Riccardo Werder, Jari Näser (Rockets)
LUGANO – Non si può certo dire che il Lugano non ci abbia provato, ma contro gli ZSC Lions ad emergere – oltre alla volontà dei bianconeri di reagire ad un momento di crisi – è stata anche l’evidenza che la cosa di cui più necessita la squadra di McSorley è una pausa. Per riordinare le idee, fare il pieno di energie e staccare anche un po’ da un circolo vizioso che impedisce al gruppo di esprimere il suo potenziale.
È in questo contesto che lo Zurigo è riuscito ad imporsi sostanzialmente senza dannarsi l’anima, gestendo a partire dal periodo centrale un match in cui Andrighetto e compagni sono apparsi spesso e volentieri in assoluto controllo, mentre il Lugano cercava in tutti i modi di dare una scossa ad una manovra offensiva volenterosa ma anche piuttosto innocua.
Al gruppo di McSorley è mancata l’intensità e la giusta personalità per rendere davvero combattuta questa partita, ed in definitiva il momento migliore del Lugano è rimasto la seconda metà del primo tempo, dopo il bel gol di Fazzini a cui hanno fatto seguito alcuni cambi anche arrembanti.
Quella reazione è sembrata promettente – soprattutto considerando il gol incassato dopo appena 51 secondi di gioco – ma a 5-contro-5 i Lions hanno messo in pista una solidità che i bianconeri hanno fatto una fatica tremenda a scalfire. Il Lugano si è inoltre complicato di nuovo la vita commettendo tante penalità, troppe per sperare che lo Zurigo non ne approfittasse per dare una precisa direzione alla sfida.
Non sorprende dunque che nel giro di qualche minuto gli ospiti abbiano sostanzialmente archiviato la pendenza, con la doppietta di Andrighetto che ha lanciato un chiaro segnale alle ambizioni bianconere. Tra i pali Fadani ha fatto quello che ha potuto, giocando complessivamente una buona prova ed evitando di farsi superare quando lo Zurigo ha potuto usufruire di un rigore a metà incontro.
Al Lugano è però mancato tutto il resto, con una manovra poco incisiva e che è orfana anche di quegli acuti dei singoli che possono dare energia al resto del gruppo. Fazzini ci ha provato, ed oltre al gol si è reso pericoloso in qualche altra circostanza, ma per il resto i vari Arcobello, Hudacek – per la prima volta spostato al centro – oppure il rientrante Boedker si sono limitati a gravitare nelle periferie delle azioni.
Le preoccupazioni sono insomma quelle che abbiamo imparato a conoscere nelle ultime uscite, e se da un lato fa specie assistere ad una partita in cui si ha costantemente una sensazione di impotenza verso gli avversari, dall’altro resta positiva la volontà mostrata da buona parte del gruppo. Mancano però una certa lucidità, quella che ti permette di avere un’esecuzione più pulita ed una generale costanza sui 60 minuti, fattori questi che il Lugano dovrà acquisire approfittando della pausa.
Domenichelli ha assicurato che nella seconda metà di novembre vedremo un Lugano diverso, ed è chiaro che la potenzialità della squadra va ben oltre il bilancio attuale di otto sconfitte nelle ultime dieci partite, così come delle appena quattro reti segnate nelle più recenti quattro uscite.
La classifica parla di un decimo posto se si considera la media punti, e nello scontro diretto con il Berna di sabato i bianconeri dovranno davvero stringere i denti e fare di tutto per strappare un risultato positivo. Poi finalmente si potrà tirare il fiato, e qualcosa dovrà cambiare per davvero.
IL PROTAGONISTA
Sven Andrighetto: È un po’ il simbolo di ciò che manca al Lugano in questo momento, ovvero la sicurezza in sé stesso e la capacità di colpire in maniera fredda nei momenti importanti. Quando il puck è sul suo bastone riesce sempre a gestirlo con classe e sicurezza, ed appena vede uno spazio concesso da Fadani non ci pensa due volte a sfruttarlo. La sua doppietta nel giro di 6 minuti nel periodo centrale ha deciso l’incontro, e quelle reti le ha infilate con grande facilità.
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