DAVOS – AMBRÌ
3-1
(1-0, 0-1, 2-0)
Reti: 5’27 Marc Wieser (Jung) 1-0, 33’34 Pestoni (Zwerger, Shore) 1-1, 58’50 Corvi (Nordström) 2-1, 59’35 Stransky (Dahlbeck) 3-1
Note: Eisstadion Davos, 3’503 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Wiegand; Kehrli, Stalder
Penalità: Davos 3×2′, Ambrì Piotta 3×2′ + 1 x rigore
Assenti: Kilian Zündel, Brandon McMillan (sovrannumero), Zaccheo Dotti (ammalato), Stefan Müller (infortunato), Noah Patenaude, Rocco Pezzullo, Josselin Dufey (Ticino Rockets)
DAVOS – È stata indubbiamente la partita più frustrante della stagione per l’Ambrì Piotta, che a lungo ha lottato con la sua incapacità di convertire in gol una mole di gioco ed occasioni superiore a quella degli avversari, ed alla fine – come spesso succede quando si lasciano per strada troppe occasioni – ha pagato la leggerezza di Heim in zona difensiva ritrovandosi alla terza sirena con un pugno di mosche.
La partita in senso generale non è stata comunque brillante, anzi si è sviluppata perlopiù tra una miriade di imprecisioni da parte delle due squadre e dei ritmi blandi, con continui cambi di possesso ed una tendenza a rincorrere il puck che non ha fatto bene allo spettacolo. In tutto questo però la squadra di Cereda è stata la più intraprendente – in maniera netta dal secondo tempo – ed ha continuato a macinare gioco nella speranza che a furia di insistere un secondo disco sarebbe finito alle spalle di Aeschlimann.
Il portiere del Davos ha però giocato un’ottima partita e non si è fatto sorprendere, un po’ per bravura sua, ma in altre circostanze anche approfittando del poco killer instinct degli avversari. L’immagine la si è avuta su quel fondamentale 5-contro-3 nel terzo periodo, quando Bürgler tutto solo nello slot ha preferito tentare un ulteriore passaggio a Spacek piuttosto che andare al tiro.
C’è stata anche un po’ di sfortuna, come su quella conclusione bloccata da Nygren su Pestoni a porta sguarnita, ma in generale la manovra dei leventinesi è stata convincente solamente per la testardaggine nel continuare ad insistere, ma mai per la sua esecuzione. Le iniziative sono arrivate un po’ da tutti, a partire dai difensori che si sono spesso sganciati in avanti, ai vari Spacek, Pestoni oppure Chlapik (dieci tiri in porta per lui!), ma l’unica rete è rimasta quella del ticinese a metà incontro.
Il Davos il gol d’apertura l’aveva invece trovato con Marc Wieser, abile con un tiro di rara precisione a sfruttare l’unico pertugio lasciato aperto da Juvonen tra la spalla e l’incrocio dei pali. Diversi però gli errori dei grigionesi, che hanno spesso prestato il fianco alle ripartenze biancoblù, tanto che nelle serate migliori l’Ambrì Piotta questa partita avrebbe potuto vincerla con buono scarto.
La serata “un po’ così” della squadra di Wohlwend è anche da contestualizzare con un’infermeria che ospitava ben sette elementi, tra cui giocatori di spessore come Bristedt, Rasmussen oppure l’ex Fora. Solamente quattro dunque gli stranieri schierati nell’ambito di un lineup in emergenza e che all’ala della prima linea ha visto sul foglio partita addirittura Barandun, che è un difensore, mentre la quarta linea era composta da giovani.
Con un’esecuzione che fatica a ritrovare la lucidità di inizio campionato, ed un mordente che ancora manca per andare a battagliare nello slot offensivo, la partita dell’Ambrì è finita con il più classico degli epiloghi di quando si lasciano per strada troppe occasioni. L’errore di Heim ed il conseguente gol di Corvi (solamente alla prima segnatura stagionale) ha portato ad un risultato ingeneroso, ma che lascia in eredità ai leventinesi una dura lezione.
In retrovia Juvonen ha fatto ciò che ha potuto – parando anche in rigore proprio su Corvi – e per tutta la serata si ha avuto la netta sensazione che la partita fosse alla portata dell’Ambrì Piotta, ma qualcosa è mancato. Cereda è tornato a proporre un lineup più “canonico” rispetto al recente passato, con i cechi nella stessa linea e Shore nuovamente tra Zwerger e Pestoni, con l’americano autore stavolta di una buona prova (con anche il 57.89% agli ingaggi) mentre l’austriaco continua a cercare la forma di inizio torneo.
Ancora infruttuoso il powerplay, arrivato alla sesta partita senza trovare un gol (18 opportunità consecutive) e che nemmeno in quel minuto a 5-contro-3 ha saputo dare la scossa decisiva alla partita. Il problema non sembra però essere legato propriamente alle fasi di superiorità – con l’uomo in più si sono costruite chance interessanti – ma piuttosto è anche qui l’esecuzione e la concretezza che fanno difetto.
C’è da preoccuparsi? Un pochino forse sì, perché per l’Ambrì Piotta questa era la quinta sconfitta delle ultime sei partite – i tre punti mancano invece da sette incontri – ma in generale la squadra di Cereda produce gioco ed è in una fase di assestamento, dunque bisognerà attendere per capire davvero il livello su cui possono stabilizzarsi i biancoblù. Un calo era insomma fisiologico ed atteso, ma è indubbio che una partita come quella di martedì l’Ambrì ha tutti i mezzi per riuscire a vincerla.
IL PROTAGONISTA
Sandro Aeschlimann: In una partita con tante assenze e con alle spalle alcune prestazioni non molto brillanti, non era una serata semplice per il portiere del Davos, che è però stato bravissimo nel rispedire costantemente al mittente le iniziative dell’Ambrì. Bravo nel farsi trovare sempre in posizione senza mai andare in affanno, ha parato complessivamente 36 tiri e permesso ai suoi di incassare tre punti preziosi.