DAVOS – LUGANO
2-1
(0-0, 1-1, 1-0)
Reti: 26’43 Thürkauf (Joly, LaLeggia) 0-1, 34’24 Nussbaumer (Stransky, Näkyvä) 1-1, 51’18 Frehner (Bristedt, Dahlbeck) 2-1
Note: Eisstadion, 6’547 spettatori
Arbitri: Stolc, Dipietro; Obwegeser, Burgi
Penalità: Davos 3×2, Lugano 1×2
Assenti: Daniel Carr, Marco Müller, Lorenzo Canonica, Julian Walker, Markus Granlund, Arttu Ruotsalainen (infortunati), Jeremi Gerber (ammalato), Arno Snellman, Niklas Schlegel (sovrannumero)
DAVOS – L’inizio di 2024 per il Lugano ha lasciato un certo sapore di amaro nella bocca dei bianconeri. Un po’ perché degli infortunati non è ancora rientrato nessuno e non si sanno ancora i tempi precisi nemmeno per il più “vicino” dei sette, ossia Ruotsalainen, e un bel po’ invece perché nel primo impegno di questo impegnativo primo scorcio del nuovo anno i bianconeri sono tornati con un pugno di mosche dopo una prova gagliarda in quel di Davos.
Contro i freschissimi vincitori della Coppa Spengler gli uomini di Gianinazzi hanno aperto un trittico durissimo che li vedrà poi impegnati a Les Vernets contro il Ginevra – altro avversario diretto nella lotta al sesto posto – e poi in casa contro lo Zugo, il tutto sempre con l’incertezza sulla formazione da schierare, anche se a questo punto la si può convertire in certezza, viste le assenze che ormai sono diventate abitudine.
Ma in questa dura abitudine il Lugano ci sguazza ormai da mesi e da parecchie partite Thürkauf e compagni non hanno mai tradito sul piano della prestazione, così come sul ghiaccio grigionese dove almeno un punto o due l’avrebbero meritato.
Certo, con meriti e morale non si va da nessuna parte, ma aldilà di una sconfitta maturata solo nel finale di partita era importante dare un segnale anche in questo anno nuovo, confermando che la squadra – con anche Joly alle prese con un’influenza intestinale, tanto per stare allegri – è sempre sul pezzo per cercare di compensare le sue mancanze.
Ovviamente contro i gialloblù i ticinesi ci hanno messo un po’ a carburare e a raggiungere il ritmo giusto, dato che a parte i tre canadesi e Andersson la squadra è rimasta una settimana ferma a differenza di un avversario che ha il ritmo della Spengler nelle gambe.
Bravo il Lugano a tenere il ghiaccio nel primo periodo, resistendo sull’immediato sforzo dei padroni di casa durato una decina di minuti, prima di cominciare a crescere piano piano ma con costanza, entrando nel periodo centrale con il picco massimo di brillantezza confrontato al Davos.
Proprio nella seconda frazione di gioco Thürkauf e compagni si sono fatti preferire, trovando il vantaggio proprio con il capitano su grande imbeccata di Joly, avventurandosi in diversi attacchi pericolosi verso la porta dell’ottimo Senn, senza però trovare quello che sarebbe stato un fondamentale quanto meritato raddoppio. E su questo punto vanno messi in conto due power play ben giocati ma sterili, con i quali si sono cercate soluzioni nello slot basso ma senza mai trovare il colpo risolutivo o la carambola anche fortunata, con il Davos poi capace di colpire proprio in scia a quelle situazioni con un gol appunto “sporco” ma decisivo.
Un peccato per gli ospiti non aver trovato un almeno piccolo allungo in quei momenti favorevoli, perché era da mettere in conto un calo di brillantezza nel terzo periodo contro un Davos in grado invece di allungare lo sforzo più a lungo, e nel momento in cui le due squadre si sono aperte, commettendo i primi errori difensivi di una partita vivace ed energica ma giocata bene da entrambe, a farne le spese è stata la formazione di Luca Gianinazzi, incapace in un’unica occasione di proteggere l’ottimo Koskinen.
Certo che l’amaro in bocca poi è aumentato con le due quantomeno dubbie decisioni arbitrali nel finale, con la rete annullata a Thürkauf – giusto annullarla in sede video con immagini non chiare, mantenendo la prima decisione, ma sbagliato in quel caso prenderne subito una sul ghiaccio in un caso così dubbio, legandosi di fatto alla prima – e la penalità prima data al giocatore sbagliato e poi tolta del tutto sul conto dei padroni di casa a un minuto dalla fine con Arcobello e compagni in sei contro cinque.
Di questo però possiamo discuterne noi addetti esterni o i tifosi, la sostanza dice che il Lugano è uscito sconfitto da questo primo impegno del 2024, ma tornando a meriti e morale, possiamo stare tranquilli sul fatto che a livello di prestazione (finché le energie erano disponibili) in questo anno nuovo abbiamo visto un Lugano vecchio. E stavolta è sicuramente un bene.
IL PROTAGONISTA
Matej Stransky: Il topscorer del Davos è una vera forza della natura. Ultimamente non brilla moltissimo sotto porta ma contro il Lugano il ceco è stato l’uomo più difficile da controllare per i bianconeri. Decisivo sul pareggio di Nussbaumer quando si è portato a spasso mezza linea dei bianconeri, Stransky ha lavorato tantissimo anche nel terzo tempo per difendere il vantaggio, sacrificandosi nella gestjone del disco e nel lavoro fisico, rendendo la vita durissima alla difesa del Lugano.