AMBRÌ – DAVOS
2-1
(0-0, 1-1, 0-0; 1-0)
Reti: 34’18 Frehner (Fora, Tambellini) 0-1 36’17 Heed (Bürgler, Pestoni) 1-1, 63’49 Heim (Virtanen, Bürgler) 2-1
Note: Gottardo Arena, 6’180 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Arpagaus; Cattaneo, Schlegel
Penalità: Ambrì 2×2, Davos 5×2 + 1×20 + 2x rigore
Assenti: Diego Kostner, Rocco Pezzullo, Philippe Maillet, Isacco Dotti (infortunati), Janne Juvonen, Yannick Brüschweiler, William Hedlund (sovrannumero)
AMBRÌ – In una serata dalle tante occasioni non concretizzate, ma in cui anche Gilles Senn tra i pali ha dovuto giocare una partita maiuscola per limitare il Davos ad una sola rete, il bicchiere per l’Ambrì Piotta è sicuramente da considerarsi mezzo pieno.
Certo, c’è da mangiarsi le mani pensando alla grande quantità di chance che i leventinesi hanno avuto per far loro la partita nei tempi regolamentari, ma considerando che siamo ad inizio ottobre e diversi elementi importanti sono ancora lontani dalla miglior forma, l’avere come filo conduttore di inizio stagione il gran numero di occasioni create – pur peccando di freddezza e concretezza – è in sostanza la base su cui costruire tutto il resto.
La squadra di Cereda infatti “gira bene”, è viva ed affamata, e soprattutto ha il potenziale per svoltare l’angolo ed iniziare a segnare di più. Ne è una chiara immagine Dominik Kubalik, che martedì ha provato in tutti i modi ad infilare un puck alle spalle di Aeschlimann, mostrando anche la giusta cattiveria nello slot ma trovando nella sfortuna un ostacolo anche stavolta insormontabile. Il rigore sciupato nel periodo centrale non è da lui, mentre il palo clamoroso del terzo periodo si è sommato a quello fatto risuonare da Pestoni nella stessa situazione di powerplay.
In generale l’Ambrì dovrà fare presto un passo avanti in termini di pulizia d’esecuzione e freddezza sotto porta, processo questo che stenta a decollare dopo un paio di settimane di campionato, ma che può prendersi ancora del tempo grazie al bottino di punti comunque buono che nel frattempo la squadra sta mettendo in tasca.
Ottenere risultati utili con grande costanza sta infatti diventando un pregio in una lega estremamente equilibrata, ed ultimamente i ragazzi di Cereda stanno anche facendo dei passi avanti in termini di ritmo. Nell’occasione ci sono però voluti una decina di minuti per carburare, con il Davos capace di iniziare sicuramente meglio il match e l’Ambrì che si è affidato sin da subito alle parate dell’ottimo Senn.
Il gran pattinaggio dei grigionesi inizialmente è apparso difficile da gestire, ma dal periodo centrale la partita si è stabilizzata su un certo equilibrio, con anzi i biancoblù più manovrieri in zona offensiva ed il Davos invece più incline ad essere pericoloso in ripartenza. Zadina e compagni hanno infatti fatto valere il loro gioco in transizione, arma che invece per la squadra di Cereda si sta rivelando meno ficcante di quanto si poteva pensare, anche ad immagine di un Jonathan Ang davvero troppo fumoso.
Il canadese è infatti apparso lontano dal gioco e non si è quasi mai reso pericoloso, e nemmeno con il suo pattinaggio ha saputo creare spazi interessanti per un finalizzatore come Bürgler oppure un uomo da slot come Lilja. La speranza è che con il rientro di Maillet ed il suo ritorno all’ala, anche Ang possa ritrovare quella direzione che nel preseason era apparsa promettente.
Molto importante invece che a trovare il gol della vittoria sia stato Heim, capace di infilare il puck decisivo dopo che nell’overtime l’Ambrì aveva fallito un secondo rigore – conquistato da Kubalik e non trasformato da Heed – e che per tutto il terzo tempo aveva spinto a più non posso alla ricerca dell’episodio risolutore.
L’equilibrio nel punteggio a conti fatti aveva comunque rispecchiato quanto visto in pista, con il Davos che con merito era stato il primo a sbloccare il risultato grazie a Frehner, mentre l’Ambrì aveva risposto grazie ad un gran tiro di Heed in powerplay. A fianco della svedese si è confermato solido Kodie Curran, che sta sicuramente mettendo sul tavolo degli argomenti interessanti per un eventuale prolungamento di contratto, soprattutto se Senn continuerà su questi livelli.
La squadra di Cereda ha insomma lasciato per strada un altro punticino che avrebbe potuto fare suo, ma nel frattempo sta crescendo e continua a muovere la classifica, fermo restando che su alcuni episodi ci si è messa anche un po’ di sfortuna. L’Ambrì Piotta sinora è stata la squadra a colpire più ferri (7), mentre Kubalik è il giocatore ad aver avuto più sfortuna in quel senso (3). Insomma, se son rose…
IL PROTAGONISTA
Gilles Senn: Il nuovo portiere leventinese sinora non ha sbagliato nessuna partita, ed anzi quella giocata contro la sua ex squadra è stata per lui la miglior prova stagionale, con quasi il 97% di interventi e diverse parate dall’alto coefficiente di difficoltà. Senn ha però reagito bene a tutte le situazione, sia che si trattasse di gestire tiri nel traffico oppure rimasti nello slot, ma anche quando ha dovuto confrontarsi a tu-per-tu con elementi letali come Zadina.
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