BRATISLAVA – Prima di spostarsi a Kosice per il quarto di finale che vedrà la Svizzera sfidare il Canada, le attenzioni di Paolo Duca mercoledì pomeriggio erano tutte alla Ondrej Nepela Arena di Bratislava, dove si è svolto il sorteggio della prossima edizione della CHL.
Le urne hanno riservato all’Ambrì Piotta degli avversari impegnativi ma sicuramente interessanti, che hanno lasciato soddisfatto il DS biancoblù.
“Siamo contenti, anche se sono naturalmente squadre che non conosciamo bene”, ha commentato Duca. “Monaco è la più vicina geograficamente e negli ultimi anni i Red Bull hanno dominato il campionato DEL, dunque si tratta di un avversario molto forte che nella passata edizione della CHL è arrivato sino alla finale. Il Färjestad ha invece vinto la regular season in Svezia ed è poi stato eliminato in semifinale di playoff, mentre il Banska Bystrica è il campione slovacco in carica. Insomma, tutte avversarie decisamente impegnative, ora sono curioso di vedere come proseguirà questa avventura”.
Paolo Duca, vista la logistica della Valascia è da prevedere un inizio di torneo lontano dalla Svizzera?
“Sì, giocheremo con tutte le probabilità le prime due partite in trasferta, la terza e la quarta in casa, e nel mese di ottobre se ne giocherà una alla Valascia e l’altra in trasferta. Questa è in generale la struttura del calendario CHL, e vista la nostra situazione a livello di infrastruttura credo che riusciremo a disputare i primi impegni all’estero. Avere il ghiaccio ad Ambrì a fine agosto non è praticamente fattibile”.
Con quale spirito l’Ambrì Piotta torna sul palcoscenico europeo?
“L’obiettivo è quello di non sfigurare e di cercare di fare il meglio possibile. Vogliamo vivere una bella esperienza cercando di giocarcela al massimo delle nostre potenzialità. Questo è ciò che vogliamo fare, pur non conoscendo questa competizione… Avendo poca esperienza è difficile immaginare le dinamiche di partite e trasferte, così come il livello degli avversari”.
Da una parte con la CHL arrivano nuove esperienze e visibilità, ma dall’altra insidie finanziarie ed impegni aggiuntivi…
“Personalmente guardo alla parte sportiva e dunque mi concentro sugli aspetti positivi legati a questa esperienza. Logicamente bisognerà far quadrare i conti, ci stiamo lavorando e sarà anche dal punto di vista finanziario una sfida. Speriamo di riuscire a creare l’interesse giusto, coinvolgendo il pubblico e qualche sponsor, così da poter sostenere soprattutto i costi relativi alle trasferte. Cercheremo di uscirne alla pari”.
Il vostro inizio di stagione si è complicato con l’assenza di Conz, con quali dinamiche si è arrivati a questo infortunio?
“Aveva da qualche tempo un fastidio in zona pelvica. Inizialmente si è pensato ad un problema muscolare, poi ci si è concentrati sull’adduttore e alla fine quando si è visto che il dolore persisteva si è andati avanti nella ricerca della causa, finché l’ultimo esame – quello con il liquido di contrasto – ha messo in evidenza un problema all’anca che necessitava un intervento. Ci è voluto un po’ di tempo perché il test che ha portato alla luce il problema era di tipo invasivo, e dunque non il primo che si effettua… Ci si arriva a livello medico solamente dopo averne esclusi altri”.
Da quanto tempo si trascinava questo problema?
“Sul finale di stagione aveva già dei fastidi, attorno all’ultimo mese di stagione all’incirca. A quel punto del campionato però ci sono in squadra altri venti giocatori che hanno dei fastidi, che spesso e volentieri sono da ricondurre a problemi muscolari che poi si risolvono. Dunque anche nel suo caso, nonostante dei dolori agli adduttori, non si è andati a pensare subito che si sarebbe dovuti ricorrere all’operazione di un’anca. Logicamente in un mondo ideale sarebbe stato bello averlo saputo con un mese di anticipo, ma con il senno di poi tutti sappiamo fare meglio”.
Sei alla ricerca di un sostituto che possa giocare un buon numero di partite, oppure di un semplice backup per Manzato?
“Prediligo la via di un sostituto in grado di spalleggiare Manzato, perché gli impegni sono veramente tanti, dunque non vorremmo finire per sovraccaricare anche lui e ritrovarci con un problema ancora più grande. Nella passata stagione abbiamo costruito una buona dinamica grazie ad un team di portieri capace di lavorare assieme, con due elementi che erano interscambiabili. Per noi questo è fondamentale, pensando anche al fatto che statisticamente riceviamo più tiri di altre squadre. Avevamo scelto questa strategia che ha funzionato bene, dunque vorremmo trovare qualcuno almeno sino alla pausa nazionale di novembre in grado di supportare Manzato e ricreare la dinamica”.
Guarderai anche al mercato straniero?
“La priorità per me è quella di cercare una soluzione svizzera, ma non ce ne sono tantissime e la probabilità che vada in porto una soluzione in questo senso è piuttosto bassa. Se non dovessimo trovare un giocatore svizzero in grado di ricoprire il ruolo, allora probabilmente valuteremo che possibilità ci sono sul mercato degli stranieri”.