DAVOS – La prima avventura alla Coppa Spengler dell’Ambrì Piotta si è fermata in semifinale, il trofeo se lo contenderanno il Team Canada e l’Ocelari Trinec.
Proprio i cechi hanno eliminato i leventinesi al termine di una sfida tirata e decisa da una rete all’overtime e la delusione sui volti dei biancoblù era ben visibile al rientro negli spogliatoi. “Noi abbiamo preso molto seriamente questo torneo – afferma il direttore sportivo dell’Ambrì Piotta – lo abbiamo dimostrato anche nelle partite precedenti e perdere quando eravamo così vicini alla finale fa sicuramente male, ma va dato tutto il merito all’Ocelari Trinec che si è meritato la vittoria”.
Paolo Duca, è sembrato che la squadra sia mancata di freschezza nella seconda parte di partita…
“Non ci è mancata la consueta combattività, ma forse sì, la squadra non era più molto lucida nella seconda parte della partita. Va comunque detto che abbiamo incontrato un avversario ostico e la partita è rimasta equilibrata fino a quel due contro uno nell’overtime che ci ha eliminato, quindi ogni risultato era ancora possibile”.
Per voi è stata un’esperienza nuova, ma vi aspettavate un ambiente del genere?
“Il sostegno del nostro pubblico è stato grandioso, ma ci siamo attirati anche le simpatie del resto dei tifosi svizzeri che ci ha sostenuti in ogni gara. Credo che comunque la partita di esordio del 26 dicembre sia stata qualcosa di unico, con tutta la pista per noi, ma tutto il torneo da questo punto di vista è stato qualcosa di particolare e molto emozionante”.
Cosa potrà dare a una squadra come l’Ambrì il fatto di essere arrivati vicini alla finale di un torneo dopo tanto tempo?
“Conta ed è importante, si fanno tanti sacrifici per fare dei passi in avanti e arrivare a giocarsi qualcosa come in questo torneo ci farà crescere. Quello che contava ancora di più era affrontare le partite con il giusto entusiasmo e i ragazzi in questo senso hanno fatto tutto quello che c’era da fare e lo hanno fatto molto bene. Chiaramente fa male uscire così perché eravamo a un passo da una finale contro una squadra come il Team Canada, ma come l’esperienza in Champions Hockey League anche questo torneo ci farà crescere. Abbiamo affrontato avversari da diverse nazioni, molto forti e organizzati e che sanno giocare un ottimo hockey, tutto questo è stata una grande esperienza che ci farà fare un altro passo in avanti”.
Avete beneficiato di alcuni rinforzi che si sono subito integrati alla perfezione nella filosofia biancoblù, soddisfatti del loro rendimento?
“Quando avevamo la disponibilità del Ginevra per il prestito di Douay e Miranda li abbiamo ingaggiati subito perché come caratteristiche erano perfetti per il nostro gioco, inoltre loro come Waeber e Wolski si sono integrati velocemente nel nostro gruppo. Personalmente ringrazio tutti loro perché hanno dato il massimo e hanno cercato di contribuire con ogni mezzo alla riuscita del nostro torneo”.
Quanto può dare in termini di visibilità al club questa partecipazione alla Coppa Spengler?
“Abbiamo fatto una bella pubblicità al nostro club onorando questa partecipazione e automaticamente un torneo del genere diventa una vetrina che sicuramente ha anche contribuito a mettere in mostra qualche giocatore, ma questo è inevitabile. Ad ogni modo tutti hanno visto con quale spirito abbiamo affrontato questi impegni e se qualcuno, non solo in Svizzera, ma anche all’estero ha visto le nostre prestazioni ha potuto scoprire quale sia la nostra bella realtà”.