AMBRÌ – È arrivata ad una risoluzione nella mattinata di martedì la situazione dello statunitense Nick Shore, poco impiegato da Cereda nelle ultime settimane e che in generale non ha mai saputo convincere con la maglia dell’Ambrì Piotta.
“È difficile dire esattamente cosa non abbia funzionato, ma le prestazioni non erano quelle che speravamo, e che sicuramente sperava anche il giocatore prima di arrivare ad Ambrì”, ci ha spiegato il DS Paolo Duca.
“Inizialmente con il timing ha avuto un po’ di sfortuna, perché in quella fase in cui si stava amalgamando la squadra in vista dell’inizio della stagione lui è stato fuori quasi un mese. Lì ha perso il ritmo ed ha fatto fatica a ritrovarlo. Poi non è stato facile nemmeno per lui, ha fatto un po’ dentro e fuori, ma in generale ci aspettavamo di più. Alla fine siamo arrivati alla conclusione che per entrambi era meglio andare in direzioni separate”.
Nelle ultime settimane abbiamo visto raramente Shore sul ghiaccio, era da molto che cercavi una soluzione per lui?
“La cosa è andata in divenire. Che non eravamo contenti lo si capiva dal fatto che venisse schierato meno rispetto agli altri, ma la necessità di provare diversi giocatori al centro è nata anche dagli infortuni di Heim e Kostner. Questo ci ha costretti a rivedere le linee ed i ruoli”.
Anche con assenze al centro, però, Cereda non ha quasi mai provato ad impiegarlo ed ha schierato elementi che solitamente non rivestono quel ruolo…
“È vero, però bisogna prendere anche in considerazione il fatto che avevamo sette stranieri. Le valutazioni vengono dunque fatte sul singolo ma soprattutto sull’assetto complessivo della squadra, ed in organico abbiamo McMillan che – pur non essendo un centro naturale – può comunque portare qualcosa nel mezzo. Alla fine si cerca sempre di mettere sul ghiaccio la squadra che credi possa darti maggiori possibilità di portare a casa il risultato”.
State ora cercando un sostituto?
“Siamo sempre vigili, e valutiamo le opportunità che si presentano. Quando avremo il sentimento di aver trovato qualcuno che fa al caso nostro allora lo comunicheremo, ma per il momento non c’è nulla. Il mercato in questo momento è veramente arido, ma continuiamo a fare il nostro lavoro e a cercare le giuste opportunità”.
Lo scorso anno avevate dovuto interrompere il rapporto con Kozun, quest’anno praticamente nello stesso periodo con Shore…
“La verità è che non tutto funziona sempre come si spera. Si fanno tutte le ricerche del caso, in termini sportivi e caratteriali, ma quando le cose non vanno ad un certo punto bisogna cercare delle soluzioni. Se ragionevolmente dopo quasi 30 partite la situazione non evolve, allora qualcosa bisogna fare”.
Lunedì è inoltre arrivata l’ufficialità del passaggio di Burren al Bienne. Come avete accolto la notizia?
“Con un pizzico di rammarico. Abbiamo provato a prolungare il suo contratto ed avevamo delle discussioni in corso dall’estate, però alla fine ha optato per un’altra squadra. Eravamo convinti che avrebbe potuto progredire ulteriormente da noi con un bel ruolo, ma va rispettata la sua scelta. Aveva anche delle questioni personali che l’hanno portato verso un’altra squadra. Fa parte dei giochi. Si prende qualcuno e si cerca di farlo crescere, si approfitta delle buone prestazioni ma purtroppo bisogna anche considerare che poi è possibile che il giocatore se ne vada”.
Tra i giocatori che avete fatto crescere c’è anche Kneubuehler, pure lui in scadenza. Puoi dirci qualcosa?
“Siamo contenti di Johnny, assolutamente, ma alla fine bisogna sempre essere in due per fare un matrimonio. Anche in questo caso, però, quando ci sarà qualcosa da comunicare lo faremo”.
Negli ultimi giorni si è discusso tanto delle dichiarazioni di Luca Cereda dopo la partita contro il Langnau. Ti hanno sorpreso le sue parole?
“Non mi hanno sorpreso per niente. Luca si riferiva in particolare a quei mugugni in occasione di alcune giocate infelici di giocatori che non stanno passando un grandissimo momento di forma. Questo lo sappiamo, ma loro ci mettono l’anima e sono sempre a disposizione della squadra. Fa un po’ male sentire queste cose, ma fa parte del gioco. Quello che Cereda voleva sottolineare è che nella nostra realtà nei momenti di difficoltà ci siamo sempre sostenuti a vicenda, senza puntare il dito. Questo era il messaggio. Naturalmente siamo contenti di avere sempre la pista piena, sentiamo il sostegno della gente, però quando qualcuno non riesce ad esprimersi al top bisogna sostenerlo e non lasciarlo cadere”.