AMBRÌ – Lo scacchiere dell’Ambrì Piotta è sempre più completo in vista della prossima stagione, e nel pomeriggio di martedì i biancoblù hanno aggiunto una pedina fondamentale alla loro squadra. Tornare a schierare un difensore straniero era infatti tra le premesse più importanti per il primo campionato nella nuova pista, e con l’ingaggio del veterano Juuso Hietanen il club leventinese ha individuato il giocatore giusto dare una nuova dimensione al reparto.
“Cercavamo un difensore completo, che potesse darci una mano in tutte le situazioni di gioco e possibilmente anche in termini di leadership e carisma”, ci ha spiegato il DS Paolo Duca. “Abbiamo cercato a lungo un sinistro, ma non siamo riusciti a trovare l’elemento che volevamo, ed ora siamo felici di essere arrivati alla firma di Hietanen. In lui pensiamo di aver trovato un all-rounder in grado di farci fare un bel salto di qualità”.
Il suo innesto potrà essere importante anche in powerplay, un’altra delle aree in cui la presenza di un difensore straniero creerà nuove possibilità…
“Hietanen non è prettamente uno specialista del powerplay, ma in superiorità numerica sa sicuramente il fatto suo. È inoltre bravo a difendere, il che lo rende una pedina utilizzabile anche in inferiorità numerica. Bisogna poi sottolineare la sua mobilità, altro elemento importante per l’hockey svizzero”.
All’età di 36 anni e dopo dieci stagioni in KHL, che motivazioni hai visto in lui nel rimettersi in gioco trasferendosi in Svizzera?
“Aveva davvero voglia di provare questa strada. Durante le discussioni è venuto in Ticino e ci siamo incontrati, gli abbiamo spiegato molto bene come funziona la nostra società e cosa ci aspettavamo, così che pure lui potesse farsi un’idea pratica di quello che lo attendeva. Lo abbiamo sottoposto anche ai test fisici e – tocco ferro perché non è più un giovincello – è perfettamente in forma, quindi tutto il pacchetto ci ha convinto. Ha mostrato subito una grande determinazione, non siamo stati noi a doverlo convincere… Voleva fare questa esperienza in Svizzera, la sensazione è quella che abbia ancora tanto da dare”.
Prima hai parlato di leadership, e dopo Regin è arrivato un altro veterano. L’età avanzata era una caratteristica che cercavi?
“L’età è sicuramente una componente con cui prima o poi bisogna fare i conti. Un giocatore può essere sano, allenarsi bene ma ad un certo punto il passare del tempo può iniziare a farsi sentire… Per qualcuno questo momento arriva dopo rispetto ad altri, ma più si va avanti con gli anni è chiaro che il tutto diventa sempre più una scommessa. D’altronde è così se ad Ambrì vogliamo avere un difensore di un determinato calibro, e quello con Hietanen mi sembrava un rischio ponderato perché i presupposti sono buoni. Ha fatto dei test eccellenti, sia medici che fisici, quindi nulla fa pensare a dei problemi. Poi è chiaro, in uno sport di contatto come l’hockey il rischio zero non esiste”.
Su che profilo vi orientate ora per il quarto straniero?
“Cerchiamo un attaccante completo che possa portare possibilmente energia ed impatto offensivo. Ma vedremo, quando troveremo il giocatore giusto cercheremo di concludere”.
Ci sono novità invece sulla situazione di D’Agostini?
“Non ci sono aggiornamenti. La situazione rimane difficile e complicata, perché il recupero non è avvenuto secondo i tempi previsti al momento dell’operazione. Ad oggi la situazione è incerta, sta migliorando ma con tempi rallentati. Sto monitorando la situazione e tenendo aperte tutte le possibilità per reagire agli scenari che potrebbero verificarsi… Sono vigile e spero pronto a reagire se dovesse essercene il bisogno”.