AMBRÌ – Fare meglio della passata stagione e restare in corsa per i playoff il più a lungo possibile. Erano questi due degli obiettivi di Paolo Duca, indicati a fine agosto scorso in occasione della conferenza stampa di inizio stagione.
Oggi, 21 marzo, il direttore sportivo biancoblù si può dire sicuramente soddisfatto – e per certi versi sorpreso – per la straordinarietà del traguardo raggiunto dalla propria squadra. “Abbiamo portato a termine un campionato che è andato ben al di là delle nostre più rosee aspettative. A partire dallo staff tecnico, tutti quanti hanno lavorato duramente e ognuno ha fatto dei passi in avanti da gigante. Il tutto, poi, è stato reso ancor più straordinario da un’atmosfera rinata e da un ambiente ritrovato”.
Da direttore sportivo di questa squadra cosa senti di dire ai tuoi ragazzi?
“Tutti loro devono essere fieri di quanto fatto. Sono andati molto oltre le aspettative, hanno lavorato duramente e umanamente era impossibile pretendere di più. Questa squadra ha dato il massimo che poteva dare”.
Visti i presupposti iniziali, ti saresti mai aspettato di giocartela fino a questo punto con il Bienne?
“In realtà questa serie mi aspettavo di vincerla (sorride, ndr.). Era tirata e tutto è stato deciso da episodi, non a caso quasi tutte le partite sono finite con un solo gol di scarto. Il Bienne è stata la nostra bestia nera ad inizio stagione, ma se guardiamo ai risultati a campionato in corso lo è diventata sempre meno. Alla fine ci resta il sassolino nella scarpa rappresentato dalla Tissot Arena, unica pista in cui non siamo mai riusciti a vincere, ma questa sarà una sfida da tenere sul taccuino per la prossima annata”.
Quanto ti sei goduto questi playoff?
“Parecchio. Sono soddisfatto di aver visto la squadra lottare fino all’ultimo secondo, senza accontentarsi mai. Non ho mai avuto la sensazione che il gruppo si stesse sedendo, soddisfatto e appagato da quanto ottenuto. No, la squadra è riuscita a tirar fuori il massimo proprio durante questi playoff e a livello di prestazioni e di intensità non posso recriminare nulla ai ragazzi. Non è bastato per battere il Bienne, ma mi ha fatto davvero piacere vedere una squadra al massimo del proprio livello nel momento che contava”.
Luca Cereda non aveva mai vissuto i playoff da allenatore. Dal tuo punto di vista come se l’è cavata?
“Egregiamente. Luca è stato capace di tirar fuori da questo gruppo il massimo possibile. Alla sua seconda stagione da allenatore in National League è riuscito a portare la squadra nei playoff e a far trovare pronti i ragazzi a fronte di un avversario indigesto. Il Bienne ha giocato una grande serie e ciò nonostante siamo sempre stati lì, a un centimetro da loro. Sono state partite equilibratissime e ciò significa che si è continuato a lavorare bene per tutta la serie. Ha gestito egregiamente questa situazione”.
Quel che è certo è che questo traguardo deve rappresentare un punto di partenza per l’avvenire, e non un punto d’arrivo…
“Assolutamente. Dobbiamo essere consapevoli che quest’anno hanno funzionato tante cose contemporaneamente. Abbiamo avuto uno spirito di squadra raro, abbiamo scoperto molti giocatori capaci di andare al di là di quello che ci si potesse aspettare, abbiamo avuto diversi infortuni – molti di più rispetto allo scorso anno – ma mai contemporaneamente e in posizioni chiave, in novembre abbiamo avuto una flessione a livello di costanza ma è durata solo cinque partite… Insomma, dobbiamo essere ben consapevoli di quanto successo, è stato fantastico ma la prossima sarà una nuova stagione e tante cose ripartiranno da zero. Che dovrà rimanere sarà il focus sul lavoro quotidiano. In questo senso, il nostro prossimo step sarà rappresentato dalla pianificazione del campo d’allenamento estivo”.
Vi siete riguadagnati il rispetto degli avversari e l’affetto dei vostri tifosi, due traguardi non da poco…
“Sono contentissimo soprattutto per il rinnovato entusiasmo che si è creato attorno alla squadra. Per noi è fondamentale per sopravvivere, non a caso uno degli obiettivi dichiarati era quello di riuscire a coinvolgere di nuovo il pubblico, proponendo un hockey combattivo. Penso che la squadra si sia meritata appieno questo sostegno, perché ha dato l’anima per tutta la stagione. Grazie a tutto questo abbiamo riscoperto le nostre origini, la nostra natura e i nostri punti di forza, che stanno proprio nelle emozioni. L’Ambrì è un’entità importante nel nostro cantone, è davvero bello vedere come questo entusiasmo si sia risvegliato”.
Che voto dai alla stagione del tuo Ambrì?
“Cinc e mezz, perché oltre a tutte le ragioni sopracitate, quest’anno l’Ambrì ha saputo emozionarmi tante volte…”.