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Interviste

Doug Shedden: “Una grande vittoria, è stata una sfida mentale”

LUGANO – Ci sono partite che hanno un’importanza diversa. Vuoi perché siamo nei playoff o vuoi perché era la prima partita casalinga dopo aver conquistato il break a Zugo. Nell’ambiente bianconero, sia in pista che sugli spalti, si sentiva chiaramente l’adrenalina portata dalla partita di giovedì, con gli uomini di Doug Shedden capaci di portarsi avanti per 2-0 nella serie.

“Sarebbe stato un peccato perdere sabato sera dopo la battaglia avvenuta giovedì sera a Zugo, dove abbiamo avuto bisogno di 80 minuti più i rigori per portare a casa il primo punto della serie. Abbiamo dimostrato quanto siamo forti in casa, è una grande vittoria”.

Doug Shedden non usa giri di parole, da buon canadese va sempre dritto al punto e sa che una sconfitta sabato avrebbe cancellato tutto quanto di buono proposto giovedì sera e riportato i bianconeri al punto di partenza, costretti a vincere di nuovo alla Bossard Arena. Fortunatamente questo scenario rimarrà soltanto un brutto pensiero per l’allenatore del Lugano, che alla Resega ha avuto una risposta dalla sua squadra soprattutto sul piano mentale.

Infatti, i bianconeri dopo aver incassato il gol del vantaggio dello Zugo dopo i primi minuti, avrebbero potuto andare nel pallone e disunirsi, cosa che non è accaduta, anche grazie ad un powerplay che finalmente ha ricominciato a funzionare a dovere.

“Anche se l’altra squadra segna per prima c’è ancora tutta una partita davanti da giocare, dunque questa deve essere anche una sfida mentale per i miei giocatori. Nella prima sfida abbiamo avuto solo un’occasione per giostrare in powerplay, dunque ci siamo detti che era necessario portare lo Zugo a commettere più falli e sabato, soprattutto nel secondo tempo, ci siamo riusciti, segnando anche due gol in powerplay. Alla fine si può stravolgere il modo in cui si gioca la superiorità numerica, ma l’importante è tirare in porta e mettere davanti alla porta due o tre uomini per ottenere quei gol sporchi di cui abbiamo assolutamente bisogno, come sul gol di Martensson”.

Già, proprio Martensson, tanto vituperato e tacciato di inutilità per tutta la stagione è diventato l’uomo del destino, insaccando sì due gol ma soprattutto mostrando tanta voglia di recuperare dischi e fornendo un apporto fantastico davanti allo slot.

“Lui è un giocatore da playoff, è grande e grosso ma è comunque molto intelligente quando gioca. Non ha chiaramente la capacità tecnica di Klasen ma sa dove andare per segnare, e quello realizzato in Gara 2 è un tipico gol alla Tony Martensson. Abbiamo bisogno di questo, non possiamo affidarci soltanto alle giocate di fino”.

E se a chiudere la partita giovedì sera era stato un rigore realizzato da Linus Klasen, sabato per mettere la parola fine sull’incontro c’è stato bisogno di qualcun altro, un giocatore che viene utilizzato poco ma che ha saputo farsi trovare pronto nel momento del bisogno, Lorenz Kienzle.

“È quello di cui abbiamo bisogno, i giocatori che non fanno parte delle prime due linee che danno una mano e ci aiutano a vincere la partita. Mettere due gol di vantaggio in quel momento della partita era importantissimo. Abbiamo provato a mandare Linus a tirare il rigore ma l’arbitro non ce l’ha permesso, ed alla luce dei fatti è stato un bene perché Lolo (Kienzle, ndr) ha fatto un ottimo lavoro”.

I bianconeri ora si trovano avanti per 2-0, l’obiettivo dichiarato sono le semifinali e, con la vittoria nella seconda sfida, il Lugano ha fatto un bel passo in avanti per raggiungerlo, anche se la serie è tutt’altro che finita.

Appuntamento per martedì sera alla Bossard Arena dove lo Zugo venderà sicuramente cara la pelle. Se ad affrontarlo sarà però il Lugano visto nelle ultime due uscite, i tifosi bianconeri non hanno di che temere.

Studente di comunicazione all'USI di Lugano, Diego si occupa delle interviste post-partita dalla Resega.

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