LUGANO – Piena estate e si cominciano i primi bilanci in sede di mercato e di costruzione delle squadre, ora che si sta per entrare nel vivo della preparazione.
L’arrivo alla Cornèr Arena di Radim Zohorna, possente centro ceco, ha per ora chiuso la costruzione del Lugano in vista della stagione 2024/25, e il direttore sportivo bianconero Hnat Domenichelli conferma che l’ex Penguins è l’ultimo tassello del puzzle: “Cercavamo un centro forte fisicamente ma anche in grado di dare un contributo offensivo. La partenza di Ruotsalainen? Era il primo consapevole della situazione, non avrebbe avuto garanzie di giocare al centro né tantomeno nel top six”.
Hnat Domenichelli, con l’arrivo di Radim Zohorna la squadra è da considerarsi al momento completa?
“La squadra al momento è completa per ruolo e numero di giocatori, è quella che volevamo “consegnare” a Luca Gianinazzi e al suo staff per iniziare la preparazione vera e propria. Penso proprio che sarà la squadra che vedremo il 17 settembre all’inizio del campionato”.
L’ex Pittsburgh e il connazionale Jiri Sekac sono due profili molto fisici e diversi da alcuni predecessori. Questo cambiamento è stato ispirato anche dai playoff scorsi dove squadre “pesanti” e solide hanno fatto strada?
“Sicuramente i playoff scorsi ci hanno detto dove dobbiamo migliorare per fare quel passo in più, però sono state anche le performance di giocatori come Calvin Thürkauf, o Marco Müller sperando torni quello di prima dopo gli infortuni, che ci hanno fatto pensare a profili diversi tra gli stranieri. Da anni a Lugano non c’erano attaccanti svizzeri capaci di mettere a segno tanti punti in regular season come il capitano, l’ultimo è stato Gregory Hofmann, ecco perché oggi possiamo permetterci stranieri con altre caratteristiche invece di concentrarci esclusivamente sullo scorer, allargando le capacità della squadra.”
Proprio la permanenza del capitano quanto ha influito sulle strategie di mercato, in particolare quello straniero?
“Da una parte poter contare ancora su Thürkauf ci ha ovviamente fatto un grande piacere ed è stato un sollievo per tutti, dall’altra parte ha complicato i piani per Ruotsalainen. Arttu in questo caso avrebbe dovuto spostarsi all’ala senza oltretutto la garanzia di avere un posto nel top six, per il quale sarebbe partito svantaggiato perché avremmo comunque cercato un altro centro ma più forte fisicamente, ecco perché abbiamo cercato una soluzione diversa sia per lui che per la squadra. Sono felice che anche lui abbia potuto risolvere la sua situazione perché è sempre stato un gran professionista, consapevole di tutto ciò e il primo dispiaciuto perché le cose non sono funzionate”.
Su Zohorna cosa ci puoi dire? Un centro two way con anche buoni numeri offensivi soprattutto in AHL…
“Zohorna è un giocatore molto grande ma che nel suo periodo nel campionato ceco si è costruito come attaccante quasi prettamente offensivo, poi in NHL ha dovuto adattarsi a ruoli difensivi da bottom six ed è diventato un centro two way molto completo. Lui è sicuro che tornando in Europa può dimostrare il suo grande valore e di essere ancora in grado di affermarsi anche come giocatore offensivo e capace di andare a punti”.
Come affermato nella vostra filosofia, sul piano offensivo ci si aspettano passi avanti anche dai giocatori più giovani, penso a Canonica, Cormier, Zanetti o anche Verboon, attesi a numeri più importanti…
“Questi giocatori sono attesi a un passo in avanti per “rubare” il posto a chi sta davanti a loro, è la nostra filosofia. Ci aspettiamo tanta competizione da parte loro ma sono sicuro che se chiederai a loro stessi cosa si aspettano da questa stagione risponderanno che sono motivatissimi a fare uno passo in più. Aggiungo anche Cjunskis a quelli che hai citato, e sono tutti giocatori che conoscono già lo spogliatoio, lo staff tecnico e lo stile di gioco, quindi hanno ben chiaro cosa li aspetta”.
Parlando del reparto difensivo l’arrivo di un giocatore prettamente difensivo come Carl Dahlström rappresenta un taglio netto con il passato recente…
“Ci siamo resi conto che dagli svizzeri possiamo attenderci il lavoro offensivo e in power play che abbiamo cercato negli stranieri. Alatalo, Andersson e anche Aebischer prenderanno in mano queste fasi di gioco e Dahlström ci permetterà di ridistribuire al meglio i ruoli. Lui stesso porterà ordine, disciplina e pulizia in difesa, con l’obiettivo di dare più solidità non solo al gioco a parità numerica ma anche al box play, esercizio in cui abbiamo fatto un po’ fatica la scorsa stagione.”
C’è stato anche un rimescolamento nello staff allargato, una bella sorpresa è stata il ritorno di Raffaele Sannitz per rivestire il ruolo di coach degli U20 Elit…
“Il ritorno di Raffaele Sannitz è stato voluto fortemente da Alessandro Chiesa (responsabile settore giovanile n.d.r), appena ha saputo che era disponibile lo ha chiamato e siamo contenti che abbia accettato. Devo essere sincero nel dire che non ho seguito passo passo la sua evoluzione in panchina dato che non faceva più parte del nostro club, ma a noi basta conoscerlo come persona e per il giocatore che è stato a Lugano per essere felici del suo ritorno in questa nuova funzione.”
Mi dirai che è presto per parlarne, ma ti chiedo lo stesso: quali sono gli obiettivi per questa squadra?
“Sicuramente ogni stagione l’obiettivo sarà quello di fare un passo in più, questo è chiaro, per gli obiettivi concreti e precisi aspetteremo la conferenza stampa di settembre”.