LUGANO – Era inevitabile. Dopo il derby da incubo di martedì, il Lugano in mattinata ha dovuto prendere la decisione di mettere alla porta Sami Kapanen, ritornando così alla casella di partenza di un rilancio sportivo che potrebbe rivelarsi più profondo di quanto non si potesse sperare solo qualche mese fa.
“Non è stata una decisione arrivata solamente in seguito al risultato di ieri. Non ci nascondiamo, per noi è stato un mese di novembre pesante”, ha commentato il DS Hnat Domenichelli.
“Ho fatto di tutto per evitare delle pressioni e volevamo dare allo staff e la squadra la possibilità di lavorare insieme durante la pausa. Quando si verifica una situazione come la nostra è chiaro che non è tutto sulle spalle degli allenatori, ma purtroppo non posso cambiare 22 giocatori. Martedì ho visto che il messaggio di Kapanen non passava più, e quando si arriva a questo punto non ci sono altre soluzioni. Questo è un fallimento di tutto il club, mi prendo le responsabilità ma non potevamo andare avanti così. È stata una decisione dura da prendere, ma andava fatto”.
Questo è dunque anche per te un momento difficile…
“Viviamo nel mondo dei risultati, e la realtà è che siamo sul fondo della classifica. Quando ho parlato con Kapanen e Nyman stamattina non erano sorpresi della nostra decisione, ora andiamo avanti. Cercherò di trovare il prima possibile un nuovo allenatore”.
Prima della pausa avevi detto che la vostra crisi era finita, ci credevi davvero oppure erano affermazioni per dare serenità all’ambiente?
“Un po’ tutte e due le cose. Dopo la vittoria con lo Zurigo avevamo a disposizione otto giorni per lavorare, con un gruppo che aveva visto l’inserimento di uno straniero e di un portiere. Mi aspettavo di vedere nuova energia e una squadra con voglia di riscattarsi, invece siamo andati alla Valascia e non siamo nemmeno entrati in partita. Nella nostra situazione in classifica, in corsa per i playoff e con una sfida alla ripresa da una pausa contro un’avversaria diretta, non è possibile scendere in pista come successo ad Ambrì”.
Ora ci sei tu alla guida della squadra, sino all’arrivo del nuovo coach…
“Oggi abbiamo fatto un allenamento per sciogliere un po’ le gambe, poi inizieremo da capo giovedì. La nostra stagione va avanti, il precedente staff è partito ma il Lugano è ancora qui ed è ancora vivo. Tocca ai giocatori capire la situazione, venerdì in casa mi aspetto una grande reazione contro il Bienne. Stiamo vivendo un momento difficile, però non è impossibile recuperare, ci sono tante partite ancora da giocare”.
Che tipo di allenatore stai cercando? Sarà una soluzione a corto o lungo termine?
“Deve avere la giusta esperienza e la capacità di inserirsi in una situazione del genere. Non so se troveremo ora il coach per il futuro del Lugano, oppure se arriverà solamente qualcuno per portarci sino a fine stagione, oggi è ancora presto per dirlo. Non è comunque importante la nazionalità della persona, non cerchiamo necessariamente un cambio di mentalità… Guarderemo a tutti i profili sul mercato cercando di individuare quello giusto”.
Kapanen era stato ingaggiato prima del tuo arrivo, hai avuto difficoltà a lavorare con lui in termini di visione e filosofia?
“Non direi. Abbiamo parlato spesso ed ho sempre rispettato la sua visione. Mi sono sempre preoccupato di quali fossero le sue esigenze, ed abbiamo chiesto pazienza perché volevamo creare qualcosa insieme. Siamo però anche stati onesti nello spiegare la realtà della nostra società, nessuno poteva essere al sicuro con una squadra sul fondo della classifica e con una situazione che continuava a peggiorare”.
Pensi che il sistema di Kapanen fosse quello giusto per il gruppo di giocatori che avete a disposizione?
“Non lo so, è un po’ presto per capirlo. Magari dopo qualche giorno all’interno dello spogliatoio, parlando con loro, avrò più elementi per rispondere. Ora cerchiamo di vincere venerdì. Con me ci saranno Cantoni e Conne che mi daranno una mano in allenamento finché arriverà un nuovo staff. Cercheremo di portare un po’ di energia per ricaricare la volontà di lottare. Dobbiamo dimostrare che la squadra c’è ancora e che quanto successo non rispecchia chi siamo”.
Il weekend arriverà velocemente, che gruppo hai trovato?
“Ho trovato una squadra delusa e frustrata. Credo che in questo momento abbiano bisogno di una nuova voce, di credere nuovamente in quello che fanno e questo sarà il mio messaggio per le prossime 48 ore”.