DAVOS – Solo una decina di giorni fa il Lugano ha collezionato la bellezza di 13 gol sul suo personale groppone, tornando distrutto da Kloten e Berna. Oggi i bianconeri tornano da Davos con una vittoria in trasferta che mancava addirittura dal 22 ottobre, quando Klasen e compagni andarono a imporsi per 5-3 alla Ilfis di Langnau.
Tra una scoppola e l’altra (mettiamoci poi anche un 5-0 a Ginevra, 4-1 ancora a Langnau, e altre sconfitte tra Zurigo, Zugo, Friborgo, Bienne e di nuovo Berna) il Lugano ha dato segni di ripresa solo nelle ultime giornate, ma il bagaglio con cui torna dai Grigioni è sicuramente quanto di più positivo ci si potesse aspettare da questa difficile trasferta.
È stato un Lugano che solo raramente ha permesso al Davos di “spadroneggiare” come spesso usa in casa propria, grazie a un forecheck molto alto e attivo (impressionanti i chilometri macinati dai vari Walker, Morini e Zackrisson) tenendosi però fin troppo prudente nelle uscite offensive.
Il che non è stato del tutto un male perché ha permesso al Lugano di tornare in transizione difensiva con molta velocità, tenendo sempre un centro basso verso la zona neutra, applicando il raddoppio sui fulminei Wieser e Simion già in entrata di terzo difensivo.
Una tattica che non ha certo generato un gioco spumeggiante, ma che ha visto gli uomini di Shedden pareggiare l’intensità della sfida e mettere in difficoltà gli attaccanti grigionesi, che di azioni veramente pulite e lineari sull’arco dell’incontro ne hanno avute poche.
Lo stesso dicesi per i bianconeri, che hanno trovato le stesse armi ad attenderli nel terzo offensivo, obbligando Klasen e compagni a girare al largo della porta di Senn, salvo poi trovare buone occasioni da rete grazie al citato forecheck che ha causato non pochi turn over da parte dei gialloblù.
La rete di Bürgler è caduta in un momento perfetto dell’incontro, quando il tempo che scorreva andava tutto dalla parte dei bianconeri, bravi poi a resistere in box play, ma avari di lucidità quando la partita era da chiudere nel finale.
Tutto sommato una gara interpretata in maniera molto conservativa ma esemplare in questo senso dal Lugano, ciò che ha impedito anche al Davos di ripetere le scorribande che tanto ama, e dove non ci sono arrivati Wilson e Furrer (grande partita dei due difensori) ci ha pensato il solito eccezionale Merzlikins.
È sicuramente condivisibile il fatto che dal Lugano ci si possa aspettare gare più “spavalde” e meno tattiche, ma visto il momento un approccio del genere alla gara è stato l’ideale, soprattutto se si può contare sul lavoro di tutti, per l’hockey spumeggiante ci sarà tempo (si spera) più avanti.
Purtroppo i bianconeri devono fare i conti con l’ennesimo infortunio, ancora ai danni di uno sfortunatissimo Vauclair, scontratosi in maniera fortuita ma molto violenta con Egli e uscito claudicante dal ghiaccio
Un risultato col minimo scarto per un grande sforzo collettivo, una prova di solidità che solo pochi giorni fa non era nemmeno pensabile per quegli abulici, fragili e arrendevoli bianconeri. Dopo la larga vittoria col Friborgo, quella ai rigori contro il Ginevra, il Lugano fa dunque un altro passo avanti sulla via della guarigione (ma serviranno molte altre prove di questi progressi) vincendo di nuovo contro un avversario diretto in classifica, subendo zero reti (tre nelle ultime tre partite) e guarda caso con la stessa formazione da sabato scorso.
Perché questi passi avanti stanno avvenendo proprio con una ritrovata serenità, data anche da un line up che non subisce più stravolgimenti non solo di partita in partita ma anche di periodo in periodo, e di un Shedden che sembra avere qualche idea più chiara e molta più calma sulla panchina.
Troppe volte nel recente passato il nervosismo del tecnico canadese aveva tradito lui stesso e la sua squadra, mentre altri segnali come il continuo dialogo con i giocatori in panchina e il time out tattico chiamato nei secondi finali sono segno di idee che si stanno pian piano riordinando.
Ora il Lugano ha veramente bisogno di continuare la striscia positiva, per se stesso e per la classifica, e forse per i bianconeri è un bene che sabato sera sia già in programma un derby contro l’Ambrì Piotta. Niente di meglio per tenere la guardia alta.
Più il tempo passa e più il cronometro va a favore della squadra in contenimento, che aspetta l’occasione giusta per colpire. Il Lugano ha rispettato alla grande questo game plan, infangando i piani di Del Curto con la concentrazione e la disciplina, impendendo al Davos di esprimersi con la consueta spavalderia e tenendo il risultato sullo 0-0 fino al 48′ quando Bürgler ha freddato Senn.
Rete frutto di pazienza e tanto lavoro, e miglior momento non c’era rompere le uova nel paniere a un Davos ormai a corto di idee.