LUGANO – Come giudicare dal lato tecnico l’incontro tra Lugano e Losanna? Pessimo. E come giudicare l’importanza di questa vittoria per il Lugano ottenuta senza subire reti? Estremamente grande. Ma attenzione, questa vittoria non deve – agli occhi di molti – cancellare le lacune di una squadra che fa una tremenda fatica a esprimere hockey, e sembra giusto per contro mantenere un certo riserbo verso il futuro, soprattutto quello prossimo, viste le difficoltà che attendono i bianconeri e i diversi dubbi che il gioco e le scelte tecniche stanno suscitando.
Queste difficoltà sul ghiaccio affiorano in tutta la loro grandezza quando la squadra deve uscire dal proprio terzo di difesa in maniera pulita, quando è evidente che se l’azione offensiva deve partire dalle retrovie, al Lugano basta un Ulmer fuori per privarsi dell’unico puck mover del reparto arretrato. Sentenza pesante, ma è lì da vedere contro un Losanna bravissimo con la sua rottura di gioco in zona neutra, che tra il reparto difensivo vi sono tanti buoni gregari (o divenuti tali col passare degli anni) ottimi difensori difensivi, ma nessuno in grado di rilanciare l’azione, portare il disco fuori dal terzo aprendo degli spazi e di creare il taglio dal nulla.
Contro gli uomini di Ratushny il lavoro da gregari e le lotte nello slot si sono viste eccome e hanno anche funzionato, ma al momento di ripartire era buio totale, con gli attaccanti anche loro spesso intestarditisi in azioni troppo prolungate e complicate, finendo spesso nella ragnatela della difesa ospite.
Mettiamoci pure che alcuni attaccanti chiave come Brunner, Bertaggia e Bürgler, notoriamente apprezzati per trovare la soluzione personale che spesso spaccava le partite, ad oggi non riescono per svariate ragioni a fare la differenza. E a questo proposito sembra piuttosto fuori tempistica la decisione di lasciare a riposo Hofmann dopo che questi ha preso parte alla Deutschland Cup nella settimana dedicata alla nazionale, quando avrebbe potuto beneficiare di qualche giorno di defaticamento.
Terminata la pagina dedicata ai dubbi e al sollevamento di perplessità occorre però dare anche dei meriti a questo Lugano che, seppure in difficoltà di gioco e di formazione viste le assenze dei citati Ulmer e Hofmann, oltre a Hirschi, ha saputo ingabbiare il Losanna grazie alla fisicità nella zona difensiva e a un forecheck aggressivo, impedendo a Pesonen e compagnia di trovare azioni in velocità e contropiedi in maggioranza numerica.
A ciò va aggiunta una prestazione stupenda di Merzlikins, che rispetto a un paio di settimane fa sembra più tranquillo e concentrato, e anche grazie alle sue parate, il Lugano è rimasto sullo 0-0 in un finale di primo tempo passato praticamente tutto in box play, con due situazioni di doppia inferiorità numerica. Da riammirare anche l’intervento nel finale quando il Losanna ha tolto Huet per giocare in 6 contro 5, con una tripla parata da distanza ravvicinata.
Grazie a questa solidità nelle retrovie, il Lugano ha potuto vincere l’incontro grazie a una delle poche azioni pulite e lineari della serata, quella che ha portato Gardner a trovare il game winning gol su un bello schema di power play in combutta con Martensson e Klasen.
Per il resto i bianconeri hanno avuto un bel sussulto proprio dopo la rete del numero 51, ma ben presto la partita è ripiombata nel caos tecnico di cui sopra. Merito al Lugano di aver resistito nonostante le difficoltà (molte delle quali autoinflitte) ma per il resto il quadro rimane comunque alquanto preoccupante per la mancanza di qualità e la confusione che sembra regnare anche tra lo staff tecnico.
Ancora una volta Shedden ha rimescolato le linee (vero, anche per alcune assenze) ma è palese che il line up non trova la stabilità che dovrebbe avere, e suscitano perplessità anche le maniere di gestione “meritocratica”, quando un Sartori mette piede in pista per un cambio (disastroso per altro) ma si preferisce continuare a giocare un intero incontro a 5 difensori con l’arretramento per buona parte del tempo di Sannitz tra le retrovie.
Questa vittoria fa un gran bene, risolleva il morale nell’ambiente ma non deve nascondere tutto il lavoro che c’è da fare in una situazione generale della squadra che manca di chiarezza. Chiarezza di gioco, di line up, di gerarchie e decisioni da prendere in corsa. Senza dimenticare le occasioni di di mercato, perché un certo giovane difensore oggi libero da contratto non risolverebbe i problemi, ma di sicuro comincerebbe a colmare qualche lacuna davvero grave di questa squadra.
Non che avesse demeritato particolarmente in altre occasioni, ma il lettone ha sfoderato una di quelle prestazioni che l’anno scorso ne avevano fatto il miglior portiere del campionato.
Sicurezza e concentrazione gli hanno permesso di salvare i suoi in quei 5-6 minuti di inferiorità numerica nel primo tempo, giocati anche per più di un minuto complessivo in 3 contro 5, e quelle parate nei minuti finali sono state da standing ovation. È stato protetto bene dai suoi difensori, ma almeno un paio dei suoi interventi sono valsi quanto un gol.
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