FRIBORGO – LUGANO
6-3
(0-2, 1-1, 5-0)
Reti: 3’29 Klasen (Bürgler, Chorney) 0-1, 19’50 Bertaggia (Klasen, Loeffel) 0-2, 30’48 Lauper (Lhotak, Stalder) 1-2, 37’53 Walker (Chorney, Suri) 1-3, 42’01 Brodin (Schmid, Abplanalp) 2-3, 44’45 Brodin (Sprunger, Gunderson) 3-3, 51’55 Schmid (Brodin, Abplanalp) 4-3, 58’27 Stalberg (Brodin, Gunderson) 5-3, 59’26 Rossi 6-3
Note: BCF Arena, 6’500 spettatori. Arbitri Stricker, Tscherrig; Kaderli, Schlegel
Penalità: Friborgo 2×2′, Lugano 3×2′
FRIBORGO – Dieci minuti per passare da dei playoff ormai quasi acquisiti a quasi a rischio. Tanto è occorso al Lugano per rovinare tutto quello di buono fatto nei primi due tempi di Friborgo e far accrescere la sensazione di pressione a tre giornate dalla fine.
Perché se i bianconeri si erano costruiti un cuscinetto vitale nelle scorse giornate, nella prima metà del fine settimana più decisivo della stagione lo hanno praticamente dimezzato e messo a forte rischio in vista dello scontro con il Berna di sabato sera.
È vero che non si poteva speculare su un’impresa del Rapperswil alla Postfinance Arena (accarezzata per due tempi almeno) e proprio per questo uscire almeno a punti dalla BCF Arena sarebbe stato fondamentale. Il Lugano ha fatto invece quanto di peggio potesse fare uscendo sconfitto, che di per sé non sarebbe una colpa se non fosse che i bianconeri hanno gettato alle ortiche i due doppi vantaggi acquisiti sul finale dei primi due tempi.
Bisogna dirlo, la concentrazione e l’attitudine troppo speculativa con la quale Klasen e compagni hanno affrontato un terzo tempo ben sapendo che i dragoni avrebbero cercato l’assalto è stata ingiustificabile. Perché può andar bene il difendere il risultato, ma affrontare quei venti minuti senza aggredire l’avversario e commettendo certi errori è assolutamente da ingenui.
Che ci siano messi pure un po’ di sfortuna e casualità come sul 2-3 di Brodin con Vauclair che cade spianando la strada allo svedese o sui pali colpiti in precedenza si può sicuramente discutere, ma che in una sfida del genere si passi dall’1-3 al 4-3 in dieci minuti non può accadere.
Non può accadere nemmeno contro una squadra come il Friborgo, che è sì in forma, ma si basa soprattutto sulla foga e sull’incedere a testa bassa senza pensare troppo alle conseguenze, come mostrato nelle prime due reti bianconere. Una squadra che vive di folate rabbiose ma di poca testa, che con invece un po’ di acume si sarebbe potuta sconfiggere con autorità, aiutata invece con penalità evitabili e amnesie sulle sue scorribande invasate.
Invece alla squadra di Pelletier è spuntato il braccino, improvvisamente e nel momento meno opportuno possibile. Perché ora, a tre partite dalla fine, il Berna si trova a soli tre punti con una partita in meno da giocare e forse addirittura arriverà alla Cornèr Arena con lo spirito più positivo di quello dei bianconeri, sui quali ora grava una certa pressione e la paura di sbagliare.
C’è veramente tanto su cui recriminare, perché i primi due tempi avevano mostrato un Friborgo in difficoltà nell’attaccare per vie centrali, capace di trovare un vero momento positivo proprio quando è arrivata la rete di Lauper per il provvisorio 1-2, ma altrimenti i bianconeri hanno mostrato per mezzora abbondante di gioco pazienza, calma e freddezza.
Proprio per questo risulta ancora più difficile capire il perché di quei dieci minuti di follia, tra errori e penalità ingenue, dieci minuti che rischiano di cambiare le sorti del campionato. Il Lugano può sicuramente riprendere la carreggiata, nonostante i fari del Berna siano più vicini negli specchietti retrovisori, ma farsi prendere da certe sbandate in una partita come quella di sabato sarebbe veramente un suicidio sportivo.
Coach Pelletier – che forse ha un po’ speculato su un time out tardivo – entro sabato sera dovrà raddrizzare la squadra, perché sappiamo bene che il Lugano è perfettamente in grado di raggiungere il suo obiettivo, ma certi passaggi a vuoto in questo periodo pesano cento volte di più.
Sembra strano parlare così in negativo di una squadra che in fondo ha perso solo due partite, ma questo fa capire quanto siano stati gravi i danni fatti in precedenza e sarebbe quindi un peccato mortale vanificare gli sforzi enormi di un mese e mezzo in una settimana. Bene o male, i bianconeri hanno trasformato la partita contro il Berna nella sfida dell’anno. E pensare che sarebbe potuta essere la partita della tranquillità. Basta veramente poco.
IL PROTAGONISTA
Daniel Brodin: Lo svedese del Friborgo è il vero trascinatore dei dragoni. Presente in ogni situazione, Brodin è una vera furia a ogni cambio e non è un caso se è stato il protagonista della rimonta dei ragazzi di Dubé.
Non perde mai la lucidità e soprattutto i suoi sforzi sono sempre e soltanto al servizio della squadra. Leader vero.