AMBRÌ – Sembrava fatta quando Michael Fora, con un’azione da incorniciare, era riuscito a sgattaiolare via alla retroguardia del Bienne infilando Hiller per l’importantissima rete del 3-1.
Ma il gol del capitano non è bastato alla truppa di Cereda, incapace di chiudere la sfida a causa di un killer instinct che è venuto a mancare sul più bello, e che come minimo è costato un punto ai leventinesi, usciti sconfitti dalla Valascia per 4-3 dopo il tempo supplementare.
Nonostante la serata storta in casa Ambrì, da sottolineare ancora una volta l’ottimo lavoro svolto dagli estremi difensori biancoblù, con Gauthier Descloux – preferito nell’occasione al “solito” Benjamin Conz – autore di alcuni salvataggi spettacolari oltre che decisivi.
“Penso che complessivamente abbiamo disputato una buona partita”, ha spiegato il numero 34 ai nostri microfoni. “Loro si sono creati delle ottime occasioni nel secondo tempo grazie al buon gioco che hanno mostrato. Da parte nostra non mi pare di poter dire di aver commesso chissà quale errore, è stato piuttosto il Bienne ad alzare il proprio livello. Nel terzo tempo, soprattutto negli ultimi dieci minuti, siamo riusciti ad alzare la testa e a rispondere ai loro attacchi… Hanno cercato in tutti i modi di guadagnare delle penalità e noi ingenuamente ci siamo cascati. A mio giudizio abbiamo raccolto ciò che abbiamo meritato: una partita dura 60 minuti e se si prendono due reti dettate dalla disattenzione, non si può pretendere di vincere. Durante l’overtime poi il Bienne ha giocato più intensamente di noi, questo nonostante il palo colpito da D’Agostini”.
A proposito di pali, sembra stia diventando una costante per l’Ambrì. Molti i ferri colpiti da inizio stagione, e contro il Bienne se ne sono aggiunti altri… Sfortuna?
“Non bisogna parlare di sfortuna, non si può contare su queste cose per vincere le partite. Semplicemente avremmo dovuto segnare di più e invece sono venute a mancare le reti nei momenti decisivi. Tutto qua”.
Per quanto concerne il momento chiave della sfida, possiamo individuarlo nell’incapacità dell’Ambrì di chiudere la partita sul 3-1?
“Sono assolutamente d’accordo”.
L’Ambrì può contare su due ottimi portieri, e sia tu che Conz state vivendo un periodo molto positivo. Quanto è importante il ruolo di Pauli Jaks in questo vostro processo di crescita?
“Il nostro è davvero un ottimo trio, Conz è un ottimo portiere. A causa della sua giovane età, spesso ci dimentichiamo che sono comunque dieci anni che rotea attorno alla NLA. È una bellissima persona e credo che non meriti quanto vissuto la scorsa stagione a Friborgo. Per quanto riguarda Pauli, si tratta di un allenatore competente che, grazie alla sua grande esperienza, mi aiuta a portare quella necessaria maturità all’interno del mio gioco. Sono davvero contento del nostro piccolo gruppo, di cui fa parte – non dimentichiamocelo – anche Sascha Rochow”.
Grazie a Greenhope e alla collaborazione di Bienne e Ambrì, le squadre sono scese in pista con una maglia speciale a sostegno dei bambini malati di cancro. Abbiamo notato sulla tua maschera un logo simile (“Hockey Fights Cancer”), è bello che ci sia questa sensibilità nel mondo dello sport…
“Assolutamente sì. Credo che noi per primi possiamo apprendere qualcosa dalle persone che sono malate di cancro. C’è una ragione particolare per la quale porto quel logo sulla mia maschera… Mia mamma è malata di leucemia. Penso a queste persone che provano a vivere la loro vita appieno, cercando per un momento di non pensare alla malattia. Non si aggrappano mai alle scuse, si danno da fare e non si tirano mai indietro… Non badano alla stanchezza ma vanno avanti con il sorriso. Si tratta di iniziative a cui tengo particolarmente e, anzi, penso che bisognerebbe promuoverne maggiormente”.