GINEVRA – AMBRÌ
8-2
(1-2, 4-0, 3-0)
Note: Les Vernets, 5’804 spettatori. Arbitri Prugger, Vinnerborg; Fluri, Mauron
Penalità: Ginevra 3×2′, Ambrì Piotta 7×2′
GINEVRA – Peggio di così, probabilmente, non poteva andare. Nella sua prima uscita stagionale l’Ambrì Piotta ha mostrato un buon hockey per una decina di minuti scarsi, prima di prestarsi ad un monologo del Ginevra Servette che per certi tratti ha avuto dell’incredibile.
I timori venuti a galla dopo le ultime amichevoli sono stati sostanzialmente tutti confermati. La squadra di Pelletier non si è dimostrata pronta ad affrontare un impegno di campionato, pur trovandosi di fronte un Ginevra Servette reduce da uscite da dimenticare in CHL e apparso nei primi minuti decisamente fuori fase.
Quei primi minuti hanno però illuso tutti, con il gol di Hall in powerplay – poco prima aveva colpito il palo – ed il raddoppio di Monnet dopo soli 42 secondi che hanno forse portato l’ambiente biancoblù a pensare che la strada verso la prima vittoria stagionale sarebbe stata in discesa. Dopo il timeout chiamato da McSorley appena dopo aver incassato il 2-0, però, del bel gioco proposto dell’Ambrì nelle primissime battute di gara non vi è più stata traccia sino alla fine.
Lenti sulla gambe, errori in impostazione ed uscita dal terzo a ripetizione, ed una generale confusione nella manovra hanno presto relegato l’Ambrì al mero ruolo di “sparring partner” dello scatenato Ginevra che, dopo aver rischiato di incassare il 3-0 per mano di Elias Bianchi, ha preso saldamente in mano le redini del match e non le ha più mollate nemmeno per un secondo.
Inutile in questo senso il timeout chiamato da Pelletier, che nell’occasione ha confermato dall’inizio Tim Wolf tra i pali – a causa dell’influenza l’ultima partita di Zurkirchen era stata quasi due settimane prima – ed optato per portare in formazione il giovane Noele Trisconi come 13esimo attaccante, anche se il numero 24 non si è praticamente mai visto.
Ad eccezione del rientro di Daniele Grassi e la bandiera bianca alzata da Stucki, tutto è rimasto come nell’ultima uscita alla Valascia, il che significa constatare come Mikko Mäenpää sia finito ancora una volta sul foglio partita in qualità di settimo difensore.
Evidentemente frenato da qualche problema – nonostante si dica il contrario, il fatto che non tenti un potente slapshot nemmeno quando completamente solo non fa che aumentare i sospetti in merito al suo polso – il finlandese non ha sicuramente ben figurato nella sua prima uscita. Errori grossolani in fase difensiva e nella gestione del disco, uscite dal terzo cervellotiche e zero impulsi in avanti lo rimandano perlomeno alla serata di sabato, dove si spera possa mostrare altri numeri.
A partire dal gol di Tom Pyatt in powerplay – ma figlio di un’azione personale – l’Ambrì è andato sgretolandosi, incassando poi addirittura quattro gol nel periodo centrale (tre nei primi quattro minuti!) e costringendo Pelletier al 24’02 ad inserire Zurkirchen, il quale non ha però trovato miglior sorte del compagno.
Difficile valutare le prestazioni dei due portieri, con Wolf che si è ben comportato all’inizio, tenendo in piedi la baracca sino a quando ha potuto. Il numero 39 è poi entrato a giochi quasi fatti – si era sul 4-2, ma l’inerzia della partita non prometteva nulla di buono – ed avrà probabilmente modo di rifarsi sin dal primo minuto già sabato contro gli ZSC Lions.
Le prestazioni opache dei singoli – nessuno è realmente uscito dal mucchio – passano però in secondo piano quando si va ad osservare la prestazione generale della squadra, in difficoltà anche a districarsi nelle più basilari situazioni di gioco. Il Ginevra ha potuto vantare un ritmo decisamente superiore ed una condizione fisica che gli ha permesso di vincere praticamente tutte le battaglie uno-contro-uno… Unendo il tutto ad un’esecuzione più precisa, ad una generale organizzazione di squadra ben più sviluppata e all’efficacia degli special team, è facile immaginare come si sia arrivati al pesante risultato di 8-2.
Come già successo nel preseason l’Ambrì ha infatti perso la partita in boxplay, concedendo sette occasioni ai padroni di casa, di cui addirittura quattro sono state sfruttate. Nei momenti di difficoltà nessuno ha poi saputo indicare la via, questo nonostante un paio di rimescolamenti tra le linee – Grassi spostato con Hall e Lauper, ad esempio – ed il già citato cambio di portiere, che non ha dato la scossa sperata.
Sostanzialmente inutile il terzo tempo, se non a regalare altri tre motivi di gioia ai tifosi di casa. L’Ambrì Piotta sul fronte offensivo non ha invece più saputo farsi vedere e, anzi, negli ultimi 40 minuti di gioco l’unico tiro davvero pericoloso è stato lo slapshot scagliato da Emmerton al 26’, a cui ha fatto seguito solamente un’occasione a tu-per-tu sprecata goffamente da Grassi.
Più che della sostanza – una sconfitta a Ginevra la si poteva sospettare, considerando che molti aspetti del gioco è palese che richiederanno del tempo per essere migliorati – a preoccupare è la forma assunta dal risultato ed il modo a cui ci si è arrivati.
Per lunghi tratti il Ginevra è infatti parso di gran lunga superiore ai biancoblù, quando sulla carta le due formazioni non sono assolutamente così distanti da giustificare un tale passivo. Troppi aspetti basilari del gioco devono però ancora fare “click”, ed una forma fisica non brillante va ad evidenziare ulteriormente le importanti lacune della squadra, che sembra dover ancora sviluppare una propria identità.
L’Ambrì ora sarà chiamato a dimenticare immediatamente questa serata storta e a rimboccarsi le maniche contro gli ZSC Lions, a punteggio pieno dopo due uscite. I biancoblù sono una squadra capace di trasformarsi davanti al proprio pubblico e di trarre grande energia dalle emozioni… Energia che venerdì è mancata a Les Vernets.
GLI SPECIAL TEAMS: è stato il filo conduttore di tutto il preseason, e l’Ambrì Piotta ha provato nuovamente sulla sua pelle a Ginevra cosa significhi concedere tante superiorità numeriche all’avversario.
I biancoblù hanno incassato ben quattro gol in boxplay, tre dei quali a cavallo tra primo e secondo tempo e in poco più di sette minuti di gioco complessivi. Gli uomini di Pelletier dovranno essere più disciplinati e nel contempo lavorare su boxplay e powerplay, altrimenti le serate complicate continueranno a susseguirsi.