AMBRÌ – Il rendimento di Laurent Dauphin è specchio delle recenti prestazioni dell’Ambrì. Troppo poco incisivo nel gioco, da un po’ il canadese fatica ad esprimersi con la brillantezza mostrata ad inizio stagione. E intanto, contro il Bienne, è arrivata la terza sconfitta consecutiva, figlia di una sfida giocata dai biancoblù con poca lucidità.
“Ci siamo svegliati troppo tardi”, ha spiegato Dauphin. “Nel primo periodo abbiamo sprecato troppo e siamo stati puniti, mentre nel secondo abbiamo totalmente perso il filo del discorso. È lì che la sfida ci è sfuggita di mano”.
Complessivamente non è stata una partita particolarmente brillante, ciò nonostante avreste potuto indirizzarla diversamente nel primo periodo quando però avete seminato parecchio ma senza raccogliere nulla, mentre il Bienne ha saputo colpire…
“Ci abbiamo provato con insistenza per tutto il primo tempo e, nonostante i tentativi, il disco non voleva saperne di entrare. Poi, nel nostro miglior momento, loro hanno trovato il gol con troppa facilità e questo ci ha fatto perdere la concentrazione. Come detto non siamo stati bravi a cancellare la frustrazione e l’abbiamo travasata nel secondo periodo. Quando abbiamo trovato la via del gol, nel finale, era troppo tardi e anziché insistere ci siamo fatti prendere in contropiede e abbiamo subìto la rete del KO”.
Nemmeno contro i seeländer siete riusciti a sfruttare i diversi momenti di superiorità numerica. Cosa fare per tornare a far funzionare il powerplay?
“Ad inizio stagione il powerplay viaggiava a ritmi francamente insostenibili e, col passare delle partite, ha perso d’efficienza. Come è normale che sia. Non vedo grandi problemi in questo tipo di situazione. È vero, fatichiamo a trovare la via della rete, ma anche contro il Bienne si sono viste buone trame che hanno portato ad alcune ghiotte occasioni, tra le quali un palo pieno quando la partita era ancora ferma sullo 0-0. Insomma, si tratta di ritrovare un po’ più di lucidità e anche il powerplay tornerà a colpire con maggiore regolarità”.
Complice anche la pesante assenza di Heed, difensivamente avete mostrato qualche incertezza di troppo che il Bienne ha saputo sfruttare. In vista del derby occorrerà ritrovare maggiore lucidità nelle retrovie, sei d’accordo?
“Certamente. L’assenza di Tim è pesantissima per una squadra come la nostra. Il nostro sistema difensivo è solido e ben strutturato, ma quando manca un attore come lui inevitabilmente emergono delle lacune. Tralasciando gli errori individuali – che nell’hockey possono capitare – credo che avremmo dovuto supportare maggiormente i nostri estremi difensori. Martedì li abbiamo lasciati troppo soli”.
A livello personale, dopo un eccellente inizio di stagione, a seguito di quella squalifica per il fallo su Moy abbiamo assistito ad una sorta di involuzione delle tue prestazioni, al punto che di recente sei anche finito in sovrannumero. Percepisci di aver compiuto un passo indietro?
“Un passo indietro forse no, ma di certo non sto riuscendo ad esprimermi ai livelli di inizio stagione. Prima è arrivata la squalifica, poi la pausa della Nazionale, poi sono finito in tribuna… Insomma, sono rimasto fermo a lungo. Ora sto cercando di ritrovare il mio ritmo e per farlo devo continuare a lavorare duro. Solo in questo modo potrò tornare ad essere performante come lo ero qualche settimana fa”.
Psicologicamente quel fallo su Moy ti ha toccato in maniera particolare?
“Sicuramente. Non saprei dire quanto abbia influito sul mio rendimento ma devo riconoscere che è stata una situazione difficile da gestire a livello mentale. È stata dura e ho ripensato tanto all’accaduto. La parte peggiore è stata la squalifica in sé, cioè essere costretto in tribuna mentre la squadra stava vivendo quell’ottimo momento di forma. Poi, come detto, è arrivata la pausa che ha rallentato il mio rientro e, di conseguenza, il raggiungimento del mio stato di forma ideale. Diciamo pure che a livello personale non è stato un gran periodo, ma sto cercando di lavorare nel modo giusto per gettarmelo alle spalle”.