KLOTEN – L’Ambrì Piotta è uscito vittorioso anche dalla sfida di sabato sera in casa del Kloten, ed il canadese Laurent Dauphin è decisamente soddisfatto del suo primo vero weekend elvetico.
“È andato tutto bene, sono contento per la squadra, partire con due vittorie è perfetto per la fiducia”.
Il livello del nostro campionato è come te lo aspettavi?
“Direi di sì, un gioco rapido e non solamente duro, con molti elementi dotati di tante abilità”.
Pure a livello personale è andata benissimo, ottime prove coronate da reti e assist, insomma sembrava che giocassi nell’Ambrì da una vita. Non è evidente iniziare così…
“Devo dare credito al resto della squadra, mi ha accolto alla grande, la mia integrazione è stata facilitata, ho potuto familiarizzare con tutto l’ambiente. Questo mi ha aiutato a farmi trovare pronto per l’inizio del campionato”.
Qui hai un altro ruolo rispetto al passato in NHL: devi essere un leader, hai molte responsabilità, tanto tempo di ghiaccio e la gente si aspetta molto da te. È stato facile calarsi nella parte e cambiare prospettiva?
“Ho già avuto questo ruolo nelle minors e in età giovanile, era proprio quello che cercavo, volevo avere una posizione un po’ diversa rispetto a quella di centro difensivo di un quarto blocco. Credo di essere capace di interpretare tutte le situazioni e voglio dimostrare di saper creare maggiormente in attacco rispetto a quanto credano le persone”.
La maggiore superficie di ghiaccio europea ti piace?
“Sì la adoro, c’è più spazio e si può tenere un pochettino di più il disco sul bastone, mi piace molto e non vedo l’ora di continuare questa esperienza”.
Come hai trovato l’ambiente ad Ambrì e Kloten?
“È davvero speciale, i tifosi fanno rumore pure durante le azioni, devo abituarmi a questo. Bisogna restare concentrati e non farsi distrarre da quello che capita sugli spalti e nelle tribune, anche questa è davvero una grande esperienza”.
Sei considerato un esperto agli ingaggi. È grazie al talento, eri già bravo da ragazzino, oppure sei diventato forte in questo esercizio attraverso l’allenamento e la pratica?
“Da ragazzino non ero chissà che bravo in questo esercizio. Con l’esperienza e discutendo con allenatori e giocatori che hanno avuto successo nella loro carriera, sono riuscito a migliorare. Ho cercato di ascoltarli, rubare loro dei trucchi e affinare appunto la mia tecnica in questo determinato ambito”.