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Ambrì Piotta

Da DiDomenico e Senn la scossa da cui l’Ambrì dovrà crescere

I leventinesi giocano un match più serrato e ottengono altri punti pesanti, ma senza un Senn in grande serata la sfida avrebbe preso una piega diversa

Da DiDomenico e Senn la scossa da cui l’Ambrì dovrà crescere

AMBRÌ – FRIBORGO

2-1

(1-0, 0-1, 0-0; 1-0)

Reti: 8’06 Bürgler (De Luca, DiDomenico) 1-0, 37’58 Sörensen (Sprunger, De la Rose) 1-1

Rigori: Sörensen, DiDomenico, DiDomenico

Note: Gottardo Arena, 6’098 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Kaukokari; Fuchs, Altmannn
Penalità: Ambrì 2×2, Friborgo 1×2

Assenti: Floran Douay (infortunato), Jesse Virtanen (ammalato), Inti PestoniRocco Pezzullo (sovrannumero), Davide Fadani (Snakes)

AMBRÌ – Rimane sempre lì aggrappato l’Ambrì Piotta, come testimonia la 17esima (!) partita stagionale andata oltre i tempi regolamentari, e se da un lato le prestazioni contro Ajoie e Friborgo hanno permesso di ottenere quattro punti di fondamentale importanza, dall’altro la squadra rimane in un momento difficile e ci sarà comunque la necessità di alzare il livello generale per rimanere a lungo in corsa.

Per ottenere questi due risultati positivi c’è infatti stato bisogno di un Gilles Senn assolutamente strepitoso – martedì ancora più che a Porrentruy – che ha più volte salvato i suoi con interventi brillanti, minimizzando così tutte quelle concessioni difensive che in altre serate sarebbero state probabilmente pagate con un netto passivo nel punteggio.

L’Ambrì di questo non deve scusarsi, Senn è mandato tra i pali per fermare più dischi possibile e quando vive una serata di grazia è meglio per tutti, ma i due punti ottenuti vanno messi in tasca con la consapevolezza che questo vento in poppa arrivato da alcuni episodi favorevoli andrà sfruttato per alimentare la propria fiducia e crescere in intensità.

Non si fraintenda, i biancoblù contro un Gotteron in grande forma hanno avuto il merito di stringere un po’ i bulloni in termini difensivi, e si è infatti vista una partita più chiusa, che a lungo andare ti dà maggiori possibilità di strappare la vittoria con un episodio favorevole, magari tolto dal cilindro dai tuoi uomini migliori.

In questo senso, aver ritrovato un DiDomenico assoluto protagonista del finale contro la sua ex squadra – il canadese ha servito la sua “vendetta”, che invece Lilja ha solo sfiorato in un paio di circostanze – ha sprigionato un’energia e cattiveria agonistica importante, ed anche Kubalik è andato vicino al gol una miriade di volte. Una nota di merito va inoltre a Maillet, che pur in maniera irregolare appare comunque in crescita, ed è giusto insistere con lui in una linea che sta trovando le sue dinamiche.

È però anche vero che, in termini di versatilità nel gioco, questo Ambrì Piotta appare un po’ monocorde. In una serata in cui il focus è andato – giustamente – verso la fase difensiva, la coperta è apparsa corta e si è sacrificato parecchio in avanti. I leventinesi hanno fatto tanta fatica a macinare gioco nel terzo offensivo, raramente sono riusciti a installarsi e far partire il loro ciclo, tanto che dopo due periodi di gioco Berra aveva dovuto fronteggiare solamente cinque (!) conclusioni.

Il trend si era già intravisto nel primo periodo – comunque terminato in vantaggio grazie al gol di Bürgler dopo una bella azione di De Luca – ed è diventato evidente in un periodo centrale in cui il Friborgo è stato padrone del ghiaccio a livello territoriale. In quelle fasi a dire il vero l’Ambrì si è difeso piuttosto bene, affidandosi a Senn su alcune letture difensive errate, ma non è mai riuscito a dare davvero ritmo alla propria manovra.

Meritato dunque il pareggio ottenuto da Sörensen in powerplay e delicato il successivo momento ancora in inferiorità numerica, a risultato del coach’s challenge perso. L’Ambrì Piotta invece di powerplay ne ha avuto solamente uno, e anche se il campione è ovviamente troppo ristretto, l’impressione è stata quella che si volesse evitare la soluzione “ovvia” di mandare al tiro Kubalik, puntando invece più sul dualismo tra DiDomenico e Maillet. Il tempo dirà se davvero l’Ambrì riuscirà ad aggiungere una nota di imprevedibilità all’esercizio.

Difensivamente, però, i grattacapi non sono mancati in una serata in cui mancava l’ammalato Virtanen, e nemmeno Heed – ma purtroppo non è una novità – ha saputo assicurare una certa pulizia in retrovia. Senn ci ha messo una pezza, nuovamente all’overtime e definitivamente ai rigori, parando sette tiri, mentre DiDomenico ne ha realizzati due, chiudendo la contesa.

In una classifica così corta e con un livello di fiducia costantemente traballante – a Porrentruy era bastato un gol dopo pochi secondi per portare un intero periodo fuori carreggiata – essere riusciti a spuntarla per l’Ambrì è fondamentale.

Riprendere un po’ di fiducia e spavalderia è un passaggio chiave, così come sarà importante capire come integrare nuovamente Inti Pestoni, finito in sovrannumero per la seconda partita di fila nel tentativo di stimolare un suo ritorno ai migliori livelli. Se i biancoblù vorranno arrivare ai play-in, però, questo è un esercizio che dovrà essere fatto a livello di squadra.


IL PROTAGONISTA

Gilles Senn: Già capace di svoltare la partita contro l’Ajoie, anche martedì il portiere è stato l’assoluto protagonista della sfida, con una prestazione magistrale. Senza un Senn di questo livello il match sarebbe probabilmente andato piuttosto velocemente nella direzione del Gotteron, che invece non è riuscito a sfruttare una mole di gioco molto superiore a quella leventinese.


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