BIENNE – Era una partita importante quella che l’Ambrì Piotta affrontava venerdì sera alla Tissot Arena, ma per due terzi della sfida di Bienne la squadra di Kossmann è andata sul ghiaccio fisicamente ma non con la testa, ritrovandosi poi a dover cercare di girare un match lasciato andare alla deriva per i primi quaranta minuti.
Eppure la sfida era di quelle che attendevano solamente di essere fatte proprie, con i ritmi blandi del primo tempo che ben hanno riassunto un match in cui la differenza l’avrebbe potuta fare quel briciolo di determinazione in più, che sul fronte leventinese si è però scorto solo a piccoli tratti.
Il risultato è stata una serata confusa, con il Bienne (senza Robbie Earl) per la maggioranza del tempo al timone pur senza incantare, mentre l’Ambrì era impegnato ad arrabattarsi in maniera impacciata tra uscite dal terzo approssimative ed un forecheck troppo timido per avere un reale impatto.
Il gol di Lauper immediatamente dopo il raddoppio firmato da Wetzel e la rete di Monnet ad inizio terzo tempo hanno tenuto in vita i biancoblù, che non hanno però mai saputo imporre per davvero il loro gioco. L’Ambrì la sua miglior fase l’ha vissuta nel terzo tempo, quando Kossmann ha praticamente rivoluzionato la formazione nella speranza di provocare la giusta scintilla, riuscendoci però solo a tratti.
Troppo pesante infatti il fardello rappresentato dai primi due periodi di gioco, in cui la squadra è apparsa spesso fuori sincrono e disunita tra i reparti. Il risultato è stato un mix tra errori individuali – come sul primo e terzo gol, frutto rispettivamente di leggerezze di Zurkirchen e Berger – ed imprecisioni di squadra, sfociate in quel 2-0 in cui tutta la linea sul ghiaccio è andata in tilt.
Sul fronte offensivo si è invece fatto fatica a produrre gioco, e solamente nell’ultima frazione si è visto un Ambrì in grado di mantenere il possesso del puck in fase offensiva per un lasso di tempo utile a costruire qualcosa. Nel primo tempo i biancoblù hanno infatti scagliato solamente sei tiri verso Hiller, mentre nel periodo centrale la prima reale occasione la si è annotata dopo ben 14 minuti di gioco.
Va dato atto all’Ambrì di essersi poi riscattato, a partire da Zurkirchen che ad inizio terzo tempo ha sfoderato una grande parata su Schmutz, mentre un rimescolamento parziale delle linee ha fatto bene alla squadra. Kostner ha riguadagnato il ruolo in prima linea ed ha aperto qualche spazio in più per Emmerton e Pesonen, mentre D’Agostini ha giostrato con Fuchs e Monnet e Kamber è tornato a fare l’attaccante.
Soluzioni queste che hanno avuto un certo impatto, ma nonostante il 3-2 di Monnet la spinta non è stata sufficiente per girare davvero la partita. Difficile dire se la squadra sentisse un po’ di pressione visto l’importante weekend, ma la grande imprecisione e la poca lucidità e fantasia hanno caratterizzato la partita di un Ambrì apparso contratto.
Una mano non è poi arrivata nemmeno dagli special teams. I biancoblù hanno avuto una sola occasione per giostrare in powerplay, impedendo alla squadra di Kossmann di usare quell’arma che nel recente passato aveva tolto molte castagne dal fuoco, producendo 11 reti sull’arco delle precedenti dieci partite.
Il ritmo piuttosto piatto ed una certa confusione generale – il Bienne non ha certo offerto il suo miglior hockey – hanno però risparmiato diverso lavoro ai direttori di gara, visto che il livello di agonismo non si è mai alzato e la partita è scivolata via con una certa linearità.
Nel finale sono poi arrivati quei due minuti a Jelovac che hanno definitivamente spento le velleità ospiti, lasciando all’Ambrì poco più di un minuto per cercare un assalto finale con sei uomini di movimento, scenario questo rivelatosi sterile.
In definitiva troppo poco, dunque, specialmente per una squadra che con 13 partite da giocare dovrebbe presentarsi sul ghiaccio con il coltello tra i denti in ogni occasione, perchè da ora in avanti ogni punto perso peserà come un macigno. Per sperare nei playoff, sì, ma anche per tenere a tiro quell’importante decimo posto…
Peccato però che l’eredità lasciata dai 40 minuti precedenti fosse troppo negativa per poter essere ignorata, ed in definitiva i biancoblù hanno pagato giustamente dazio.
Il Bienne non era certo in gran serata ed il ritmo della sfida non ha mai toccato chissà quale vetta… Peccato non aver saputo approfittarne.