AMBRÌ – Era il 10 dicembre quando con un comunicato l’Ambrì Piotta informava che il proprio portiere Benjamin Conz sarebbe stato costretto nuovamente ai box a causa di uno stiramento all’adduttore.
Un brutto colpo per la squadra e per il giocatore stesso, già costretto a saltare tutta la prima parte di regular season a seguito dell’operazione all’anca di maggio. Sabato sera, nella sconfitta all’overtime contro i Lions, il numero 1 biancoblù ha così “esordito” per la seconda volta in stagione.
“Nell’insieme è andata come mi aspettavo, non ho avuto nessun dolore e questo è sicuramente un buon segno”, ci ha raccontato Conz. “Peccato per la sconfitta, forse avremmo potuto ottenere qualcosa di più ma ci teniamo comunque stretti questo punto importante arrivato contro una delle grandi del nostro campionato”.
Dai primi minuti e per due tempi si è potuto vedere un Ambrì dinamico e arrembante. Poi, nel terzo, avete un po’ perso il filo del discorso…
“Sono d’accordo. Abbiamo iniziato bene e siamo subito riusciti a lasciarci alle spalle la brutta prestazione di Losanna. Non abbiamo commesso errori particolari e ci siamo costruiti delle buone occasioni, peccato non essere riusciti a capitalizzarne qualcuna in più. Nel terzo tempo da parte nostra c’è stato un calo d’intensità e questo ha purtroppo influito sul risultato finale”.
Quando iniziano a mancare le energie una soluzione è rappresentata dalle superiorità numeriche. Dopo due powerplay mal giocati il terzo, quello più importante, ha fruttato il pareggio. Possiamo definirlo un punto d’oro?
“Io vedo il bicchiere mezzo pieno. È vero, i primi tre powerplay non sono stati gestiti al meglio, ma bisogna riconoscere grande merito allo Zurigo per l’ottimo lavoro in boxplay. Hanno chiuso molto bene gli spazi. Per come si erano messe le cose essere riusciti a trovare il pareggio dimostra quanto questo gruppo sia unito e come tutti lavorino nella stessa direzione per il bene della squadra. Abbiamo mostrato carattere, abbiamo messo alcuni dischi velenosi sulla porta e questo alla fine ci ha ripagati”.
Dopo 4 settimane di stop sei tornato a giocare. Quanto è stato difficile digerire l’ennesimo infortunio?
“Ammetto che è stata dura, direi frustrante. Fortunatamente si è trattato di uno stiramento e non un riacutizzarsi del problema all’anca operata, dunque nella sfortuna posso dire di essere stato fortunato. È stato frustrante soprattutto perché quell’infortunio mi ha impedito di prendere parte alla Coppa Spengler, un’esperienza che desideravo vivere con indosso i colori biancoblù”.
Era un torneo al quale tenevi particolarmente?
“Sì, è stato un vero peccato dovervi rinunciare, soprattutto considerando il grandissimo ambiente che si è respirato a Davos grazie ai tanti tifosi accorsi. Avevo già preso parte alla Spengler con il Friborgo nel 2012 e dunque sapevo bene che tipo di esperienza mi stesse aspettando. Dispiace anche perché avevo già preparato una maschera a tema che purtroppo resterà inutilizzata (indossata da Weaber nella sua partita, ndr)”.
Domenica affronterete la trasferta più impegnativa del campionato contro un Ginevra che sabato è rimasto a riposo. Come affrontare una sfida con questi presupposti?
“A Ginevra non è mai semplice fare bene. Attualmente loro sono in testa alla regular season assieme a Zugo e ZSC e questo sicuramente non ci semplifica il compito… Ma in questi casi non puoi permetterti di piangerti addosso. Come dice sempre il nostro coach non ci sono problemi ma soluzioni. A Ginevra dovremo riuscire a tirar fuori ciò che resta a livello di energie e, soprattutto, dovremo giocare con intelligenza. Quel che è certo è che non useremo la stanchezza come scusa per non applicarci al 100%. Daremo tutto nella speranza di strappare qualche altro punto importante”.