AMBRÌ – ZUGO
2-3
(1-1, 1-1, 0-0; 0-1)
Reti: 02’43 Landry 1-0, 03’56 Martschini (Bengtsson, Johnson) 1-1, 35’06 Grassi (Douay, Heim) 2-1, 37’39 Geisser (Martschini, Herzog) 2-2, 60’25 Kovar (Bengtsson) 2-3.
Note: Gottardo Arena, 6’259 spettatori
Arbitri: Hungerbühler, Wiegand; Bürgy, Altmann
Penalità: Ambrì Piotta 2×2, Zugo 4×2
Assenti: Simone Terraneo, Philippe Maillet (sovrannumero), Davide Fadani (Snakes), Rocco Pezzullo (ammalato)
AMBRÌ – Ci sono sensazioni sicuramente contrastanti in casa Ambrì Piotta al termine dell’ennesima partita trascinata sino all’overtime. Se da un lato vedere il bicchiere mezzo pieno significa sottolineare la prestazione positiva contro lo Zugo e le diverse occasioni avute per chiudere il match nei tempi regolamentari, dall’altro si deve constatare come la squadra di Cereda, una volta di più, non sia stata capace di uccidere la partita nei momenti chiave.
Le loro opportunità di ottenere i tre punti i biancoblù le hanno lasciate per strada nel periodo centrale quando, dopo il vantaggio ottenuto da Grassi – poco dopo un gol bellissimo ma giustamente annullato a Kubalik per offside di DiDomenico – non sono riusciti ad affondare il colpo nelle due situazioni di powerplay giocate praticamente una dopo l’altra.
Da quella che doveva essere una grande opportunità per svoltare la sfida – e per punire lo Zugo dopo il torto del secondo challenge – l’Ambrì non ha invece ricavato praticamente alcun momento di reale pressione, concedendo anche troppe ripartenze e occasioni a uno Zugo che in shorthand ha seriamente impegnato Juvonen.
Tra una fase di superiorità numerica e l’altra, c’è stato anche spazio per il pesante pareggio sul 2-2 di Geisser, mentre i leventinesi hanno continuato a pasticciare con un gioco che non ha mai mostrato particolare lucidità nel corso della serata. Il periodo centrale si è così concluso con tre powerplay che non sono tornati utili nemmeno per generare un momentum positivo, e che anzi sono sembrati sortire l’effetto opposto.
Peccato, perché era quello il momento in cui l’Ambrì Piotta poteva dare una sterzata a una partita in cui lo Zugo ha comunque dimostrato in varie fasi di avere una marcia in più in termini di ritmo. Kovar e compagni hanno infatti iniziato la gara con un gran pattinaggio e una velocità nel verticalizzare le azioni che ha messo in chiara difficoltà i padroni di casa, che solo con il passare dei minuti hanno trovato le gambe per giocare alla pari.
Il gol iniziale di Manix Landry, bravo nello sfruttare un puck rimasto lì davanti a Genoni – schierato un po’ a sorpresa – ha immediatamente trovato risposta in una ripartenza di Martschini, abile nel cercarsi la sua fortuna con un secondo tiro dal lato che ha sorpreso Juvonen.
Nel complesso, comunque, il portiere finlandese ha giocato una buona partita, compiendo diversi interventi complicati e confermandosi in un momento positivo, tanto da essere tra i migliori dei suoi insieme a un Miles Müller particolarmente attivo.
A livello di ritmo, però, l’Ambrì ha avuto il suo bel da fare, tornando a faticare in alcuni momenti del terzo tempo – in cui sono però arrivate almeno due grandi chance per vincere la partita – con anche un finale in trincea davanti al proprio portiere necessario per portare la sfida all’overtime. Per avere la meglio in termini di energia ci sarebbe voluta probabilmente più regolarità, mentre il gioco si è sviluppato più su fiammate che hanno reso il match anche parecchio imprevedibile.
Lo Zugo in questo senso ha dovuto affrontare le sue difficoltà, inizialmente legate allo schieramento di un Genoni ovviamente alla ricerca del ritmo partita – sinora aveva giocato un solo match il 22 novembre – ma anche all’assenza imprevista di cinque elementi che, dopo le prime fasi, hanno abbandonato la sfida a causa di un malore. Praticamente dopo un paio di cambi non si sono più visti Schlumpf, Leuenberger e Stadler, e anche Hofmann ed Eggenberger, a un certo punto, sono rientrati negli spogliatoi.
È stato insomma un Ambrì che non si è discostato molto da quello che ben conosciamo: vivo, ma anche balbettante quando si tratta di sfruttare le occasioni e prendere in mano la situazione. Ed alla fine il prezzo è stato pagato con il gol risolutore di Kovar all’overtime.
Rivaleggiare con lo Zugo in termini di ritmo non è però mai semplice, e alcuni elementi biancoblù – come ad esempio DiDomenico o Virtanen – non sono sembrati al massimo della lucidità.
IL PROTAGONISTA
Lino Martschini: La velocità del piccolo attaccante dello Zugo è sempre stata un bel grattacapo per la difesa leventinese, che ha spesso fatto fatica nel venire a capo del dinamismo che Martschini porta in pista. Autore di un primo gol ottenuto con molta furbizia e poi di un assist al rientro da una penalità che poteva svoltare in senso opposto la partita, il suo è stato un gioco a cui l’Ambrì non ha mai trovato davvero risposta.
GALLERIA FOTOGRAFICA
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)