ZUGO – AMBRÌ
4-2
(1-2, 1-0, 3-0)
Reti: 00’17 Zgraggen (Trisconi) 0-1, 7’46 McIntyre (Alatalo) 1-1, 12’57 Emmerton (Plastino) 1-2, 29’46 Martschini (Alatalo, Stalberg) 2-2, 40’24 Stalberg 3-2, 51’05 Klingberg (Martschini, Diaz) 4-2
Note: Bossard Arena, 7’100 spettatori. Arbitri Koch, Prugger; Castelli, Kovacs
Penalità: Zugo 4×2′, Ambrì 6×2′ + 1 x rigore (Plastino)
ZUGO – Non è coinciso con una serata di festa il debutto in biancoblù di Dominik Kubalik, che da finalizzatore ha però potuto fare ben poco per dare una mano ad un Ambrì Piotta che a Zugo non è praticamente mai stato capace di imporre il suo gioco, ed ha finito per uscire battuto dalla Bossard Arena con un 4-2 che rappresenta un risultato contenuto.
La squadra di Cereda non è infatti riuscita a costruire su un primo tempo giocato in maniera abbastanza ordinata – considerando anche i diversi boxplay – ed ha anzi perso il proverbiale filo del discorso nel periodo centrale, durante il quale i padroni di casa hanno progressivamente fatto sbandare la struttura di gioco biancoblù.
In quel frangente solamente un ottimo Conz ha evitato il tracollo degli ospiti, andati alla seconda pausa con un generoso 2-2 ma poi immediatamente messi di fronte al loro destino dopo 24 secondi nel terzo tempo, quando Stalberg ha di fatto deciso la partita su rigore.
Sul fronte offensivo invece l’Ambrì Piotta ha creato molto meno di quanto non possa dare a pensare il conteggio ufficiale dei tiri, che parla di un 36-36 finale ben poco rappresentativo. Ma d’altronde era lecito attendersi alcune difficoltà strutturali da parte dei leventinesi, che con l’arrivo di Kubalik hanno rimescolato in maniera importante le prime due linee, ritrovandosi con il difficile compito di contrastare una squadra veloce e “diretta” come lo Zugo alla prima esperienza con il nuovo assetto.
Se il posto giusto per Kubalik è davvero il secondo blocco di Müller e Zwerger, e se Monnet sarà in grado di sostenere il compito di essere l’ala della prima linea probabilmente lo dirà il tempo, ed in questo senso le prime indicazioni si potranno trarre solamente tra qualche uscita.
Nel frattempo però i biancoblù hanno perso la loro quarta partita consecutiva, questo nonostante un inizio che aveva visto Zgraggen trovare il gol dopo soli 17 secondi di gioco (grazie anche ad un “aiutino” di Stephan), mentre Emmerton aveva firmato il secondo vantaggio di serata insaccando su passaggio illuminante di Plastino.
Già nella prima frazione la struttura leventinese aveva però evidenziato delle “crepe” in uscita dal terzo, con alcuni dischi gestiti malamente che potevano fungere da campanello d’allarme. La situazione per la squadra di Cereda si è poi fatta complicata a partire da un contropiede non sfruttato da Forrer nel periodo centrale, che aveva sorpreso per la prima volta gli ospiti mal posizionati in zona neutra.
Da quella sbavatura l’Ambrì ci ha messo un po’ a ritrovare il suo equilibrio ed ha permesso allo Zugo di girare nettamente il momentum a suo favore. Le occasioni da gol per la squadra di Kreis si sono velocemente moltiplicate, da quella sciupata in maniera incredibile da Suri a porta sguarnita, sino ad arrivare all’esplosivo pareggio di Martschini, episodi che hanno rappresentato solamente la punta dell’iceberg di una fase che ha visto Conz protagonista e salvatore.
Tornare negli spogliatoi alla pausa con il 2-2 era apparsa come una piccola vittoria per gli ospiti, ma lo Zugo ha immediatamente raccolto quanto seminato costruendosi l’azione che ha costretto Plastino al fallo da rigore su Stalberg.
Sull’altro fronte la reazione è invece passata dal bastone di Zwerger, autore di una stupenda azione personale conclusa con l’austriaco a far vibrare i ferri della porta di Stephan, mentre qualche minuto dopo Kubalik in powerplay ha trovato il suo primo spunto pericoloso in biancoblù. Troppo poco però, anche e soprattutto visto che gli svizzero centrali sono riusciti a trovare il quarto gol con Klingberg, bravo a deviare un tiro dello scatenato Martschini.
I pensieri al ritorno in Ticino saranno dunque diversi per Luca Cereda, che ha ora il compito di decifrare in maniera giusta un gruppo che con l’arrivo di Kubalik ha indubbiamente un’interessante arma offensiva in più, ma che dovrà mettere il ceco in condizione di colpire.
Quella della Bossard Arena si è dunque inevitabilmente rivelata essere una partita “di prova”, non andata benissimo a livello collettivo – il forecheck voluto da Cereda non ha ingabbiato lo Zugo – ma sul piano individuale ci sono state alcune indicazioni positive.
Anche per questi motivi diventa dunque interessante la sfida di sabato contro il Kloten, unica squadra con meno punti dei biancoblù e contro la quale si potrebbero già intravedere le potenzialità di un Ambrì che con l’innesto pur di un solo giocatore ha cambiato volto in maniera importante.
IL PROTAGONISTA
Lino Martschini: Il piccolo attaccante ha vissuto un inizio di stagione davvero complicato, con solamente due reti realizzate nelle prime 17 partite. Il bastone del 24enne sta però tornando a diventare caldo, e gli otto punti nelle cinque uscite più recenti ne sono la testimonianza.
Venerdì sera è diventato una vera spina nel fianco dei biancoblù a partire dal periodo centrale, che ha coronato con il fondamentale 2-2 a risultato di un lavoro inarrestabile a tutta pista. Dopo un periodo di crisi lo Zugo è tornato a vincere, ed uno dei motivi è proprio lui.