Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
Non è roba da tutti
Il traguardo dei 10 gol in regular season raggiunto a Zugo da parte di Romain Loeffel non è una novità per il giocatore stesso (capace di ripetersi come a Ginevra) ma di certo per un difensore dal passaporto svizzero con la maglia del Lugano non è così scontato. Prendendo come limite l’introduzione dei playoff, il primo a riuscirci fu Bruno Rogger nella stagione proprio del primo titolo con 21 reti (24 l’anno precedente), per poi segnarne 10 la stagione successiva. Bisogna arrivare all’annata 1992/93 per vedere i 10 gol di Mark Astley (vero comunque che erano entrambi canadesi dal doppio passaporto), ma poi dovettero passare ben nove anni perché uno svizzero riuscisse di nuovo ad andare in doppia cifra, si trattava di Patrick Sutter con ben 21 gol nella stagione 2001/02. Da lì in poi fu monopolio di un solo giocatore, Julien Vauclair, il quale arrivò ad almeno 10 reti in regular season dal 2007/08 al 2010/11 (10, 10, 13 e 12 gol), e più nessuno fino ad oggi, fino alle cannonate di Romain Loeffel.
Scusate il ritardo
A Zugo sabato sera è arrivata un’altra buona notizia oltre alla vittoria del Lugano, ossia il ritorno al gol di Dario Bürgler. L’attaccante numero 87 aveva infatti passato il periodo più lungo della sua carriera senza riuscire più a segnare. Tra il gol segnato contro il Bienne il 30 novembre 2018 e quello di sabato sera alla Bossard Arena sono passate infatti 15 partite a secco per Bürgler, un lasso di tempo interminabile per un attaccante abituato a cifre ben diverse. L’altro periodo più lungo senza segnare lo aveva passato nella stagione 2013/14 quando ancora militava nello Zugo, restando per 13 giornate senza insaccare alcun disco.
Chi vince cosa?
Di solito certi luoghi comuni sono più veri di quanto si pensi ed è meglio dargli retta in certe situazioni. Se è vero che gli attacchi vincono le partite, allora il Lugano può avere fiducia nelle prossime giornate, avendo il secondo miglior reparto offensivo del campionato. D’altro canto è solo una metà del detto, completato dalla convinzione che le difese vincono invece i campionati e in questo caso i bianconeri non sono messi benissimo, peggio di loro hanno fatto solo Ginevra, Rapperswil e Davos. Se il Lugano vuole andare lontano, allora dovrà prima raggiungere i playoff segnando un gol più degli altri, e se arriverà (ce lo auguriamo) nelle prime otto dovrà cominciare invece a subire un gol in meno degli altri. Poca differenza ma sostanziale.
Gli uomini dei record
Già detto dei record di punti di Raffaele Sannitz, oggi andiamo a contare le reti dei bianconeri a regular season non ancora conclusa. Gregory Hofmann ha già superato il proprio record personale di gol arrivando a 23 marcature, la cifra più alta sinora in National League. Chi pure ha già superato il precedente limite è Giovanni Morini con 12 reti (con 2 game winning gol) triplicando già ora il suo massimo toccato la scorsa stagione. Pure Romain Loeffel è arrivato in doppia cifra toccando le cifre che aveva già raggiunto in maglia granata nelle ultime due stagioni, ora con le prospettive di superarle grazie ai ritmi che sta tenendo.
Salvati dalla campanella
Tra gli argomenti più di discussione nell’ambiente bianconero c’è sicuramente il rendimento insufficiente di Lapierre e Lajunen, al momento decisamente sottotono, non solamente per degli standard da stranieri ma su tutta la linea. A “salvare” parzialmente il canadese e il finlandese ci sono però le statistiche degli ingaggi, esercizio in cui i due citati riescono comunque a mantenere un livello più consono alle aspettative. Lapierre mantiene infatti un 56,8% di riuscita, mentre Lajunen è poco distante con un 55,96%. Ben più degli altri centri bianconeri, dato che Sannitz è appena sopra il 41%, Morini al 46%, Cunti 39,3% (ma in sole 10 partite) e Romanenghi 45,9%. Basta per salvarli? Diciamo che questo vale mezzo punto in più sulla pagella.