DAVOS – AMBRÌ
2-3
(2-0, 0-1, 0-2)
Reti: 1’22 Nordström (Wieser, Stransky) 1-0, 12’18 Nussbaumer 2-0, 29’35 Spacek (Pestoni), 55’56 Chlapik (Pestoni) 2-2, 57’28 Chlapik (Spacek) 2-3
Note: Eisstadion Davos, 5’841 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Piechczek; Wolf, Meusy
Penalità: Davos 4×2, Ambrì 4×2
Assenti: Diego Kostner, Tobias Fohrler (infortunati), Janne Juvonen, Lionel Marchand, Zack Mitchell, Rocco Pezzullo, Josselin Dufey, Valentin Hofer (sovrannumero)
DAVOS – C’era davvero di che preoccuparsi dopo il primo tempo, perchè del “vero Ambrì Piotta” in quei primi venti minuti di una partita che valeva un’intera stagione non c’era stata traccia. Troppo facile infatti giocare contro una squadra biancoblù con quell’attitudine, assente dai due slot e senza quella carica agonistica che dovrebbe essere il marchio di fabbrica del club.
Con le spalle al muro il gruppo di Cereda ha però trovato una grande reazione, crescendo gradualmente nel periodo centrale e prendendo in mano la seconda metà di partita, dando un’importantissima risposta soprattutto a sé stesso. L’Ambrì Piotta ha infatti nelle corde i mezzi per essere anche lui tra i protagonisti dell’appassionante corsa ai pre-playoff nelle ultime due infuocate partite, ed ora i leventinesi sono vivi per davvero.
E chissà che le emozioni vissute nel finale di partita a Davos non fossero quelle necessarie per accendere il vero fuoco dell’Ambrì Piotta, che per come si era presentato in pista sembrava destinato a sbattere contro un muro nel tentativo di recuperare le due reti di svantaggio accumulate nel giro di appena 12 minuti.
Poco intensa e caratterizzata da spazi eccessivamente ampi, la manovra biancoblù nella prima frazione ha dato ben pochi pensieri a Senn, che è stato riportato sull’attenti solamente da un acuto di Formenton e da poco altro. Indicazioni non troppo promettenti erano arrivate anche dal lineup, con in particolare il blocco Zwerger–Grassi–Pestoni davvero poco convincente.
Cereda ha così rimesso mano alla sua formazione, spostando l’ala ticinese con Spacek e Chlapik, e portando Kneubuehler con Rüfenacht e McMillan (prova stavolta di spessore quella del canadese). Mosse che con il passare del tempo hanno dato i loro frutti.
Il match si è infatti stabilizzato quasi immediatamente, ed è poi stato illuminato da un paio di azioni spettacolari di Spacek, che a metà incontro ha firmato in prima persona il fondamentale gol del 2-1. Dal quel momento la sfida è cambiata, con l’Ambrì che è andato vicino al pareggio già prima della pausa – Senn si è salvato anche con un po’ di fortuna su Pestoni e Bürgler – ed il vero avversario dei biancoblù a quel punto è diventato il cronometro.
Di chiara marca leventinese infatti la terza frazione, con diversi tiri pericolosi verso la porta avversaria ed altrettante occasioni mancate. Ad andarci vicinissimi erano stati Heim (palo) e Formenton (occasione a tu-per-tu), ed alla fine l’insistenza ospite è stata premiata dalla doppietta di Chlapik, che nel giro di un paio di minuti ha trovato le due segnature necessarie per rilanciare davvero le speranze di qualificazione.
Cereda e la sua squadra possono ora prendere una bella boccata d’ossigeno, e ritrovare qualche certezza che nelle ultime settimane era sembrata lasciare spazio a troppi dubbi e pensieri. L’elemento principale che l’Ambrì ha ritrovato nella serata di Davos è stato quello di giocare trascinato dalle emozioni, e se la squadra saprà mantenere questa carica anche per gli ultimi due impegni davvero tutto potrà succedere.
E allora la prova del nove dovrà arrivare nel derby, uno scontro diretto in cui Ambrì e Lugano si giocano una fetta importante del loro destino. Per chi ama le emozioni di questo sport, non poteva esserci scenario più bello.
IL PROTAGONISTA
Filip Chlapik: La sua doppietta è un vero simbolo di speranza per i leventinesi, che hanno ottenuto quella vittoria fondamentale per restare vivi nella corsa al post season, e che nel frattempo vale anche la matematica salvezza. L’attaccante ceco è inoltre salito a quota 24 gol in stagione, ad una sola lunghezza da quei 25 che aveva ottenuto Kubalik.