LUGANO – Per il Lugano quella di sabato sera con il Ginevra è stata solo la quarta sconfitta del 2020, ma è stata una battuta d’arresto particolarmente bruciante.
Proprio quando il momentum della partita sembrava essere definitivamente girato a favore dei bianconeri e il gol del primo vantaggio – dopo la grande occasione capitata a Fazzini e l’asta colpita da Chorney – era nell’aria, ecco la doccia fredda, arrivata per colpa del secondo grave errore individuale della serata.
“È una sconfitta che non ci voleva, è un vero peccato”, esordisce un amareggiato Alessandro Chiesa. “Nel primo tempo abbiamo subito un po’ troppo il loro gioco e abbiamo pagato a caro prezzo una nostra disattenzione. Dopodiché, dal secondo periodo in avanti, abbiamo comunque lottato su ogni disco, abbiamo avuto le nostre occasioni e ci siamo avvicinati sempre di più. Per noi sono già delle partite di playoff, non spettacolari ma dove si lotta su ogni disco, dove ogni dettaglio conta e alla fine proprio un dettaglio ci è costato i tre punti”.
Nei primi due tempi avete fatto particolarmente fatica a creare gioco offensivo, come testimoniano i soli 12 tiri in porta. Come ti spieghi queste difficoltà?
“Credo che non siamo stati abbastanza diretti, abbiamo girato troppo al largo. Sapevamo che con il loro sistema di gioco, dove giocano molto compatti nello slot a protezione della loro porta, bisognava mettere dischi anche sporchi e poi andare a prendere i rebound. Era questo il nostro piano di partita sin dall’inizio, ma come hai detto bene tu, dal punto di vista offensivo siamo un po’ mancati, un gol in questa serata non è stato abbastanza e su questo aspetto c’è sicuramente da lavorare”.
Per contro, avete mostrato un terzo tempo incoraggiante. Cosa vi siete detti nella seconda pausa per poter mostrare questa reazione?
“Sai, credo che dall’inizio di questo 2020 stiamo davvero affrontando ogni partita come una finale, stiamo lottando e per noi sono già iniziati i playoff. Nella pausa quindi ci siamo solo guardati negli occhi e ci siamo detti che questa era una partita di playoff, che ci rimanevano 20 minuti che potevano farci guadagnare punti importanti. Siamo quindi entrati in pista con ancora più cattiveria, cercando di dar fondo a tutte le energie che ci erano rimaste. Nella foga poi magari ci è mancata un po’ di lucidità negli ultimi passaggi, però credo che l’impegno ci sia stato, abbiamo lottato fino alla fine e questo sicuramente credo si sia visto anche da fuori”.
Eravate reduci da una lunga trasferta a Losanna, mentre il Ginevra era a Lugano già da venerdì. Questo aspetto ha avuto un influsso sulla partita?
“Chiaramente non è stato ideale giocare venerdì sera, ma questa non è assolutamente una scusa. Ci alleniamo tutta la stagione per essere pronti per questi back to back, ma è chiaro che giocare a Losanna la sera prima e in casa qui a Lugano il giorno seguente non è il massimo per la salute e per le energie. Credo però che sabato sera, come hai detto benissimo anche te, nel terzo tempo abbiamo addirittura spinto più del Ginevra, quindi non era una questione di energie”.
Come voi, anche tutte le vostre concorrenti dirette sabato sono uscite con zero punti. A livello di classifica quindi questa sconfitta non ha compromesso nulla…
“Sai, adesso siamo in guerra da un bel po’, stiamo lottando veramente duro. “Partita per partita” sono le solite parole che si dicono, ma alla fine noi ci eravamo prefissati di prendere le sfide rimanenti come se fossero delle piccole serie di playoff, e lo stiamo facendo. Questa sarà una battaglia fino alla fine, sarà un campionato tirato fino all’ultimo e credo che abbiamo dimostrato che noi siamo qua pronti a crederci fino alla morte. Chiaro, non saremo magari spettacolari, non saremo la squadra che crea il gioco più bello di questo mondo, ma in questo momento contano solo i punti e basta. Bisogna solo lottare, noi come difensori dobbiamo aiutare sempre di più i nostri portieri e cercare di fare uscire semplicemente il disco dalla zona – anche in modo non bello con passaggi precisi sul bastone – andando velocemente avanti. Bisogna giocare così, da playoff”.