ZURIGO – Uscire sconfitti per 1-0 nei playoff a livello numerico non fa differenza da ogni altra sconfitta, ma un risultato così stretto lascia intendere che il Lugano avrebbe avuto tutte le possibilità di fare il break in quel di Zurigo.
I bianconeri devono recriminare su delle occasioni sprecate, ma soprattutto su quei 2 minuti di power play a 5-contro-3 nel secondo periodo non sfruttati, seguiti dalla rete decisiva di Geering a fil di sirena.
Sul volto del capitano del Lugano, Alessandro Chiesa, ci sono i segni della battaglia e anche il numero 27 è consapevole che in una così combattuta certe opportunità vadano sfruttate: “Quel power play era un’occasione grossa, sicuramente da sfruttare. Purtroppo non abbiamo avuto il necessario “killer instinct” in quel frangente e andavano messi molti più dischi verso la porta dei Lions”.
Alessandro Chiesa, oltretutto pochi minuti dopo quel power play è arrivata la rete decisiva di Geering… Quel gol vi ha fatto male per il proseguo del match?
“Prendere un gol a pochi secondi dalla sirena, soprattutto se ti porta in svantaggio non fa mai bene, ma abbiamo cercato di rientrare dopo la pausa con la medesima grinta. Nel terzo periodo abbiamo forzato ancora di più il forecheck cercando di andare più diretti verso Schlegel, che è quello che ci è mancato nei primi due tempi… Peccato solo non essere arrivati al pareggio”.
Il Lugano ha dimostrato che la serie rimane aperta, a livello tattico la partita è stata impostata bene e con l’intensità fisica si sono messi in difficoltà i Lions. È questa la chiave giusta…
“Non solo contro i Lions, ma è la maniera di affrontare i playoff in generale, cercando di arrivare su ogni disco con la fame di vittoria. Ritengo che oggi abbiamo disputato una buona partita, ma possiamo e dobbiamo migliorare ancora di più soprattutto in zona offensiva, dove bisogna cercare di giocare di più e di avere più possesso del disco”.
Credi che aver giocato in quella maniera in difesa e applicando tutto quel forecheck vi abbia un po’ limitato a livello offensivo, dato che riuscivate a rendervi pericolosi soprattutto in contropiede?
“Non siamo riusciti a tenere di più il disco nel loro terzo offensivo, dovevamo cercare di giocare con qualche “cycling” in più per liberarci, se ci si riesce non è mai bello per gli avversari”.