LUGANO – Sono passati quattro anni, ma finalmente aggirandosi nei corridoi della Resega e nella palestra in cui i giocatori spendono le ore durante questa fase della preparazione, è di nuovo possibile incrociare Alessandro Chiesa.
Dopo aver iniziato la sua carriera in NLA all’Ambrì Piotta ed essere passato al Lugano nel 2005, il difensore oggi 27enne ha maturato tanta esperienza a Zugo, dove ha giocato 232 partite ottenendo 50 punti. Nelle ultime due stagioni aveva portato anche la “A” cucita sul petto, ed è ora tornato sulle rive del Ceresio per una stagione che per lui si preannuncia significativa
Alessandro Chiesa, sei tornato alla Resega dopo quattro anni a Zugo. Che differenze hai notato sinora nell’organizzazione della squadra?
“Ho ritrovato tanti amici e tante persone che in questi quattro anni hanno continuato a lavorare per il Lugano… In definitiva non sono cambiate molte cose. Indubbiamente però si nota la presenza di una nuova guida tecnica: con Fischer ci sono delle idee nuove, questo a partire già dalla preparazione atletica. Sicuramente questo è un fattore positivo”.
Mentre eri oltre Gottardo hai mantenuto qualche contatto particolare con i tuoi ex compagni?
“Sì, sono sempre stato in contatto con Raffaele Sannitz. Siamo rimasti amici e sicuramente lui è stato tra quelli che hanno contribuito alla mia decisione di tornare a Lugano”.
Si è solito dire che le esperienze in altre squadre e in altri contesti fanno sempre bene… Tu come sei cresciuto a livello personale negli ultimi anni?
“Lasciare il Ticino per la prima volta sicuramente è stata un’esperienza importante per me. Ho dovuto imparare una nuova lingua e indubbiamente dal punto di vista personale sono cresciuto molto. Ero partito con la mia ragazza, che nel frattempo è diventata mia moglie, dunque anche nella mia vita privata ci sono stati dei cambiamenti importanti. Sono stati quattro anni che mi hanno fatto crescere molto”.
I prossimi quattro anni li passerai invece indossando la maglia del Lugano… Quali sono le motivazioni dietro la decisione di stipulare un contratto di questa durata?
“Sicuramente al primo posto ci sono delle motivazioni sportive. Come qualsiasi giocatore di hockey il desiderio è quello di vincere e il Lugano, con Fischer e questa società alle spalle, ha l’obiettivo di ritornare a conquistare un campionato. Ho voluto far parte del progetto principalmente per questo”.
Quest’anno inizierete senza alcun difensore straniero… Si percepisce un senso di responsabilità in più?
“In squadra siamo otto buoni difensori svizzeri e se si riuscirà a mantenere un buon livello il reparto d’attacco ne potrà giovare, visto che avremo l’opportunità di schierare quattro stranieri davanti. Questo per la nuova squadra può rivelarsi un aspetto positivo”.
Dopo qualche mese di campionato spesso viene ingaggiato un nuovo straniero… Credi che tra difensori ci sarà una certa competizione per evitare di ritrovarsi in tribuna se dovesse arrivare un rinforzo nel vostro reparto?
“Non credo. È però chiaro a tutti che la stagione è lunga e si sa che a campionato in corso vengono apportati degli aggiustamenti alla rosa. Sicuramente la concorrenza c’è sempre, specialmente in una squadra come il Lugano, dove si punta a vincere. La pressione c’è, la concorrenza è alta ma il tutto in chiave positiva”.