AMBRÌ – Oltre oceano le chiamano “rollercoaster games”, perchè durate la partita si verificano talmente tanti colpi di scena da dare la sensazione a chi le guarda di trovarsi letteralmente sulle montagne russe. Solitamente queste sono anche le partite che piacciono tanto ai tifosi e molto meno agli allenatori, ma la termine della sfida tra Ambrì Piotta e Davos finta 7-5 coach Luca Cereda era piuttosto soddisfatto.
“Anche se fare l’allenatore è il mio lavoro, mi piace moltissimo vivere le emozioni delle partite, e questa sfida era davvero piena di colpi di scena… Mi sono divertito anch’io!“, ha commentato l’allenatore del leventinesi. “Chiaramente questi match finiscono per piacerti quando si vincono, ma serate così sono il motivo per cui lavoriamo tanto durante la settimana, abbiamo vissuto dei bei momenti di hockey”.
Partite come queste sono inoltre quelle che forgiano il carattere di una squadra, ed uniscono il gruppo in maniera importante. “Ci sono dei momenti, sia in una partita che in una stagione, che non sono facili, ma non bisogna mai mollare. Contro il Davos abbiamo avuto una dimostrazione di questo… Quando non si molla possono succedere delle belle cose. Ci sono stati dei momenti di vuoto, come l’inizio e nel secondo tempo dopo il primo powerplay, ed una delle cose che stiamo cercando è proprio la costanza. Bisogna insistere, perché il lavoro è ancora tanto”.
I biancoblù hanno infatti sofferto la velocità del Davos – di pattinaggio, d’esecuzione e in transizione – in particolar modo in quell’inizio di partita in cui i grigionesi “semplicemente pattinavano il triplo di noi. Il problema era tutto lì… Quando abbiamo iniziato a muovere le gambe abbiamo avuto meno problemi, ma ad inizio partita eravamo molto lontani l’uno con l’altro e soprattutto davamo troppo tempo e spazio al Davos”.
Giocare contro la squadra di Del Curto ha inoltre sempre la caratteristica di dover affrontare una squadra che applica uno stile molto simile a quello dei leventinesi. “Onestamente non so dire se rappresenti una sfida aggiuntiva affrontare una squadra che gioca utilizzando le tue stesse armi, ma sicuramente quando si scende in pista ‘a specchio’ è più difficile imporre il proprio gioco. Siamo riusciti a farlo a tratti, dunque bisogna continuare a lavorare sulla costanza”.
Un contributo venerdì è arrivato inoltre dagli stranieri, finiti tutti sul tabellino. “Anche venerdì sera abbiamo visto l’importanza di fare certe giocate sporche”, ha spiegato Cereda. “I nostri stranieri hanno bloccato tiri, vinto i faceoff… Alle fine è così che poi arrivano le chance, e se lo si fa con costanza è solamente una questione di tempo prima di venir ricompensati dalla fortuna necessaria per buttare il disco in gol. Per noi è molto importante che si concentrino su questi aspetti”.
Un ultimo appunto in merito a Descloux e Mazzolini, usciti entrambi infortunati dalla sfida. “Nel caso del portiere non si tratta di nulla di grave, aveva semplicemente dei crampi. Mazzolini invece dovrà sottoporsi a delle visite, così da capire l’entità di un infortunio che sicuramente non è stato bello da vedere. Dopo la botta ha provato a fare ancora un cambio, questa è la dimostrazione che è un guerriero… Voleva assolutamente giocare! Speriamo non si tratti di qualcosa di serio”.