AMBRÌ – È stato un post partita particolare alla Gottardo Arena, con giornalisti ed addetti ai lavori intenti nel riguardare quell’episodio che ha dato il 2-2 allo Zugo, per cercare di capire la bontà o meno della decisione degli arbitri di cambiare quanto deciso sul ghiaccio.
“Gli arbitri ci hanno detto in panchina che loro erano sicuri che il disco fosse entrato, mentre secondo noi le immagini non sono conclusive. Se devi cambiare una chiamata devi essere al 100% sicuro… È vero che c’è il feeling che il disco sia entrato, ma questo non è abbastanza”, ci ha spiegato coach Luca Cereda.
“Questa è un po’ la storia del campionato, dove i piccoli club vengono sempre svantaggiati in alcune decisioni. A Ginevra abbiamo visto un slew-footing non chiamato che ci avrebbe dato un powerplay di cinque minuti sul risultato di 3-3, per poi dare il giorno dopo la penalità di partita, e stavolta la stessa cosa… Mercoledì probabilmente riceveremo un’email che afferma che questo gol non era da dare. Vogliamo però cercare di non perdere troppe energie in questo senso”.
La decisione ha sorpreso considerando anche i precedenti, visto che molto raramente una rete del genere viene accordata…
“Tante volte il puck si riesce a scorgere da un’inquadratura dal lato, ma stavolta non era il caso. L’azione si vede bene con la telecamera da sopra, ma in quel caso c’è anche una prospettiva che bisogna tenere in conto. Non c’è insomma la certezza assoluta, e dunque la rete non andava da regolamento convalidata”.
Anche stavolta avete mancato una bella occasione per trovare la vittoria, sono tanti i rimpianti che stanno caratterizzando la vostra stagione…
“Non parlerei proprio di rimpianti, ma effettivamente abbiamo raccolto meno di quello che dovevamo. Lo scorso weekend per noi è stato difficile, dopo un mese senza partite – di cui due settimane sul divano – era complicato rientrare nel ritmo. A Ginevra abbiamo giocato sufficientemente bene per vincere ma non ci siamo riusciti, e questo ci ha fatto male, mentre domenica i ragazzi hanno lottato bene fino al 2-0, poi non abbiamo più trovato le energie. Contro lo Zugo ho visto dei passi avanti, ma in casi come il nostro bisogna mettere assieme più performance di un certo livello per far girare le cose”.
Un pensiero può andare a quegli otto minuti di superiorità non sfruttati…
“Credo che il powerplay lo abbiamo giocato abbastanza bene, muovendo bene il disco, ma non abbiamo segnato. In quel momento però la situazione non ci dispiaceva e si trattava per noi di continuare a giocare nella stessa maniera, ma poi lo Zugo ha spinto tanto e ci ha messo sotto pressione. Da parte nostra non ho percepito panico oppure paura, questo è positivo”.
È tornato a giocare Cajka, avete deciso di attivare l’opzione prevista nel suo contratto?
“Onestamente non lo so. È stato via alcuni giorni per dei problemi personali ed aveva fatto ritorno in Cechia, e tra le varie cose di questo periodo – quarantene, partite rinviate e tanto altro – non ho chiesto a Duca quel è la sua situazione. Sinceramente non mi sono preoccupato di questa cosa negli ultimi giorni”.
Al vostro gruppo si è aggiunto Moses, che è sembrato portare una certa energia…
“È quasi un anno che non giocava, dunque non era semplice per lui, soprattutto arrivando in una squadra completamente nuova. Un piccolo aggancio lo avevamo sul fatto che in passato ha già giocato con Regin, si conoscono molto bene, ed in generale credo abbia fatto una buona partita. Come società vogliamo continuare a lottare, conoscendo bene i nostri mezzi e con la volontà di rispettare la grande incertezza che c’è nel mondo. Facciamo il passo secondo la nostra gamba”.
La situazione in classifica è sempre più complicata, c’è il rischio di scoraggiarsi?
“Io tendo a pensare che siamo ancora in corsa e che abbiamo ancora una chance. Vogliamo lottare fino alla fine, dunque vedo il bicchiere mezzo piene. Il punto di vista opposto è quello di pensare che, visto che non c’è la relegazione, i ragazzi si arrenderanno… Solo il tempo ci darà questa risposta”.