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Ambrì Piotta

Cereda: “Ora abbiamo l’opportunità di fare qualcosa di importante per la storia dell’Ambrì”

Il coach dopo la sfida di Kloten: “Un anno fa ero arrivato al termine della regular season scarico e vuoto, oggi invece ci siamo tolti delle belle soddisfazioni. Dedico l’ottavo posto ai tifosi che ci sono stati vicini”

KLOTEN – L’Ambrì Piotta ha chiuso la sua regular season imponendosi a Kloten, assicurandosi così l’ottavo posto in classifica che è sinonimo di derby di play-in. L’allenatore Luca Cereda al termine della partita non ci aveva però ancora pensato.

“Ora prevale la felicità per aver terminato così la regular season. Abbiamo eguagliato il record di punti da quando Paolo Duca e io siamo in carica. Inoltre abbiamo terminato in positivo con la differenza reti. Siamo contenti e vogliamo un po’ godere di questo momento. Il carnevale in Ticino è appena finito, ora cominciano altri giorni di grande festa per l’hockey ticinese”.

Inoltre il fatto che sarà derby sfata il pericolo di un certo appagamento…
“Penso che a Kloten si sia avuto un buon esempio. Non era semplice ritrovare la tensione mentale dopo aver ottenuto la qualificazione matematica. A parte i primi 6-7 minuti, quando eravamo un po’ addormentati, siamo riusciti a cavalcare l’onda positiva. Ora si tratta di continuare così”.

Voi avete guadagnato l’ottavo posto, il Lugano ha perso il sesto, questo può fare una differenza nell’approccio mentale alla sfida?
“Non lo so, non credo onestamente, si riparte da zero, è un nuovo capitolo, non mi aspetto per nulla un Lugano arrendevole. Non credo che ciò farà differenza, saranno partite difficili, toste e pieno di emozioni. Dovremo farci trovare pronti”.

Secondo te è davvero un vantaggio giocare la seconda partita dei play-in in casa?
“Non lo so, non ci ho pensato più di tanto. Considerando il fatto che contano i punti e non le reti credo che conti poco. Trovo giusto che la squadra meglio classificata possa però giocarsela in casa sua per così dire, ma ripeto, non lo so. Magari lo sapremo al termine delle due sfide, la nostra e quella tra Ginevra e Bienne”.

L’Ambrì non ha mai battuto il Lugano nel postseason in sette volte, tu da giocatore ci sei passato nel 1999, 2000 e 2006. Farai leva su questo passato per spronare i tuoi ragazzi oppure no?
“Ripeto, non ho ancora pensato tanto a come affrontare questa sfida. È anche qualcosa di nuovo, a cui non siamo abituati. Non lo so ancora, io penso che sicuramente il fatto di avere ancora un’altra chance in caso di sconfitta permetterà a tutti di giocare per vincere. Per noi sarà un’opportunità di fare qualcosa d’importante per la storia dell’Ambrì”.

L’idea che la prima partita si possa pareggiare chiederà anche una gestione diversa nei minuti finali in caso di parità?
“Mi chiedete cose su cui non ho ancora riflettuto. Sono tutti aspetti che nei prossimi giorni dovremo avere ben in chiaro al fine di farci trovare pronti a ogni possibilità. Io onestamente però, senza appunto averci pensato molto, non penso che cambierà molto. Io credo che se si arriverà a pochi secondi dal termine con il risultato in parità mi viene da dire che tutte e due le squadre accetterebbero di portare a casa il pari senza rischiare troppo”.

Com’è cambiato il tuo sentimento rispetto alla mesta conclusione di stagione 12 mesi fa a Rapperswil?
“Molto, ne abbiamo parlato proprio con Paolo Duca in macchina nel viaggio verso Kloten. Un anno fa eravamo in un momento difficile, a livello personale ero scarico, vuoto, quest’anno arrivo in modo differente e con alcune soddisfazioni che ci siamo presi tutti insieme. E possiamo ancora giocarci qualcosa. È molto bello”.

A gennaio in concomitanza con la partenza di Formenton eravate reduci da un periodo negativo. Da lì si sono sbloccati Spacek e Dauphin tra gli altri, qual è stato il clic decisivo?
“Penso il fatto di aver ritrovato una certa forma fisica. Avevamo avuto un po’ d’influenza che era girata nello spogliatoio, oltre alle fatiche della Spengler. Avendo ritrovato la forma fisica abbiamo potuto fare dei passi avanti e grazie al calendario ci siamo potuti allenare di più. A gennaio spesso non abbiamo giocato al martedì e quindi in allenamento c’è stata la possibilità di mettere benzina nelle gambe”.

A chi dedichi questo ottavo posto che per l’Ambrì è decisamente un bel risultato?
“Ai tifosi che l’anno scorso ci sono stati vicini nel periodo difficile. In tanti non avevano più tanta voglia di vederci, ma ce ne sono stati anche molti che ci hanno inviato tanti messaggi di sostegno. Ci hanno fatto enormemente piacere e ci hanno dato una mano a voler continuare a lottare per questa realtà che rimane particolare. Lo dedico dunque a tutti questi tifosi”.

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