AMBRÌ – Si è chiusa una pagina storica dell’hockey svizzero nella giornata di lunedì. Anzi, nella vecchia Valascia di pagine memorabili ne sono state scritte a centinaia, e quello mandato agli archivi dal club biancoblù è uno dei libri più belli del nostro sport.
C’è però anche un futuro che bussa alla porta, con una nuova pista che proietterà finalmente l’Ambrì Piotta nell’hockey contemporaneo, con sfide ed opportunità che non possono che elettrizzare.
“Al momento però c’è un po’ di tristezza. Questa per me è stata una seconda casa, ho potuto imparare moltissimo in un’esperienza di vita che mi ha fatto crescere, e che mi ha insegnato tante cose che vanno al di là di vittorie e sconfitte”, ha commentato coach Luca Cereda dopo l’ultima partita. “In questo momento prevale il sentimento di tristezza nel lasciare un luogo in cui si è stati molto bene”.
A caldo è difficile fare delle analisi di quanto è stato, soprattutto al termine di una stagione purtroppo unica e complicatissima, da cui si potrà però imparare tanto in vista della prima nel nuovo impianto.
“Nei prossimi giorni analizzeremo tutto, ed avremo anche il tempo di parlare con ogni giocatore e di studiare ciò che abbiamo fatto di buono e di capire invece quello che è stato fatto malamente”, ha continuato il coach. “Vogliamo trovare degli spunti per capire dove migliorare nella prossima stagione, ed una volta fatte le nostre analisi – che saranno belle critiche, sia a livello di squadra che per i singoli giocatori e lo staff – comunicheremo le nostre conclusioni verso fine settimana”.
L’Ambrì Piotta però non cambierà, nemmeno quando si ritroverà nelle modernità e comunità di quella che ad oggi viene chiamata Gottardo Arena. “Ci saranno sicuramente nuovi giocatori che arriveranno ed altri che partiranno, ma la filosofia dell’Ambrì non cambierà con la pista nuova. Saremo sempre un club che lotterà per vivere, sia sul ghiaccio che fuori”.