AMBRÌ – Al termine della secca sconfitta contro il Berna coach Luca Cereda predicava lavoro e costanza. Una settimana dopo questi sono stati gli elementi alla base di un successo limpido e senza macchie contro il Davos, squadra che l‘Ambrì ha saputo piegare e controllare su tutto l’arco del match.
“La partita di venerdì sera per noi è iniziata lunedì, abbiamo lavorato davvero tanto e duramente ed i frutti li abbiamo potuti raccogliere contro i grigionesi”, ha spiegato Cereda. “Se vogliamo trovare la costanza che cerchiamo non possiamo aspettarci che cada dal cielo, bisogna lavorare e di questa partita siamo relativamente soddisfatti. Ci siamo un po’ arrabbiati per gli ultimi 6-7 minuti del periodo centrale, giocati con meno intensità, ma poi ci è piaciuta la reazione nel terzo tempo”.
Luca Cereda, si è vista la differenza nel poter giocare con il pieno di energie, specialmente considerando il tipo di gioco che volete applicare…
“Questi sono dei pensieri che si fanno all’esterno. Dal nostro punto di vista, se guardiamo gli allenamenti fatti lunedì e martedì, probabilmente sono stati ben più duri rispetto a due partite di campionato. È chiaro che sono settimane stressanti, ma ci siamo preparati per questo tipo di situazioni. La prestazione contro il Davos arriva come detto da lontano, ad inizio settimana abbiamo lavorato in maniera intensa… Quando si gioca tanto invece si può lavorare un po’ meno, visto che si deve dedicare più tempo al recupero, dunque in questo senso effettivamente potrebbe esserci una differenza. Comunque non credo che il calendario o la stanchezza siano delle scuse valide per quando giochiamo male”.
Hai invertito D’Agostini e Hofer nelle prime due linee, che pensieri c’erano alla base di questa decisione?
“Venivamo da tre sconfitte e dunque volevamo trovare un po’ più di energia sull’arco delle quattro linee, e credo che con i cambiamenti fatti sia andata bene. Tutti i blocchi hanno saputo portare sul ghiaccio una buona costanza, ora dovremo lavorare per mantenerla”.
Non ha invece trovato spazio Kienzle…
“Siamo contenti della sua settimana, ha fatto un passo in avanti e sta andando nella giusta direzione. È molto vicino ad entrare nel lineup, deve continuare a lavorare. Penso abbia capito cosa gli chiediamo, ed è sempre difficile sia per lui che per noi vederlo andare in tribuna. Se non molla avrà sicuramente le sue occasioni, avremo bisogno del suo apporto”.
Lo stesso sembra valere per Kneubuehler, sul foglio partita ma impiegato sempre pochissimo…
“Anche lui sta provando ad applicarsi e sta facendo dei progressi… Queste non sono situazioni facili per i giocatori, ma fanno parte di una carriera e vanno affrontate. Sicuramente da qui alla fine avremo bisogno di tutti, sta a lui continuare questo processo di crescita individuale a favore della squadra. Siamo pazienti, vogliamo dargli il tempo necessario, ma il lavoro deve farlo lui, non possiamo farlo noi al suo posto”.
Fabio Hofer è ancora alla ricerca del primo gol, rete che a questo punto potrebbe fargli bene…
“Venerdì sera ha giocato bene, mentre nelle ultime partite eravamo un po’ meno contenti. Nelle ultime uscite sentiva la mancanza del gol, dunque cominciava un po’ a speculare per cercare di trovarlo, e quando si entra in questo vortice si rischia di non riuscire nemmeno a costruirsi della occasioni. Contro il Davos invece ha ricominciato a lottare e a lavorare per la squadra, se continua così è solo questione di tempo perché ha delle buone qualità”.
Tra un paio di settimane arriverà a scadenza il contratto di Novotny. Vi siete già fatti un’idea su come gestire lui e la situazione di Lerg?
“No, non ne abbiamo ancora discusso. Lerg ad oggi è da considerarsi un paziente e non ancora un giocatore di hockey, non può ancora allenarsi. Nelle prossime settimane dovremo affrontare l’argomento, specialmente quando Lerg si avvicinerà al rientro… A quel punto vedremo cosa è possibile fare, cosa vogliamo e cosa ci permetteranno di fare le finanze”.