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Ambrì Piotta

Cereda: “La lezione era chiara, è tempo di fare un altro step e crescere come squadra”

Il coach guarda alla sfida contro il Langnau: “Dobbiamo iniziare la partita allo stesso modo di quella di venerdì, deve essere il nostro scopo. Se lasci loro tempo e spazio diventano pericolosi, hanno degli stranieri molto forti”

ZUGO – Una prestazione notevole sull’arco dei 60 minuti, una delle migliori – se non la migliore – dell’intera stagione, quella che ha visto protagonista l’Ambrì Piotta alla Bossard Arena. Luca Cereda è in sostanza d’accordo con questa piccola analisi.

“Direi di sì, penso che già in casa contro lo Zugo avevamo giocato bene. Abbiamo disputato 60 minuti costanti, sono contento per i ragazzi, ma allo stesso tempo sono ancora un po’ arrabbiato per la partita di Friborgo e quella di Ginevra, dove potevamo raccogliere di più. È tempo di fare questo step, di crescere un po’ come squadra”.

Come a Friborgo, anche a Zugo avete concluso il primo tempo in avanti 2-0. Hai detto qualcosa di particolare alla prima pausa, ritornando appunto su quanto accaduto qualche giorno prima?
“Non ne abbiamo discusso, onestamente non ci avevo neanche pensato. Sicuramente sapevamo che i nostri avversari sarebbero tornati sul ghiaccio in maniera forte per reagire al nostro buon primo tempo. Ma sapevamo pure che 20 minuti buoni minuti non sarebbero stati sufficienti. In questo senso la lezione di Friborgo era ancora ben chiara a tutti”.

Non si può non parlare della prova di Tommaso De Luca. Un’ottima prestazione che va oltre la sua splendida rete. Puoi solamente essere contento delle risposte che ti sta dando questo giovane, che non sempre è titolare…
“Ha giocato molto bene. Rispetto alla sua ultima uscita ha fatto un passo avanti a livello della gestione del disco. Ha giocato in modo più maturo, era quello che volevo e che gli ho detto prima della gara. Che lui faccia dei passi in avanti m’interessa di più del fatto che riesca a segnare. Guarda caso è stato ripagato da questa maniera di giocare con il suo primo gol. Sicuramente ha avuto una buona reazione e questa partita è un buon insegnamento verso il futuro”.

Buono pure il rientro di Isacco Dotti in un contesto per nulla evidente…
“Sono d’accordo, si è allenato bene dopo una lunga assenza. Quando abbiamo saputo che Simone Terraneo non avrebbe potuto giocare è toccato a Isacco, si è fatto trovare pronto al momento giusto”.

Ora arriva il Langnau, avversario riposato e difficile da decifrare, capace del meglio come del peggio e spesso incostante. Paradossalmente rischia di essere una sfida ancora più difficile di quella della Bossard Arena…
“Sarà un’altra battaglia, come tutte. Lo abbiamo visto quando li abbiamo sfidati in casa loro. È una squadra che lotta e che gioca bene difensivamente. Se lasci loro tempo e spazio diventano pericolosi, hanno degli stranieri molto forti. Noi dobbiamo iniziare la partita allo stesso modo di quella di venerdì, deve essere il nostro scopo. È un po’ quello che ti dicevo all’inizio, adesso dobbiamo fare un passo avanti”.

Sei più preoccupato per la partita contro i tigrotti o per il tuo impegno di domenica? In occasione della festa per i 90 anni del Coira, assieme a Paolo Duca e Pauli Jaks scenderai sul ghiaccio per giocare una partita tra leggende del nostro hockey…
“Cominciamo a pensare alla sfida contro il Langnau, poi ci concentreremo su quella di Coira. Penso di non avere nemmeno tutto il materiale pronto. Puoi quindi immaginarti che non è ancora nei miei pensieri. Da sabato notte organizzeremo l’equipaggiamento e vedremo di non fare troppe figure domenica”.

Ti fa bene partecipare a questo tipo di eventi al fine di cambiare un po’ d’aria, uscire dalla routine e distrarti un attimo?
“Conosco l’organizzatore di questo genere di eventi, ovvero Daniel Pità, che ai tempi ha militato pure nel Bellinzona. Avevo partecipato per la prima volta l’anno scorso e devo dire che è stata una cosa molto carina. Sul ghiaccio mi sono divertito poco, perché la testa vuole fare qualcosa, ma il corpo non segue più tanto, ma mi sono divertito un sacco nello spogliatoio e in panchina. Si ritrova un po’ quello spirito di squadra che in qualità di allenatore non hai in continuazione. E poi è per una buona causa, si raccolgono fondi per i settori giovanili. Quando mi ha chiamato questa estate ho dunque risposto volentieri subito affermativamente. È organizzato molto bene, è appunto per una bella causa e infine ti permette per un attimo di svagare i pensieri”.

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