AMBRÌ – Il successo di venerdì sera contro il Losanna ha segnato il primo weekend da sei punti dopo quasi due anni – l’ultimo era targato dicembre 2015 – al termine di una partita in definitiva di chiara lettura e che ha visto l’Ambrì Piotta imporsi con merito.
“Dormivamo completamente nei primi dieci minuti, ma poi siamo cresciuti molto ed abbiamo dominato il secondo periodo e controllato bene il terzo”, ci conferma coach Luca Cereda. “Probabilmente dopo il primo tempo meritavamo qualcosa di meno, mentre alla fine della frazione centrale avremmo meritato qualcosa di più, dunque credo che il risultato dopo 40 minuti fosse giusto. Siamo poi stati bravi nel continuare a giocare il nostro hockey sino alla vittoria”.
Un aspetto che alla Valascia si cerca sempre di controllare è quello dell’euforia che scaturisce da un successo, ed anche stavolta “non guardiamo certo alla classifica. Questi sei punti ci permettono di aumentare la consapevolezza che quando si lavora nella giusta maniera, soprattutto a livello difensivo, ce la si può giocare contro tutti. Le ultime partite ne sono state la conferma, questo è il tipo di hockey che dobbiamo applicare per avere una possibilità di successo”.
La reazione mostrata dopo l’opaca prestazione di Zurigo è stata quella che si attendeva. “È stato importante ricordare che il gioco offensivo viene creato da una buona fase difensiva, concetto che all’Hallenstadion avevamo perso di vista. Lo abbiamo ritrovato nelle ultime sfide ed è su questo che dobbiamo insistere”, continua Cereda.
“Nel secondo periodo sicuramente potevamo e dovevamo segnare un gol, ma credo che il powerplay abbia girato abbastanza bene. Si sono create occasioni e tiri in porta… Questo è positivo, perchè la cosa fondamentale durante le superiorità è riuscire a mantenere un momentum favorevole, e in questo non abbiamo fallito. Dobbiamo ripartire da quelle fasi in cui abbiamo mosso bene il disco e trovato delle conclusioni, se lo faremo la logica conseguenza sarà quella di vedere i dischi finalmente entrare”.
Le partite contro Ginevra e Losanna hanno però anche segnato il momento più basso del campionato di Lukas Lhotak, già relegato a 13esimo attaccante nel corso del match a Les Vernets – il suo posto è stato preso da Mazzolini – e venerdì impiegato praticamente solo in powerplay.
“Lui si trova in un momento in cui non ha grande fiducia in se stesso – ammette Cereda – ma la fiducia viene creata dal lavoro giornaliero, non te la regala nessuno. Lukas deve concentrarsi su questo e lavorare bene ogni giorno, prepararsi con impegno e poi i risultati arriveranno. Venerdì in superiorità si è creato una bella occasione, questo deve essere il primo passo verso la sua rinascita”.
Nel frattempo però Goi e Mazzolini non ci hanno certo pensato due volte ad avere un netto impatto sulla squadra. “Ho molta fiducia in loro, sono ottimi elementi che conoscono alla perfezione il nostro sistema di gioco. Possono darci tanto, e in questo momento avevamo bisogno di un po’ di energia e cuore in più, e loro hanno portato questi ingredienti in modo egregio. Sicuramente in questo doppio turno sono stati fondamentali”.
Chi invece ancora manca all’appello tra i giocatori ad avere un impatto importante nella stagione dell’Ambrì Piotta sono Monnet e Guggisberg.
“Loro sono in ritardo sulla preparazione, ma questo è normale, soprattutto per Thibaut che arriva da un serio infortunio… Le ginocchia di Guggisberg invece le conosciamo tutti”, ha spiegato Cereda. “Per questo motivo abbiamo deciso di lasciar loro un po’ di tempo per lavorare in una sorta di campo di allenamento, così che possano fare sostanzialmente il lavoro che non hanno potuto compiere durante luglio e agosto. Questo speriamo ci permetterà di recuperarli per la seconda parte di stagione. Loro erano i primi a non essere soddisfatti di come stavano contribuendo e sentivano di non riuscire a dare quello che hanno nelle loro potenzialità”.
Nel frattempo un altro elemento dell’attacco, Evgeni Chiriaev, ha lasciato il club. “Non c’è stato nulla di particolare che non ha funzionato con lui. È un bravissimo ragazzo, ed una delle cose più brutte del mestiere dell’allenatore è dover dire a un giocatore che si impegna che alla sera non può giocare. Nella nostra situazione abbiamo però due centri stranieri, Müller come terzo e Diego che sta facendo un grandissimo lavoro, dunque per lui c’era pochissimo spazio. Nel frattempo ha trovato una sistemazione dove può giocare da subito e per tanti minuti, dunque ha espresso il desiderio di poter partire. Giustamente noi l’abbiamo liberato, nonostante fosse un ottimo elemento e assolutamente non di disturbo. In allenamento dava il massimo, ma la situazione di numeri che si è creata gli era sfavorevole. Lui era aperto anche a un passaggio ai Rockets, ma allo stesso tempo voleva un’opzione più definitiva, ed avendo ricevuto un’offerta di due anni dall’Olten l’ha comprensibilmente accettata”.